“Non è possibile immaginare che dalla palude venga fuori una qualsiasi governabilità”. Questo è stato il commento di Pier Luigi Bersani sulla riforma elettorale dopo il blitz di Pdl, Udc e Lega che ha alzato a 42,5% la soglia per il premio di coalizione alla prossima tornata elettorale. “Non ce l’ho con nessuno, invito tutti a riflettere, a fare come abbiamo fatto noi: prima di tutto l’Italia. Noi – ha continuato il Segretario del PD – un anno fa abbiamo fatto una scelta che significa prima di tutto l’ Italia, la facessero anche loro questa scelta. La legge elettorale non può lasciare il paese nella confusione: la soglia del 42,5% e’ troppo elevata e occorre studiare una tecnica che consenta alle forze di maggioranza di governare”.
“Noi lavoriamo per un accordo pero’ voglio dire due cose molto precise: la prima e’ che nessuno pensi che si possa andare avanti a strappi, magari fatti contro di noi, per poi aggiustare qualcosa dopo. Si deve ragionare sull’insieme di questa riforma. Non si va avanti a strappi. Seconda cosa, e’ che sia chiaro che non saremo mai disponibili ad approvare una legge che dichiarasse da subito che l’Italia non e’ governabile”.
“Mi spiace – ha proseguito Bersani – ma questa responsabilità non ce la prendiamo perché non stiamo pensando al Pd ma al nostro Paese che ha un sacco di problemi e che deve essere governato da qualcuno l’anno prossimo”.
Alla domanda dei cronisti sulla possibilita’ che si voglia varare una legge elettorale perche’ non vinca il Pd, Bersani ha sottolineato che “probabilmente per paura che possa vincere il Pd si arriva a decisioni che rendono purtroppo al di sotto la soglia di governabilità. Non c’è’ nessuno che con il 30% voglia il 55% – ha continuato Bersani – ma attenzione, non possiamo consegnare il Paese alla prospettiva di non avere un azionista di riferimento per organizzare un governo per questo Paese”.
Bersani si è detto disponibile ad una riforma, “a patto che il giorno delle elezioni si sappia chi governerà”
Per Maurizio Migliavacca , coordinatore della segretaria nazionale del Pd, “nessuno vuole il 55 per cento dei seggi con il 30 per cento dei voti. Casini eviti di scherzare su un tema così serio. Non è proprio il caso. Il punto è che si sta parlando di una riforma elettorale che in premessa nega ogni possibile governabilità. Lo diciamo non per il Pd, ma nell’interesse dell’Italia”.
“Sulla legge elettorale noi affronteremo stasera il passaggio cruciale. Nella giornata di ieri si è registrato un voto che io definisco inquietante, con cui si è stabilito di fissare la soglia al 42,5 per cento per il premio di maggioranza senza prevedere alcuna possibilità, nel caso in cui la coalizione non raggiungesse quella soglia, di premio al primo partito. Si scontrano due visioni: quella di chi, come noi, vorrebbe un sistema che consenta agli elettori di avere un governo stabile e coeso la sera stessa delle elezioni e quella di chi vuole una legge elettorale che non faccia né vincere né perdere nessuno”. Lo ha detto ai cronistiAnna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
“Noi pensiamo al bene dell’Italia – ha proseguito Anna Finocchiaro – Pensiamo che la soglia del 40 per cento debba essere comunque posta come limite alle coalizioni per il premio di maggioranza, pensiamo che se quella soglia viene raggiunta la coalizione vincente debba avere la maggioranza del 54 per cento sia alla Camera che al Senato, pensiamo che in caso contrario al primo partito vada un premio che noi stimiamo sul 12 per cento, ma che non può essere inferiore al 10. E’ ancora, come sempre, la prospettiva futura del Paese che ci interessa. Noi pensiamo che l’Italia abbia bisogno di un governo stabile, coeso e forte, altri pensano che sul tema della legge elettorale si possa trovare un escamotage per non avere né vinti né vincitori. Noi crediamo che questo non faccia bene all’Italia e non lo possiamo consentire”.
”Sono contrario alla legge elettorale che si sta delineando al Senato. Sarebbe un proporzionale puro e nessuno governerà l’Italia”. Così il vice presidente del Senato Vannino Chiti ospite della trasmissione Agorà.
”Garantire la rappresentanza dei cittadini – ha proseguito il Senatore Pd – non significa soltanto conoscere il nome di chi si vota, e’ anche il collegamento tra l’eletto e il territorio per tutta la legislatura. Se invece si scelgono le preferenze (con i costi per la politica e il rischio di condotte ai limiti se non oltre l’illegalità che possono comportare) in circoscrizioni molto ampie, come nella bozza di legge, – al Senato addirittura tutta una regione – il collegamento con i territori viene meno”.
Inoltre, aggiunge l’esponente del Pd, ”si eleggono i 2/3 dei parlamentari con le preferenze e 1/3 con il listino bloccato, ma il listino ha la precedenza. Quindi chi porta la bandiera delle preferenze, in molte circoscrizioni eleggerà un solo rappresentante che verrà preso dal listino bloccato”.
Insomma, ha concluso Chiti, “se vogliamo che ci sia un governo dopo le elezioni, dobbiamo almeno abbassare la soglia per il premio di maggioranza al 40% e stabilire che se nessuna coalizione la supera si assegna un premio in seggi del 10% al primo partito. Il ‘porcellum’ nel 2005 lo vollero il Pdl, la Lega e l’Udc. Noi votammo contro. Adesso con questa riforma ci stanno portando in Grecia, e non per turismo, anziché in Germania o in Francia come si era detto”.
“Oggi si è votata la ingovernabilià della prossima legislatura”. Lo ha detto il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda a seguito del voto della Commissione Affari Costituzionali.
“Mi auguro che in Aula le decisioni di questa rinnovata maggioranza Pdl – Lega cambino. Ma, se la soglia dovesse rimanere questa, avremmo una legislatura ingovernabile”.
“Nel 2005 l’ingovernabilità della legislatura successiva era stata decisa con il porcellum, cioè con le liste bloccate. Adesso si vuole arrivare all’ingovernabilità della prossima legislatura mettendo una soglia irraggiungibile”.
“Considero gravissimo l’emendamento alla legge elettorale che fissa la soglia del 42,5% per il premio di maggioranza alla coalizione. E’ a tutti gli effetti un inganno ai danni degli italiani che voteranno per una coalizione alla quale sarà impedito di governare”. Lo dice Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo PD al Senato che continua: “Pdl e Lega, destinate alla sconfitta elettorale, invece di preoccuparsi di come recuperare credibilità e consenso nella società, legiferano ancora una volta per impedire al centrosinistra di governare. Si ripropone l’operazione vergognosa fatta alla fine della legislatura 2001-2006 con il Porcellum per impedire il pieno successo elettorale di Prodi. Purtroppo, oggi come allora, l’Udc sceglie Berlusconi”.
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Pubblicato il 8 Novembre 2012