Castel Volturno, i corpi in un’intercapedine Indagati i mariti, uno vive nella casa Era nel ripostiglio del “misantropo”, la tomba di due donne innocenti e mai cercate in otto anni. I loro cadaveri erano dietro quel bocchettone ad altezza di giardino, allo stesso livello dell’erba curata quasi ogni giorno dal vecchio. Uno solo, dei sei ridottissimi varchi che portano al sotterraneo dell’abitazione, era stato murato con il cemento, col pretesto dell’umidità, la vicinanza del litorale domizio. Perché? Quando l’occhio di un poliziotto è finito su quella strana ostruzione, ieri mattina, mentre a decine intervenivano con il georadar e l’intenzione di non uscire di lì senza una soluzione, il giallo che durava da troppo tempo a Castel Volturno imbocca finalmente la svolta. Così nel paesone costiero delle stragi di camorra e dei camping per famiglie, dei rifugi per latitanti e degli scivoli acquatici, riemergono i due poveri corpi di Elisabetta Grande e di sua figlia Maria Belmonte. Ridotti ormai a un mucchio di ossa, sono tornati alla luce dal buco nero, di ferocia orrore ignoranza, a …