Ad oggi non abbiamo alcuna certezza, né su quante saranno le eccedenze nel pubblico impiego, né sulle tempistiche con cui si arriverà a stabilire il numero degli esuberi, né su quali saranno le alternative per gestirli» denuncia Rossana Dettori, segretaria nazionale della Fp Cgil. «Solo una cosa è certa, il panico diffuso in queste settimane tra i lavoratori in attesa di conoscere il loro destino. Non si placa la polemica tra il sindacato di Corso d’Italia e il ministro Filippo Patroni Griffi. E non potrebbe essere altrimenti, dopo il recente annuncio anche attraverso social network di oltre 4mila eccedenze nella pubblica amministrazione, subito seguito da una precisazione per correggere la cifra al rialzo di altre 2mila unità.
L’EMERGENZA PRECARI Un dato ben lontano dall’essere definitivo e che, in ogni caso, non tiene conto delle decine di migliaia di lavoratori precari con i contratti in scadenza a fine anno. «Si stima siano circa 40mila, ma il numero preciso non lo conosce nemmeno il ministero, data la variabilità delle tipologie contrattuali e la capillare diffusione dei lavoratori atipici nei diversi servizi ai cittadini, soprattutto nella sanità e nelle strutture per l’infanzia» precisa la sindacalista. Il conto annuale dei precari, infatti, parlava di 150mila persone, un terzo dei quali è già stato lasciato a casa nel corso del 2012. E quasi il 50% dei rimanenti vedrà scadere il proprio contratto a dicembre. Per discutere di quest’emergenza, mercoledì i sindacati saranno ricevuti dal ministro Patroni Griffi: «Ci auguriamo che il ministro sia pronto a fornire qualche garanzia sulla proroga di questi contratti, perchè si tratta di lavoratori che tengono in piedi servizi essenziali. Nella sanità, ad esempio, il 118 di gestione delle emergenze è retto in gran parte da personale con contratto atipico. Così come, negli enti locali, lo sono gli asili nido e le scuole materne: in molti comuni, Napoli ad esempio, già non possono garantire i servizi pomeridiani, a causa della mancanza di risorse per rinnovare i contratti in scadenza» spiega Rossana Dettori.
IL CONTO DELLE ECCEDENZE L’incontro del 21 novembre, dunque, si complica ulteriormente. Sul tavolo di Palazzo Vidoni due vertenze socialmente esplosive e potenzialmente in conflitto tra loro: quella dei precari che rischiano di restare a casa tra poche settimane, e quella delle eccedenze che potrebbero andare incontro allo stesso destino, seppur con tempi ancora da stabilire. «Eccedenze, esuberi e licenziamenti sono concetti molto diversi tra loro» aveva sottolineato il ministro, parlando di «una gradualità del ridimensionamento delle strutture con strumenti che sono, in primo luogo, i pensionamenti ordinari e, in secondo luogo, la mobilità volontaria e contratti di solidarietà con la formula del part-time». Al netto dei lavoratori che potranno andare in pensione o che sceglieranno di dare le dimissioni dalla pubblica amministrazione, però, si arriverà agli esuberi in senso tecnico. Poi scatterà la mobilità obbligatoria per due anni con riduzione dello stipendio e, dopo, i licenziamenti. Un destino che inizialmente doveva accomunare 4.028 persone, come annunciato da Patroni Griffi ai sindacati e via Twitter. Ma il conteggio continuerà a salire fino a dicembre, perchè non tutte le amministrazioni hanno ad oggi verificato il numero delle eccedenze. Mancano all’appello, tra gli altri, i ministeri della Giustizia e dell’Interno. Poi, a primavera, potrebbero iniziare i tagli.«È difficile dire esattamente quante saranno le eccedenze, a spanne potrei dire altre 2.000» aveva aggiunto il ministro attirandosi le ire della Funzione pubblica Cgil, che poco aveva apprezzato la prontezza del ministro nel «dare i numeri», invece di aspettare cifre definitive e, sulla base di quelle, aprire una seria trattativa con le organizzazioni sindacali per fronteggiare la difficile situazione che si verrà a creare. «Andiamo all’incontro senza enormi speranze. Ma pretenderemo garanzie sulla proroga dei contratti a termine in scadenza, così da avere poi il tempo di discutere degli organici in modo compiuto. Altrimenti ci mobiliteremo» conclude la segretaria Fp Cgil.
L’Unità 19.11.12
Pubblicato il 19 Novembre 2012