La primissima impressione – scriviamo durante il primo “blocco” – è che insomma tanto tanto lontani non siano, Tabacci, Puppato, Renzi, Vendola e Bersani. Questo non vuol dire che Vendola non faccia Vendola, più “estremo” e come ansioso di mordere qualche polpaccio («Caro Renzi…»), è la “sua” parte, «sul fisco si viola la Costituzione», e che per converso gli altri appaiano un tantinello più ragionevoli. Il copione è un po’ questo. Ma, al dunque, i fantastici 5 che hanno scelto Sky, con contorni di polemiche e retroscena, eccoli finalmente lì, belli ritti in piedi – ed è davvero una X Factor tutta politica – a duellare, li vediamo mentre scriviamo, di fisco, tasse, Imu e patrimoniali.
È una roba “vera”? O è politica-spettacolo? Probabilmente, è solo la politica al tempo nostro, fatta anche di queste cose, con il dovuto omaggio alle novità e alla sperimentazione (bravi quelli di Sky, chissà se la Rai si sveglierà). Il format funziona bene per uno come Matteo Renzi, sarà perché è il più giovane o perché dice cose – condivisibili o meno – nei tempi giusti. Bersani sembra giocarsela a modo suo, non arrembante ma ragionatore (per quanto lo consenta una diretta così), cravatta rossa tanto per comunicare da che parte sta (quella viola di Renzi ha un significato fin troppo leggibile), senza l’aria di chi ha già vinto ma quella di chi è favorito un pochino ce l’ha, forse non se ne accorge neppure.
E Tabacci? Si accalora quando parla di lotta all’evasione, tutti gli riconoscono competenza e serietà: e poi la sua è una presenza politicamente siginificativa ma dall’inevitabile sapore decoubertiniano.
Per Laura Puppato è una grande occasione: per bucare il muro che i media le hanno costruito attorno, per spiegare col suo lento accento veneto le ragioni della giustizia sociale, declinandole al femminile.
Insomma, eccoli là: uno di loro diventerà il campione del centro-sinistra per andare a palazzo Chigi e tentare di riacciuffare l’Italia dal burrone che è lì sotto. È il bello delle primarie, quelle primarie che a sinistra ormai si considera un diritto. Tanto più dopo questo confronto.
da Europa Quotidiano 13.11.12
******
“Sfida a cinque senza colpi bassi tutti contro Fornero e Marchionne e solo Bersani apre a Casini”, di GIOVANNA CASADIO
A Vendola chiedono «Se non vince, chi voterebbe poi al ballottaggio? ». E il leader “rosso” dice «no, non ce la faccio, è una domanda cattiva, siamo alla crudeltà», e non indica nessuno degli altri sfidanti, suscitando le risate di Renzi. Il clima è tranquillo, non sono volati gli stracci ma neppure ha trionfato la noia, come qualcuno temeva. Il conduttore Gianluca Semprini incalza, i candidati sforano tutti il tempo di ogni risposta che è di un minuto e 30 secondi. La “csxfactor” – la sfida tv su Skytg24 nello studio di X Factor – di Bersani, Renzi, Tabacci, Puppato e Vendola è un successo, quantomeno su twitter. Il piatto forte arriva alle fine quando dalle scaramucce e dalle ricette non lontane su fisco, anti evasione e lotta alla precarietà – si passa allo scontro. È sul finanziamento ai partiti e poi sulle alleanze. Bersani difende il patto con Casini, insieme a Tabacci. Gli altri tre, a cominciare da Renzi, non ne voglio sapere.
Il “rottamatore” sui soldi alle forze politiche cala l’asso, attaccando «chi pur avendo governato», non ha varato la norma contro il conflitto di interessi e «ha preso in giro gli italiani con una legge sul finanziamento pubblico ai partiti». È un punto per il sindaco, che però di “rottamazione” questa volta non parla. Bersani rimonta sulle ricette concrete. Quando dice: «Mai più paradisi fiscali, perché la ricchezza sa dove scappare … e poi in Italia serve una parola chiara, mai più condoni, mai più». Serve piuttosto una patrimoniale per alleggerire l’Imu. Via l’Imu sulla prima casa – anche per Vendola – e una tassa sui redditi del 75% «da un milione in su». Subito Renzi rimbrotta: «La patrimoniale per chi ha più di un milione di euro va bene, ma in Italia sono solo 786». La massima distanza è tra Vendola e Renzi e, in subordine, tra Vendola e Tabacci. Però le differenze tra i candidati si accorciano quando si parla delle riforme Fornero e di Marchionne. I 5 sfidanti per la premiership del centrosinistra esprimono sostanzialmente 5 no. Certo, la riforma delle pensioni piace a Renzi. Vendola va all’attacco sulla riforma del lavoro: «È uno sfregio alla civiltà». Bersani condivide con Renzi il fatto che «bisogna scrostare, rinnovare la società» e aggiunge che comunque «la riforma Fornero non basta».
Puppato difende i giovani, altro che choosy o bamboccioni come «li definiva Brunetta». Renzi la corregge: «Bamboccione l’ha detto Padoa-Schioppa». Bersani replica: «Dammi un occhio e poi giudicami tra due anni perché in 48 ore non si risolve la precarietà». Su Marchionne, il sindaco “rottamatore” fa autocritica: «Io che le avevo creduto…». «Io che non le avevo mai creduto», incalza Vendola. E Bersani: «Caro ingegnere, lei sta parlando con qualcuno che non le beve, lei Marchionne è un po’ osè». Tensione tra Renzi e Tabacci su alleanze, Monti-bis e costi della politica: Il “rottamatore” denuncia: «Rispetto Tabacci e la sua
storia, che ora gli ha permesso di distribuire poltrone con Monti di qua, e Casini di là. Ma così si consegna il paese a Grillo». Tabacci contro la demagogia di Renzi: «Un governo con dieci ministri non sta in piedi». Bersani bacchetta Renzi e Vendola sul no a Casini: «Non siate settari».
Sui diritti gay. Per Renzi ci vuole la civil partnership. Vendola non ricorre alla sua esperienza personale, però afferma che gli omosessuali non possono accontentarsi di spicchi di diritto: «Sì all’adozione per le coppie omosex». Bersani media: «Tra massimalismo e minimalismo bisogna trovare la strada, sono per la legislazione tedesca, ma sull’adozione sono per un principio di precauzione». Infine appelli e il pantheon. «Serve il cambiamento e un governo forte», per Bersani che cita papa Giovanni XXIII come suo punto di riferimento. Mentre Vendola (la sua bussola è il Cardinal Martini) invita al riscatto dall’era berlusconianiana: «Io un acchiappanuvole per un’Italia migliore». Renzi (Mandela il suo idolo) ironizza: «Sento dire se vince Renzi, finisce il centrosinistra, c’è chi crede alle profezie Maya e chi a D’Alema». In conclusione? Soddisfatti. Foto di gruppo e battuta di Renzi : «Io mi metto a sinistra di Vendola». Bersani twitta: «Bel confronto, siamo forti».
La Repubblica 13.11.12
Pubblicato il 13 Novembre 2012