Il 20 novembre è una giornata memorabile perché celebra l’approvazione da parte dell’ONU, della carta dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Era il 20 novembre 1989. E la Carta Onu è stata la Convenzione Onu più ratificata dai Paesi del mondo, compresa l’Italia. Da allora molte cose sono cambiate e indubbiamente è cresciuta la consapevolezza che i bambini e gli adolescenti hanno diritti propri, dentro e fuori la famiglia. Ma i dati ci segnalano ancora molte carenze.
L’Italia è agli ultimi posti dei Paesi dell’ Unione europea per la spesa per la famiglia e l’infanzia: si spende solo 1’1,2% del Pil rispetto al 2.1 nella Ue a 15 e il 2.0% nella Ue a 27. Non solo, secondo i parametri dell’Ue, i bambini e ragazzi del nostro Paese a rischio di povertà sono il 24,4% del totale, il tasso più elevato della Ue. E il 70 % dei bambini e adolescenti poveri vive nel Mezzogiorno. Oltre alle limitate e inefficaci risorse, la spesa e i servizi per l’infanzia segnalano grandi differenze di standard e qualità, a seconda delle regioni. Gli ultimi dati rilevano che gli utenti degli asili nido sono passati dal 9,0% del 2003/2004, all’11,3%, un dato molto distante dal 33% imposto dal Trattato di Lisbona.
Nel complesso siamo quindi ancora molto lontani dall’aver posto la persona minore di età al centro delle politiche e delle decisioni che la riguardano.
Quello che è accaduto al bambino di Padova, indipendentemente dalle tante motivazioni dei soggetti coinvolti, ci spinge a chiederci come è possibile che sia potuto accadere. Sono le stesse domande che spesso ci rivolgiamo quando vediamo che non si è in grado di proteggere quei bambini contesi, spero meri oggetti di competizione, di rivalsa, rabbia di adulti che non sono in grado di ricostruirsi come coppia genitoriale dopo la separazione.
Sono gli stessi interrogativi che ci poniamo quando i bambini non riescono a vivere nelle proprie famiglie, magari per motivi economici o per difficoltà temporanee, o rispetto a quei bambini che, abbandonati e dichiarati in stato di adottabilità, non riescono ad essere accolti in affidamento o adottati in tempi adeguati e ad essere seguiti insieme alla loro nuova famiglia, non solo al momento dell’adozione, ma anche dopo. È la stessa preoccupazione che abbiamo quando vediamo tanti testimoni di violenza all’interno della famiglia, senza che ci sia la piena consapevolezza delle conseguenze che questo dolore avrà su di loro.
Ci rendiamo conto delle difficoltà che ancora impediscono di sviluppare una forte e incisiva politica per i diritti delle persone minori di età. Ma questi muri dobbiamo cercare di eroderli perché ci impediscono di vedere che non avremo il futuro proprio di un grande Paese, se non scegliamo di intervenire con decisione sui bambini e gli adolescenti di oggi.
L’Unità 20.11.12
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Napolitano: “Tutelare famiglia, scuola, infanzia”
“La difesa dei minori costituisce un impegno prioritario per le forze politiche e sociali del nostro Paese, soprattutto nell’attuale periodo di recessione economica che li vede maggiormente esposti all’abbandono, alla povertà e al rischio di esclusione sociale”. Ad affermarlo è stato Giorgio Napolitano in un passaggio del messaggio inviato, in occasione dell’incontro ‘I diritti dei bambini al tempo della crisi’, promosso per la Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, al presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Alessandra Mussolini.
“Si deve compiere ogni sforzo – ha proseguito il Presidente della Repubblica – perché non venga meno la tutela delle famiglie più vulnerabili e venga sostenuto – ha aggiunto – il ruolo centrale della scuola e dei servizi per l’infanzia, affinchè siano in grado di fronteggiare con sempre maggiore efficacia tutte le situazioni di difficoltà ed emarginazione”.
“Difendere i diritti dei bambini, contrastare abusi, prevaricazioni e condizioni di sfruttamento che ne violano l’integrità e ne compromettono la formazione e la piena realizzazione – ha concluso Napolitano – significa non solo riconoscere anche ai più piccoli cittadini la loro dignità di persone ma anche salvaguardare il futuro civile del nostro Paese”.
da www.repubblica.it
Pubblicato il 20 Novembre 2012