Le rilevazioni Tecnè danno al leader Pd un vantaggio di 14 punti che cala a 12 se al voto vanno oltre 2 milioni e mezzo di elettori. C’è un dato di fatto verificato a risultati acquisiti al termine di numerose consultazioni primarie. E cioè, conferma Carlo Buttaroni presidente dall’istituto di ricerca Tecnè, che «c’è un tasso di corrispondenza molto elevato tra gli elettori delle politiche e quelli delle primarie» e che «circa un elettore su quattro partecipa, presumibilmente, ad entrambe le consultazioni con un voto coerente».
Di conseguenza è particolarmente interessante il sondaggio condotto da Tecné che fornisce i dati su quale candidato si accingono a scegliere gli elettori che in questi giorni stanno richiedendo il certificato elettorale. Il campione, raccolto su tutto il territorio nazionale e composto da soggetti maggiorenni, è rappresentativo per sesso, classi di età, area geografica ed è stato estratto in modo casuale dagli elenchi telefonici. Le interviste realizzate dal 6 al 9 novembre hanno riguardato duemila soggetti più un sovracampionamento di mille elettori di centrosinistra.
FOTOGRAFIA DI UN FENOMENO
«L’indagine fotografa il fenomeno» dice Carlo Buttaroni. Per farlo i riflettori sono stati puntati su quel 5,2 per cento che «sicuramente» o «molto probabilmente» si recheranno al seggio per partecipare alle primarie. C’è anche un «probabilmente sì» al 2,1 per cento e un «più si che no» all’1,8.
Gli altri sono «meno analizzabili» perché il loro livello di mobilitazione è destinato a cambiare nell’avvicinarsi della scadenza e gli attuali «incerti» potrebbero andare a rendere più pesante la dote di voti di ogni singolo candidato. Gli incerti sono infatti una variabile e aumentano con il crescere dei votanti. Se alle urne si recheranno 1 milione e quattrocentomila elettori Bersani dovrebbero incassare il 40 per cento dei voti, Renzi il 26 per cento, Vendola il 19, Puppato il 3 e Tabacci l’1 con gli indecisi all’11 per cento. Scende di due punti il segretario Pd se al voto vanno in 2,5 milioni, Renzi sale di un punto, scende Vendola di due mentre Puppato resta fissa così come Tabacci e gli incerti passano al 14 per cento. Se cresce la partecipazione (consulta la scheda) Bersani registra uin calo e Renzi aumenta i consensi. Crescono anche gli indecisi.
La stima con due milione e mezzo di votanti, facendo una distribuzione in prercentuale degli incerti, porterebbe Bersani al 44 per cento, Renzi al 31, Vendola al 20 per cento, Puppato al 4 e Tabacci all’ uno.
Rispetto ad altri sondaggi condotti nei giorni precedenti a quest’ultimo c’è da registrare, man mano che ci si avvicina al voto, un maggiore impegno dell’elettorato di centrosinistra, innanzitutto del Pd, mentre si allontanano gli elettori di centrodestra, pur interessati in precedenza ad esprimere la loro opinione. Questo avviene perché le primarie sono viste dall’elettore, comunque si collochi, come uno strumento positivo di partecipazione collettiva. Questa volta poi a incoraggiare un già verificato atteggiamento di distacco c’è anche la possibilità, per ora confermata, di possibili primarie nel centrodestra.
Questo per quanto riguarda il primo turno. Se nessuno dei candidati supererà il 51 per cento si andrà al ballottaggio. Presumendo anche sulla base delle risposte al sondaggio, che si svolgerà tra Bersani e Renzi e limitandosi sempre a quel 5,2 per cento di campione, il segretario del Pd dovrebbe arrivare al 42 per cento mentre il sindaco di Firenze è accreditato di un 30 per cento. Gli incerti sono molti: il 28 per cento.
L’Unità 13.11.12
Pubblicato il 13 Novembre 2012