Giorno: 5 Novembre 2012

“Primarie e programma: università, tasse, giovani”, di Marco Meloni

Superate le schermaglie polemiche legate a rottamazioni e regole, sembra finalmente giunto il tempo perché le primarie siano un confronto sul programma di governo del centrosinistra. Finora Pier Luigi Bersani ha dato al rilancio di istruzione, università e ricerca un’importanza centrale. Lo ha fatto simbolicamente, avviando la sua campagna per le primarie a Ginevra coi ricercatori del CERN, e lo ha fatto concretamente, imponendo al governo la marcia indietro su ulteriori tagli alla scuola o interventi improvvisati sugli enti di ricerca, dopo che il Pd ha contrastato, la scorsa estate, l’aumento delle tasse universitarie, dopo aver avanzato all’esecutivo guidato da Mario Monti prima, all’atto della sua costituzione, le proprie proposte per l’agenda di governo, e successivamente un pacchetto di misure per sostenere il diritto allo studio. Tutti, perlomeno a parole, sembrano condividere la centralità di istruzione, ricerca e innovazione per riattivare la mobilità sociale e ridare speranza per i giovani. Nei giorni scorsi anche Matteo Renzi, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Firenze, ha dichiarato che “sarà un grande giorno quando il sistema paese capirà …

"Primarie e programma: università, tasse, giovani", di Marco Meloni

Superate le schermaglie polemiche legate a rottamazioni e regole, sembra finalmente giunto il tempo perché le primarie siano un confronto sul programma di governo del centrosinistra. Finora Pier Luigi Bersani ha dato al rilancio di istruzione, università e ricerca un’importanza centrale. Lo ha fatto simbolicamente, avviando la sua campagna per le primarie a Ginevra coi ricercatori del CERN, e lo ha fatto concretamente, imponendo al governo la marcia indietro su ulteriori tagli alla scuola o interventi improvvisati sugli enti di ricerca, dopo che il Pd ha contrastato, la scorsa estate, l’aumento delle tasse universitarie, dopo aver avanzato all’esecutivo guidato da Mario Monti prima, all’atto della sua costituzione, le proprie proposte per l’agenda di governo, e successivamente un pacchetto di misure per sostenere il diritto allo studio. Tutti, perlomeno a parole, sembrano condividere la centralità di istruzione, ricerca e innovazione per riattivare la mobilità sociale e ridare speranza per i giovani. Nei giorni scorsi anche Matteo Renzi, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Firenze, ha dichiarato che “sarà un grande giorno quando il sistema paese capirà …

"Disoccupazione, allarme dell'Istat E il Pil andrà in rosso anche nel 2013", da corriere.it

Disoccupazione record, retribuzioni quasi ferme, contrazione dei consumi e Pil in calo. È un quadro a tinte fosche dell’economia italiana quello tratteggiato dall’Istat in un rapporto sulle prospettive dell’economia 2012-2013. L’istituto di statistica prevede un «rilevante incremento» del tasso di disoccupazione per quest’anno, al 10,6%. Il prossimo anno poi il tasso continuerebbe a salire raggiungendo l’11,4% «a causa del contrarsi dell’occupazione», unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. REDDITO E CONSUMI – Nel biennio 2012-2013 le famiglie italiane continueranno «a sperimentare significative riduzioni del reddito – si legge nel rapporto -, con conseguenze negative sul tasso di risparmio». I consumi subiranno dunque per tutto l’anno in corso una forte battuta d’arresto, mentre nel 2013 il calo si attenuerà. Quest’anno, previde l’istituto, la spesa privata per consumi registrerà una contrazione del 3,2% e sarà ancora in leggero calo nel 2013 (-0,7%), «a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali». Secondo l’Istat inoltre, «la crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie porterebbe, in un primo tempo, ad un …

“Disoccupazione, allarme dell’Istat E il Pil andrà in rosso anche nel 2013”, da corriere.it

