“Il dinosauro tra le macerie”, di Massimo Giannini
L’«Ufficio di presidenza » del Pdl è la rappresentazione plastica dell’agonia di un partito mai nato. Lo spettacolo andato in scena ieri a Palazzo Grazioli, un tragico Berlusconi che come Crono divora i suoi figli e un patetico Alfano che azzarda un impossibile parricidio, certifica la penosissima fine dell’anomala e incompiuta «destra italiana». Un gruppo dirigente tremebondo e allo sbando, per anni incapace di un pensiero autonomo, tenuto in ostaggio da un vecchio caudillo al tramonto. Quella di Berlusconi è la tragedia di un uomo confuso. Le sue parole galleggiano nel vento, in una spirale vorticosa di nonsensi e di contraddizioni. Le sue conferenze stampa sono un misto tra il Teatro dell’Assurdo di Jonesco e la Deriva Situazionista di Debord. Nel videomessaggio di Villa San Martino annuncia il ritiro definitivo dalla scena (nuovo «gesto d’amore per l’Italia»), sostiene le primarie e rilancia Alfano. Nell’intervista al Tg5 dopo la condanna a 4 anni nel processo Mediaset proclama la sua ridiscesa in campo («contro la dittatura dei magistrati »), affonda le primarie e ignora Alfano. Nell’editto di …