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Legge elettorale, Bersani: “Così non ci stiamo, serve governabilità”

E’ fin troppo chiaro che la discussione non è sulla soglia del 40% o del 42%, ma che il PdL, la Lega e l’Udc vogliono una legge elettorale perché nessuno vinca, noi invece vogliamo una legge elettorale perché il Paese abbia un governo stabile, coerente e coeso. Non contenti di questo, si sono votati oggi l’introduzione della terza preferenza, che con tutta evidenza ostacola la presenza delle donne nelle istituzioni. “Così non ci stiamo, serve governabilità. Qualcuno teme che governiamo noi”, ha scritto su Twitter il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani, a proposito della riforma della legge elettorale che è all’esame della Commissione Affari costituzionali al Senato.
“Il voto della commissione Affari costituzionali che introduce la soglia del 42,5% per l’attribuzione del premio di maggioranza del 12,5 rompe il dialogo tra le forze politiche sulla riforma della Legge Elettorale”, ha incalzato la Presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro.
“Il PdL, la Lega e l’Udc – ha spiegato Finocchiaro – vogliono una legge elettorale perché nessuno vinca, e nessuno perde, con riedizioni di strane coalizioni e maggioranza, magari con un premier tecnico, perchè questo garantisce queste forze. Noi invece vogliamo una legge elettorale perché il Paese abbia un governo stabile, coerente e coeso. La questione della soglia oltre la quale si ottiene il premio maggioranza è tutta qui: anche noi vogliamo una soglia, ma vogliamo un premio di maggioranza che consenta agli italiani, la sera delle elezioni, di sapere chi ha vinto e chi governerà ed, in ogni caso, di poter confidare su un governo che abbia una sua stabilità che accompagni l’Italia fuori dalla crisi”.
Ha proseguito la Presidente dei democratici:”Non contenti di questo si sono votati oggi l’introduzione della terza preferenza, che con tutta evidenza ostacola la presenza delle donne nelle istituzioni. Ma evidentemente il PdL pensa che di donne nelle istituzioni ce ne siano già abbastanza, e dunque vuole ridurne un po’ il numero. Invece di andare avanti torniamo alla Prima Repubblica”.
Ed ha spiegato: “A questo punto noi faremo la nostra proposta in Aula, i lavori della Comissione con questo voto sono compromessi. Il PD proporrà dunque un emendamento per l’Aula con una soglia al 40% e un premio del 15, mentre se nessuno dovesse raggiungere il 40% ci sarebbe l’attribuzione di un premio di aggregazione al primo partito del 10%”.
Finocchiaro non ha nascosto il proprio disappunto per come si sono svolti i lavori in Commissione. “Purtroppo – ha sottolineato – si sono avverati i timori espressi questa mattina dal segretario Bersani. C’è chi pensa ai propri interessi personali, come il Pdl – ha aggiunto – per cui è meglio che non vinca nessuno, per quanto ci riguarda nessuno di noi nel PD pensa che il premio di maggioranza debba prescindere da una soglia minima e nessuno pensa di ripetere la porcata del Porcellum che consentiva a chi aveva un solo voto in più di raggiungere il 55%. Qui la questione non è tecnica ma strettamente politica. Il PD vuole un premio non stratosferico ma semplicemente capace di garantire la governabilità”.
Per quanto riguarda i prossimi passi, andremo in Aula, dove assisteremo a qualche incidente, qui o alla Camera, perchè penso che sulle preferenze il Pdl si sgranerà – ha continuato Finocchiaro – del resto – ha concluso – era per questo motivo che noi proponevamo una legge elettorale che partisse con un consenso ampio almeno del 70%”.
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“Cambiare la legge elettorale era e deve rimanere un impegno prioritario dei partiti e dei gruppi parlamentari”. ha dichiarato Marina Sereni, vicepresidente dell’assemblea nazionale del PD, secondo cui “non ha alcun senso auspicare una qualsiasi riforma elettorale se non si risponde a due esigenze essenziali: restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e dare stabilità e governabilità a chi vince le elezioni”.
In difesa dell’operato del proprio partito, la deputata democratica ha aggiunto: “I tanti commentatori che rimproverano ai partiti di non aver fin qui trovato un accordo condiviso fa bene Bersani a ricordare che il PD ha avuto una posizione chiara e lineare sin dal primo momento, dando il massimo di disponibilità a costruire una mediazione”.
Secondo la Sereni “sarebbe folle abrogare il Porcellum per fare una legge peggiore, in cui i cittadini non solo non sceglierebbero i parlamentari ma nemmeno l’indirizzo di governo. Fare una riforma per far precipitare l’Italia in una situazione di incertezza e instabilità è esattamente ciò che spaventa i mercati e rischia di allargare il fossato tra i cittadini e le istituzioni democratiche”.
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“Considero gravissimo l’emendamento alla legge elettorale che fissa la soglia del 42,5% per il premio di maggioranza alla coalizione. E’ a tutti gli effetti un inganno ai danni degli italiani che voteranno per una coalizione alla quale sarà impedito di governare”, ha commentato Nicola Latorre, vicepresidente del Gruppo PD al Senato.
“Pdl e Lega, destinate alla sconfitta elettorale, invece di preoccuparsi di come recuperare credibilità e consenso nella società, legiferano ancora una volta per impedire al centrosinistra di governare. Si ripropone l’operazione vergognosa fatta alla fine della legislatura 2001-2006 con il Porcellum per impedire il pieno successo elettorale di Prodi. Purtroppo, oggi come allora, l’Udc sceglie Berlusconi”.
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“Oggi si è votata la ingovernabilià della prossima legislatura”, ha detto il vicepresidente dei senatori del PD, Luigi Zanda a seguito del voto della Commissione Affari Costituzionali.
“Mi auguro che in Aula le decisioni di questa rinnovata maggioranza Pdl – Lega cambino. Ma, se la soglia dovesse rimanere questa, avremmo una legislatura ingovernabile. Nel 2005 l’ingovernabilità della legislatura successiva era stata decisa con il porcellum, cioè con le liste bloccate. Adesso si vuole arrivare all’ingovernabilità della prossima legislatura mettendo una soglia irraggiungibile”.
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“Non contento di aver fatto passare un emendamento peggiorativo del testo base (il loro!) che alza al 42,5% la soglia minima per il premio di governabilità, il Pdl modifica con un emendamento Gasparri anche le preferenze portandole da due di diverso genere a tre. Così il ritorno alla prima repubblica è assicurato: meno donne a favore dei signori delle ‘triplette”, hanno commentato le senatrici del Pd Marilena Adamo e Maria Fortuna Incostante, componenti della commissione Affari costituzionali.
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