“Licenziate e senza pensione per 7 anni ecco le esodate prive di salvaguardia”, di Valentina Conte
Donne licenziate, a un passo dalla pensione. Poi, all’improvviso, quel traguardo si sposta. E in mezzo si apre il baratro di lunghi anni senza entrate, l’impossibilità di trovare lavoro a sessant’anni, il figlio disoccupato da sostenere, l’anziano da accudire. La vicenda “esodati”, tutt’altro che risolta dal fondo creato dal ddl Stabilità, nasconde un caso nel caso. Sono i licenziati, e soprattutto, le licenziate. Fuori da aziende che ristrutturano o falliscono o chiudono. Ma anche fuori dalla coperta della mobilità. E fuori dagli accordi “incentivati” all’esodo, con la transizione verso la pensione accompagnata dagli scivoli. Tutte prerogative proprie delle aziende medio-grandi, ora pure rafforzate da due decreti e dal fondo che di questi “esodati” ne salvano 130.130. Ma gli altri? E le altre? Le donne, innanzitutto. Le più penalizzate, perché per loro l’età della pensione, con la riforma Fornero-Monti, si è allungata, senza transizioni né gradua-lità, anche di 7-8 anni in un colpo solo. E chi è stata licenziata, senza altri aiuti che qualche mese con il sussidio di disoccupazione, ora con dignità manda curriculum in …