Giorno: 6 Novembre 2012

"Il metodo dell´ostracismo", di Francesco Merlo

Come sempre chi ha idee confuse ha paura delle idee. E dunque Grillo e i suoi pasdaran, per paura delle idee di Federica Salsi, hanno deciso di punirla e l´hanno isolata anche fisicamente, come fanno i talebani con le donne che hanno rotto il patto d´onore. Mancava solo che le tirassero le pietre. E infatti, quando nel consiglio comunale di Bologna lo spettacolo è diventato grottesco, la Salsi si è sentita – ha detto – «lapidata in pubblico». E le pareva – ha aggiunto – di essere «dentro Scientology» perché questo cieco fanatismo grillino sarà pure comicità che si fa tragedia, ma chissà quanti vaffanculo stanno diventando concreti e duri sulla pelle di una donna viva e sensibile. E infatti le è sembrato di subire – ha scandito – «una violenza» quando il suo compagno e collega Massimo Bugani si è alzato e l´ha lasciata sola pronunziando frasi sconnesse ma tonitruanti come questa: «Io credo che per me parli la mia storia» (la geografia è afasica?). Come si vede, il linguaggio è ridicolo ma anche …

“Il contrasto tra numeri e salute”, di Vladimiro Zagrebelsky

Alla fine pare che i fondi per mantenere il livello di assistenza ai malati gravi non autosufficienti, come principalmente quelli colpiti dalla Sla, siano stati trovati. C’erano dunque. Ma il disegno di legge di stabilità, presentato dal ministro dell’Economia e delle Finanze a nome del governo, li tagliava, destinandoli altrove. Se il lavoro che si svolge in Parlamento per riscrivere la manovra finanziaria di fine anno risolverà il problema, si potrebbe esser soddisfatti, un errore e un torto saranno stati riparati e si potrebbe dire che tutto è bene quel che finisce bene. Non è però così semplice e la vicenda, anche se avrà conclusione positiva, merita qualche riflessione. Anche perché potrebbe essere vista come l’esempio di un problema più generale. Il diritto alla salute – intesa questa come il più elevato livello dello stato di salute raggiungibile dalla persona – è l’unico diritto che la Costituzione qualifica come fondamentale. E non per enfasi e sovrabbondanza redazionale, ma per meditata e discussa ragione nel corso dei lavori dell’Assemblea costituente. L’Italia è poi tenuta a garantire …

"Il contrasto tra numeri e salute", di Vladimiro Zagrebelsky

Alla fine pare che i fondi per mantenere il livello di assistenza ai malati gravi non autosufficienti, come principalmente quelli colpiti dalla Sla, siano stati trovati. C’erano dunque. Ma il disegno di legge di stabilità, presentato dal ministro dell’Economia e delle Finanze a nome del governo, li tagliava, destinandoli altrove. Se il lavoro che si svolge in Parlamento per riscrivere la manovra finanziaria di fine anno risolverà il problema, si potrebbe esser soddisfatti, un errore e un torto saranno stati riparati e si potrebbe dire che tutto è bene quel che finisce bene. Non è però così semplice e la vicenda, anche se avrà conclusione positiva, merita qualche riflessione. Anche perché potrebbe essere vista come l’esempio di un problema più generale. Il diritto alla salute – intesa questa come il più elevato livello dello stato di salute raggiungibile dalla persona – è l’unico diritto che la Costituzione qualifica come fondamentale. E non per enfasi e sovrabbondanza redazionale, ma per meditata e discussa ragione nel corso dei lavori dell’Assemblea costituente. L’Italia è poi tenuta a garantire …

“Le ragioni dell´incertezza”, di Vittorio Zucconi

La crepa dell´incertezza attraversa come una faglia sismica la giornata della democrazia elettorale americana, aprendo l´ipotesi di ogni terremoto possibile. Era dal duello fra Truman e Dewey nel 1948, di Nixon contro Kennedy del 1960 e dall´indimenticabile tragicommedia di Bush e Gore decisa da 530 voti nel 2000, che l´America non si presentava al proprio massimo rito civico con tanti dubbi. Oltre il confine dei sondaggi, che restano tutti ben all´interno dei margini di errore, dunque possono essere rovesciati dal voto, c´è una nazione che non si riconosce né in Romney né in Obama. C´è un elettorato che sceglierà il repubblicano per puro odio del democratico, e un altro che appoggia svogliatamente il presidente pur di non cedere il timone. Oggi saranno costretti a scegliere senza vero trasporto qualcuno che non vorrebbero. Le crepe dell´incertezza attraversano geografia e demografia, dividono Stati e città, Atlantico e Pacifico, maschi e femmine, giovani e anziani, ricchi e meno ricchi, bianchi e non bianchi e sembrano, anziché saldarsi, aprirsi. Non c´è un “partito di Romney”, entusiastico e mobilitato come …

"Le ragioni dell´incertezza", di Vittorio Zucconi

La crepa dell´incertezza attraversa come una faglia sismica la giornata della democrazia elettorale americana, aprendo l´ipotesi di ogni terremoto possibile. Era dal duello fra Truman e Dewey nel 1948, di Nixon contro Kennedy del 1960 e dall´indimenticabile tragicommedia di Bush e Gore decisa da 530 voti nel 2000, che l´America non si presentava al proprio massimo rito civico con tanti dubbi. Oltre il confine dei sondaggi, che restano tutti ben all´interno dei margini di errore, dunque possono essere rovesciati dal voto, c´è una nazione che non si riconosce né in Romney né in Obama. C´è un elettorato che sceglierà il repubblicano per puro odio del democratico, e un altro che appoggia svogliatamente il presidente pur di non cedere il timone. Oggi saranno costretti a scegliere senza vero trasporto qualcuno che non vorrebbero. Le crepe dell´incertezza attraversano geografia e demografia, dividono Stati e città, Atlantico e Pacifico, maschi e femmine, giovani e anziani, ricchi e meno ricchi, bianchi e non bianchi e sembrano, anziché saldarsi, aprirsi. Non c´è un “partito di Romney”, entusiastico e mobilitato come …