Giorno: 18 Novembre 2012

“Brinderanno a Carnevale Formigoni e Polverini”, di Eugenio Scalfari

I tre giorni che vanno da martedì a venerdì scorso, culminati con la riunione al Quirinale tra il Capo dello Stato, i presidenti delle Camere e il presidente del Consiglio, sono stati caratterizzati da una preoccupante confusione di interessi, intenzioni, ipotesi, sgambetti, litigi e dall’appannarsi di quel-l’interesse generale che dovrebbe essere al centro dell’attenzione di chi rappresenta le istituzioni. Giorgio Napolitano ha cercato di recuperare la chiarezza smarrita e indicare una soluzione condivisa, ma c’è riuscito soltanto in parte lasciandosi anche lui andare a qualche dichiarazione lessicalmente inesatta, come quella che giudica “appropriata” la data del 10 marzo per le elezioni regionali. Appropriata per evitare la crisi di governo, certo, ma non per evitare che la Polverini rimanga altri quattro mesi al suo posto con un Consiglio regionale già morto ma che continua ad esser pagato stando a casa mentre la governatrice continua a dilapidare i denari a sua disposizione elargendo contributi ad improbabili associazioni e nominando nuovi amministratori nelle aziende municipali. A me oggi verrebbe la voglia di scrivere d’altro, ma questo è il …

“Non nascondersi dietro i tecnici”, di Claudio Sardo

Mario Monti ha buone ragioni nel sostenere che il suo governo ha salvato il paese dal baratro finanziario e gli ha restituito una credibilità internazionale, dopo l’umiliante fallimento di Berlusconi. Ma non sono ragioni sufficienti per sostenere un secondo governo Monti oltre le elezioni di marzo. Anzi, le condizioni dell’emergenza appaiono in conflitto con quelle di un programma di ricostruzione. Monti ha goduto di un sostegno parlamentare irripetibile da parte di una «strana maggioranza», che non potrebbe ripetersi, a meno di una volontà suicida delle sue componenti e di una dissipazione della residua credibilità politica. Ma soprattutto l’impedimento ad un Monti-bis sta nei numeri sempre più gravi di questa crisi, nel deficit di fiducia del Paese, nei costi sociali pagati anche durante quest’anno di risanamento, nella solitudine e nell’individualismo che aumentano mentre diminuiscono il lavoro, il reddito, i diritti, le opportunità. Non si tratta di attribuire a Monti colpe che non ha. Gli abbiamo sempre riconosciuto i meriti per ciò che ha dato all’Italia, quando l’Italia era diventata un problema per sé e per gli …

“Un conflitto senza soluzioni”, di Lucio Caracciolo

Chiedete a un arabo palestinese di disegnare la Palestina. Poi chiedete a un ebreo israeliano di disegnare Israele. Confrontate i due schizzi: quasi sicuramente avranno la stessa forma. Perché nelle carte mentali dei due popoli le rispettive patrie occupano il medesimo spazio, tra Fiume (Giordano, ormai un rigagnolo) e Mare (Mediterraneo). Solo, quel territorio cambia nome a seconda dell’identità di chi lo evoca. Per il diritto di nominare il “proprio” spazio, da oltre sessant’anni in Terra Santa si vive e si muore, si uccide e ci si uccide. Il conflitto israelo-palestinese appartiene dunque alla vasta categoria dei problemi senza soluzione. In termini logici, un problema senza soluzione non è un problema. Ma in politica, specie in geopolitica – ossia nelle dispute territoriali – non vige la logica formale. Se poi lo scontro investe la dimensione simbolico- identitaria, financo religiosa, come nel caso israelo-palestinese, la ricerca del compromesso diventa chimera. È su questo sfondo che conviene leggere l’ennesima crisi di Gaza. In apparenza, è lo stesso copione del dicembre 2008 (Operazione Piombo Fuso). Dopo che Hamas, …