Adesso hanno un nome vero, dei volti, delle storie personali. I neonazisti italiani di Stormfront, che fino a ieri hanno gestito «il più grande sito d’odio razzista del web», che hanno mandato soldi (poche centinaia di euro) al Ku Klux Klan statunitense e che progettavano di «passare all’azione » contro i rom, non sono più spettri virtuali, anonimi nickname. L’ideologo Daniele “
Dani14” Scarpino, 24 anni, i sodali Mirco “ Biomirko” Viola, 43 anni, Luca “ Anti life” Ciampaglia, 22 anni, e Diego “Non Conforme” Masi, 30 anni, sono stati arrestati con l’accusa di aver messo in piedi un’associazione per delinquere incitante alla violenza xenofoba. Il sito, dopo alcune difficoltà tecniche, è stato oscurato.
L’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Stefano Aprile, su richiesta del pool antiterrorismo di Roma, mette in fila due anni di vita della costola italiana di Stormfront.org, la community internazionale creata da Don Black, l’ex leader del Ku Klux Klan. I pm hanno scandagliato decine di thread, cioè le discussioni di stampo nazista, omofobo e negazionista a cui partecipavano qualche centinaio di utenti. «Vi è mai capitato su un bus di sedervi vicino a un negro?», oppure, «Riccardi (il ministro dell’Integrazione, ndr) collabora con il giudaismo », «l’immondizia negra». Robe del genere.
Un gruppo, quello di Stormfront Italia, con un numero imprecisato di proseliti (la procura ha denunciato a piede libero altre 15 persone, di età tra i 18 e i 50 anni) che progettava spedizioni contro i rom e i neri in Veneto e in Lombardia. «Dani — scrive Ivan “ChaosNietzche” Lo Masto a Scarpino lo scorso ottobre — mi trovo in Veneto, cercavo un po’ di gente disposta per delle azioni…incominciamo dai paesini più colpiti dalla negraggine e dagli zingari». Azioni che avrebbero cancellato l’etichetta di «militanti della tastiera » affibbiatagli da Casapound e Forza Nuova, con i quali non pare avessero rapporti diretti. Nelle 17 perquisizioni domiciliari della Digos sono saltati fuori decine di coltelli, mazze da baseball, bastoni, svastiche.
Scarpino, milanese, teneva personalmente i rapporti con Don Black a West Palm Beach in Florida. Nonostante la giovane età, era la mente, l’ideologo che dettava regole agli utenti: «Vietato fare l’elogio dei rapporti misti, del popolo ebraico, della religione
islamica, non sono ammessi discorsi che sminuiscono le nazionalità bianche». È Scarpini a inventarsi l’«inner circle», un centro occulto di governo strategico di Stormfront, è ancora lui che ordina la traduzione del libro “The Turner Diaries”, inneggiante all’eccidio degli ebrei.
Masi (sottoposto a Daspo), Ciampaglia (sulle spalle una condanna per aggressione) e Viola (già denunciato per minacce) erano gli «operativi», amministravano il sito. Sono loro ad aggiornale il 31 gennaio scorso la lista dei «delinquenti ebrei italiani », con i nomi, tra gli altri, del ministro Riccardi, di Gianfranco Fini e Gianni Alemanno, del presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, di Gad Lerner e Maurizio Costanzo, degli imprenditori Carlo De Benedetti e Franco Bernabè. «Non dobbiamo abbassare la guardia sull’antisemitismo online», ha commentato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri. Anche perché all’Osservatorio contro gli atti discriminatori (Oscad) sono giunte 500 segnalazioni di reato negli ultimi 18 mesi. No, non bisogna abbassare la guardia.
La Reubblica 17.11.12
Pubblicato il 17 Novembre 2012
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