Disoccupazione record, retribuzioni quasi ferme, contrazione dei consumi e Pil in calo. È un quadro a tinte fosche dell’economia italiana quello tratteggiato dall’Istat in un rapporto sulle prospettive dell’economia 2012-2013. L’istituto di statistica prevede un «rilevante incremento» del tasso di disoccupazione per quest’anno, al 10,6%. Il prossimo anno poi il tasso continuerebbe a salire raggiungendo l’11,4% «a causa del contrarsi dell’occupazione», unito all’aumento dell’incidenza della disoccupazione di lunga durata. REDDITO E CONSUMI – Nel biennio 2012-2013 le famiglie italiane continueranno «a sperimentare significative riduzioni del reddito – si legge nel rapporto -, con conseguenze negative sul tasso di risparmio». I consumi subiranno dunque per tutto l’anno in corso una forte battuta d’arresto, mentre nel 2013 il calo si attenuerà. Quest’anno, previde l’istituto, la spesa privata per consumi registrerà una contrazione del 3,2% e sarà ancora in leggero calo nel 2013 (-0,7%), «a seguito delle persistenti difficoltà sul mercato del lavoro e della debolezza dei redditi nominali». Secondo l’Istat inoltre, «la crescente situazione di disagio finanziario dichiarata dalle famiglie porterebbe, in un primo tempo, ad un …

"Per la ricerca sono finiti i soldi. E l'Italia arranca", di Carlo Buttaroni*

Già nel 1945, Vannerer Bush, fondatore della National Science Foundation, aveva previsto che per molti decenni a venire la scienza avrebbe rappresentato la base dello sviluppo economico, e affermava anche che la vera sfida dei Paesi avanzati fosse proprio la continua esplorazione di questa frontiera. E proprio l’Italia, Paese che necessita di grande spinta innovatrice per recuperare, dopo la crisi, un ritardo preesistente a essa in termini di competitività e crescita, rappresenta la Cenerentola d’Europa e in generale dei Paesi sviluppati. L’Italia, infatti, investe in ricerca l’1,3% del Pil, molto meno di Francia e Spagna, Repubblica Ceca, Irlanda, Australia e Cina. La Germania e gli Stati Uniti spendono più del doppio; il Giappone, la Finlandia e la Svezia più del triplo. Se a questo sommiamo la nostra incapacità ad affrontare i cambiamenti indotti dalla crisi economica e la debole crescita, il risultato è che stiamo accumulando un ritardo via via crescente. Un quadro, quindi, in costante peggioramento. È ovvio che non tutti i Paesi sono egualmente capaci di sfruttare la crisi in chiave di forte …

“Per la ricerca sono finiti i soldi. E l’Italia arranca”, di Carlo Buttaroni*

Già nel 1945, Vannerer Bush, fondatore della National Science Foundation, aveva previsto che per molti decenni a venire la scienza avrebbe rappresentato la base dello sviluppo economico, e affermava anche che la vera sfida dei Paesi avanzati fosse proprio la continua esplorazione di questa frontiera. E proprio l’Italia, Paese che necessita di grande spinta innovatrice per recuperare, dopo la crisi, un ritardo preesistente a essa in termini di competitività e crescita, rappresenta la Cenerentola d’Europa e in generale dei Paesi sviluppati. L’Italia, infatti, investe in ricerca l’1,3% del Pil, molto meno di Francia e Spagna, Repubblica Ceca, Irlanda, Australia e Cina. La Germania e gli Stati Uniti spendono più del doppio; il Giappone, la Finlandia e la Svezia più del triplo. Se a questo sommiamo la nostra incapacità ad affrontare i cambiamenti indotti dalla crisi economica e la debole crescita, il risultato è che stiamo accumulando un ritardo via via crescente. Un quadro, quindi, in costante peggioramento. È ovvio che non tutti i Paesi sono egualmente capaci di sfruttare la crisi in chiave di forte …

“Perché l’area Marino sostiene Bersani”, di Michele Meta

In questi anni chi si è ritrovato nell’area “cambia l’Italia”, dopo aver sostenuto alle scorse primarie di partito (circa 500.000 elettori) la candidatura di Ignazio Marino, ha svolto un ruolo di proposta culturale e politica in modo libero, schietto e unitario. Ha affermato tante personalità, a partire dai suoi leader, che hanno arricchito la politica della sinistra e del nostro Paese. Crediamo che se il Pd ha fatto dei passi in avanti sui temi riguardanti i diritti civili e delle persone, sul miglioramento dei servizi, sul rinnovamento del Partito, sull’apertura alla società e sull’unità delle forze progressiste, in parte sia anche merito nostro. Non ci siamo mai sentiti una corrente; semmai un pezzo critico e pensante della nostra comunità politica, teso a un lavoro costruttivo. Certo, non ci sono mancati limiti e difetti, ma l’impegno è stato davvero sincero.
Oggi siamo di fronte alla prova delle primarie per la scelta del candidato premier. È un passaggio delicato e decisivo. Ci impegneremo, prima di tutto, per fare in modo che il più alto numero di cittadini vada …