attualità, cultura, pari opportunità | diritti

"Omofobia, di nuovo bocciato il testo base", di Maria Zegarelli

Bocciata ancora una volta. Pdl, Lega e Udc non vogliono la legge contro l’omofobia. Ricreano lo stesso asse che ha fatto il blitz sulla legge elettorale e bocciano il testo presentato in Commissione Giustizia alla Camera, da Pd e Idv, nel giorno in cui il governo francese dà l’ok ai matrimoni gay e due Stati americani sia accingono a fare altrettanto. Un’altra brutta pagina scritta da una parte della politica italiana in Parlamento. Il testo base per la legge contro l`omofobia e la transfobia, prevedeva l`estensione della legge Mancino. Ad astenersi da fronte del centro-destra soltanto l’ex ministro Mara Carfagna e Ria. «La battaglia del Pd e dell`Idv ovviamente continuerà in aula dove, per la terza volta, chiederemo di approvare una norma di civiltà di cui il nostro paese ha assolutamente bisogno. Ci vediamo in Aula.», commenta a caldo Paola Concia. Dall’Idv è il responsabili Diritti, Franco Grillini a intervenire: «Grazie all’IdV e alla quota legislativa di cui dispone in quanto opposizione, il testo di legge approderà ai lavori dell’Aula. Lì vedremo se, di fronte ai grandi cambiamenti epocali in materia di diritti civili, ai quali stiamo assistendo in tutto il mondo occidentale, la destra italiana avrà il coraggio di presentarsi con il suo volto peggiore e omofobo».
Duro il commento di Aurelio Mancuso di Equality Italia: «Il mondo cambia, le libertà, i diritti civili sono al centro dei governi occidentali, e l’Italia s’incaponisce a rivestire il tremendo ruolo di unico Paese fondatore dell’UE a non avere leggi di tutela delle persone lgbt. Ora la proposta di legge, presentata dal PD e IdV, approderà in Aula, dove è immaginabile un’ennesima sceneggiata offensiva della dignità dei gay e dei/delle trans da parte dei partiti del centro destra e dell’UdC». Protesta l’Arcigay, mentre Nichi Vendola definisce il voto in Commissione «la fotografia precisa di come il centrodestra ha fatto diventare l’Italia, un Paese in degrado a causa di una classe politica ipocrita». Giulia Bongiorno (Fli), presidente della commissione Giustizia, parla di «ennesima occasione gettata al vento» e auspica anche lei l’intervento dell’esecutivo.
«Ancora una volta – ha sottolineato Federico Palomba dell’Idv – la lobby omofoba è intervenuta per bloccare una norma giusta e opportuna». Da Fli Giulia Bongiorno la definisce «l’ennesima occasione gettata al vento sul versante della lotta ai cosiddetti crimini d’odio» e si rivolge direttamente al governo, così «attento alle istanze europee affinchè riconosca l’urgenza di un intervento legislativo in materia». A rivolgersi direttamente al ministro Cancellieri, invece, è Donatella Ferrante dal Pd chiedendo che si valuti, visto che sussistono i requisiti di urgenza, la presentazione di un decreto governativo. Mara Carfagna consegna al suo blog la delusione per la decisione assunta dal suo partito: «L’importante, ora è fare qualcosa, perché la cronaca ci dimostra che non si può più attendere. È questa la ragione per cui oggi, a differenza dei colleghi del Pdl, non ho votato contro il testo, ma ho deciso di astenermi. L’iter della legge, nonostante la bocciatura in commissione, non si ferma».
L’Unità 08.11.12
******
“Blitz alla Camera, salta la legge anti-omofobia”, di Elsa Vinci
Pdl, Lega e Udc bocciano il testo in commissione. Il Pd: “Vergogna, il governo faccia un decreto”. Bocciata la legge contro l’omofobia. Se la Francia da ieri riconosce i matrimoni tra omosessuali, in Italia omofobi e transfobici possono continuare a girare indisturbati. Le norme che prevedono pesanti sanzioni penali per chi non rispetta una sessualità diversa finiscono in soffitta: a Montecitorio la commissione Giustizia ha approvato un emendamento della Lega Nord che ha cancellato l’intera legge. Il testo in discussione estendeva i contenuti della legge Mancino del 1993: un anno di carcere per chi istiga non solo all’odio razziale, etnico o religioso ma anche a quello contro le persone omosessuali. «Italietta bigotta », riecheggia la sinistra. «Medioevo dei diritti», accusa Ingazio Marino, senatore dei democratici. «Il centro-destra condanna il paese all’oscurantismo », reagisce Nichi Vendola, leader di Sel. Il Parlamento è diviso ma c’è chi non si arrende.
Paola Concia del Pd, totem della comunità gay, da sempre impegnata nell’approvazione della legge, promette che la battaglia riprenderà in aula, dove però rischia di riformarsi il “fronte del no” organizzato da Pdl, Lega Nord e Udc. Donatella Ferrante, capogruppo del Pd in commissione Giustizia, chiede al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, di intervenire direttamente con un decreto legge. «Le aggressioni sono all’ordine del giorno — ricorda — e solo il cinismo di Alfano, Casini e Maroni può perseverare in questa ipocrisia imbarazzante». Giulia Bongiorno (Fli), presidente della commissione Giustizia, parla di «ennesima occasione gettata al vento». Anche lei auspica l’intervento dell’esecutivo: «Rivolgo un appello a questo governo, così attento alle istanze europee, affinché riconosca l’urgenza di un intervento legislativo». Sul testo bocciato, prima firma Di Pietro-Palomba, giura di non arrendersi pure l’Idv. «Ancora una volta — afferma Federico Palomba — la lobby omofoba è intervenuta per bloccare una norma giusta e opportuna».
Una sola eccezione nel centro destra: la pdiellina Mara Carfagna, ex ministro per le Pari opportunità, al momento della votazione si è astenuta. «L’iter della norma anti omofobia — dice — deve andare avanti per trovare in aula soluzioni condivise ed equilibrate come quelle già attuate in molti Stati moderni».
Lo stop alla legge ha provocato l’ennesimo strappo nella maggioranza che sostiene il governo Monti, e soprattutto ha allontanato ancora di più Pd e Udc. Ma al di là del dato politico, l’Italia sembra non riuscire a dotarsi di uno strumento giuridico che punisca i reati contro la discriminazione sessuale. La legge è stata affossata proprio nel giorno in cui tre Stati americani hanno approvato le nozze tra persone dello stesso sesso, mentre la Corte Costituzionale spagnola difende la legittimità della legge sul matrimonio omosex, e il governo francese sdogana i matrimoni gay. L’Italia, controcorrente, è l’unico Paese fondatore dell’Unione europea a non avere leggi di tutela per gli omosessuali. È recentissima, tra l’altro, l’ennesima aggressione omofobica di due ragazzi a Firenze che si tenevano per la mano. Il sindaco Matteo Renzi invita «a guardare soprattutto ai diritti». Il Pd ha scritto al ministro dell’Interno: se il Parlamento non è in grado di legiferare vi sono tutte le ragioni di necessità e urgenza per valutare la presentazione di un decreto governativo.
La Repubblica 08.11.12