Giorno: 3 Novembre 2012

“Costi della politica, governo battuto 3 volte”, di Bianca Di Giovanni

Il decreto ribattezzato «anti-Batman» si trasforma in un vero calvario per il governo. In un solo pomeriggio l’esecutivo è stato battuto tre volte nel voto in commissione (Bilancio e Affari costituzionali in seduta comune), su tre proposte che riguardano l’affidamento dell’esattoria a Equitalia da parte dei Comuni, sulle penali dei municipi in caso di estinzione anticipata dei mutui, e sull’anticipo della Cassa depositi e prestiti per il versamento dei tributi dei lavoratori colpiti dal terremoto. Tre scivoloni, uno dietro l’altro. A dirla così sembra proprio un «tutti contro Monti». In realtà le cose sono andate in modo più complesso, e forse un esito diverso sarebbe stato impossibile. Che la vicenda sia stata più un «divorzio consensuale» (come la definisce a caldo il sottosegretario Giampaolo D’Andrea) che una rottura «cruenta» lo dimostra il voto finale: il testo è passato con il sì di tutta la maggioranza, e con l’astensione leghista. Quanto all’Idv, non ha fatto notare la sua presenza. E la cosa è degna di nota, visto il tema del provvedimento. Insomma, «il governo può essere …

"Costi della politica, governo battuto 3 volte", di Bianca Di Giovanni

Il decreto ribattezzato «anti-Batman» si trasforma in un vero calvario per il governo. In un solo pomeriggio l’esecutivo è stato battuto tre volte nel voto in commissione (Bilancio e Affari costituzionali in seduta comune), su tre proposte che riguardano l’affidamento dell’esattoria a Equitalia da parte dei Comuni, sulle penali dei municipi in caso di estinzione anticipata dei mutui, e sull’anticipo della Cassa depositi e prestiti per il versamento dei tributi dei lavoratori colpiti dal terremoto. Tre scivoloni, uno dietro l’altro. A dirla così sembra proprio un «tutti contro Monti». In realtà le cose sono andate in modo più complesso, e forse un esito diverso sarebbe stato impossibile. Che la vicenda sia stata più un «divorzio consensuale» (come la definisce a caldo il sottosegretario Giampaolo D’Andrea) che una rottura «cruenta» lo dimostra il voto finale: il testo è passato con il sì di tutta la maggioranza, e con l’astensione leghista. Quanto all’Idv, non ha fatto notare la sua presenza. E la cosa è degna di nota, visto il tema del provvedimento. Insomma, «il governo può essere …

“La strada da seguire per creare più lavoro”, di Luciano Gallino

Mentre le cifre della disoccupazione sono sempre più drammatiche, il governo non pare avere alcuna idea per creare d’urgenza un congruo numero di posti di lavoro. I rimedi proposti alla spicciolata, dalla riduzione del cuneo fiscale alle facilitazioni per creare nuove imprese, dagli sgravi di imposta per chi assume giovani alla semplificazione delle procedure per l’avvio di cantieri e grandi opere, non sfiorano nemmeno il problema. Per di più il governo sembra sottovalutare la gravità della situazione. La disoccupazione di massa rappresenta tutt’insieme un’enorme perdita economica, uno scandalo intollerabile dal punto di vista umano, e un minaccioso rischio politico. Sotto il profilo economico, quasi tre milioni di disoccupati comportano una riduzione del Pil potenziale dell’ordine di 70-80 miliardi l’anno. Anche se ricevono un modesto reddito dal sussidio di disoccupazione o dai piani di mobilità, i disoccupati sono lavoratori costretti loro malgrado alla passività. Non producono ricchezza sia perché non lavorano, sia perché i mezzi di produzione, cioè gli impianti e le macchine che potrebbero usare, giacciono inutilizzati. Un’altra perdita economica deriva dal fatto che lunghi …

"La strada da seguire per creare più lavoro", di Luciano Gallino

Mentre le cifre della disoccupazione sono sempre più drammatiche, il governo non pare avere alcuna idea per creare d’urgenza un congruo numero di posti di lavoro. I rimedi proposti alla spicciolata, dalla riduzione del cuneo fiscale alle facilitazioni per creare nuove imprese, dagli sgravi di imposta per chi assume giovani alla semplificazione delle procedure per l’avvio di cantieri e grandi opere, non sfiorano nemmeno il problema. Per di più il governo sembra sottovalutare la gravità della situazione. La disoccupazione di massa rappresenta tutt’insieme un’enorme perdita economica, uno scandalo intollerabile dal punto di vista umano, e un minaccioso rischio politico. Sotto il profilo economico, quasi tre milioni di disoccupati comportano una riduzione del Pil potenziale dell’ordine di 70-80 miliardi l’anno. Anche se ricevono un modesto reddito dal sussidio di disoccupazione o dai piani di mobilità, i disoccupati sono lavoratori costretti loro malgrado alla passività. Non producono ricchezza sia perché non lavorano, sia perché i mezzi di produzione, cioè gli impianti e le macchine che potrebbero usare, giacciono inutilizzati. Un’altra perdita economica deriva dal fatto che lunghi …

“Ma con Barack c’è solo mezza America”, di Gianni Riotta

Alla vigilia del voto di martedì 6 novembre, la sfida per la Casa Bianca tra Barack Obama e Mitt Romney è dove è rimasta per l’intera campagna elettorale, poco avanti il Presidente democratico, soprattutto negli Stati cruciali, vedi Ohio, un’incollatura dietro l’ex governatore repubblicano. Sarebbe però un errore concludere dunque che «nulla è cambiato». Barack Obama, eletto da una nuova generazione nel 2008, campione carismatico, laureato in fretta col Nobel per la Pace, elogiato in libri e opere d’arte, anche vincendo uscirà dalla gara ridimensionato, «normale Presidente» a rischio bocciatura come Carter ’80 e Bush padre ’92. Ha sì controllato la crisi e lanciato la riforma sanitaria, ma senza ispirare unità o forzare alle intese i repubblicani al Congresso. Romney ha cancellato l’immagine di estremista preda dei Tea Party che la poderosa macchina democratica voleva affibbiargli. Governatore del progressista Massachusetts ha approvato una riforma sanitaria copia di quella di Obama, anatema a destra, e in politica estera offre solo una versione «effervescente» delle idee del Presidente. E’ forse il suo piano fiscale, meno tasse, meno …

"Ma con Barack c’è solo mezza America", di Gianni Riotta

Alla vigilia del voto di martedì 6 novembre, la sfida per la Casa Bianca tra Barack Obama e Mitt Romney è dove è rimasta per l’intera campagna elettorale, poco avanti il Presidente democratico, soprattutto negli Stati cruciali, vedi Ohio, un’incollatura dietro l’ex governatore repubblicano. Sarebbe però un errore concludere dunque che «nulla è cambiato». Barack Obama, eletto da una nuova generazione nel 2008, campione carismatico, laureato in fretta col Nobel per la Pace, elogiato in libri e opere d’arte, anche vincendo uscirà dalla gara ridimensionato, «normale Presidente» a rischio bocciatura come Carter ’80 e Bush padre ’92. Ha sì controllato la crisi e lanciato la riforma sanitaria, ma senza ispirare unità o forzare alle intese i repubblicani al Congresso. Romney ha cancellato l’immagine di estremista preda dei Tea Party che la poderosa macchina democratica voleva affibbiargli. Governatore del progressista Massachusetts ha approvato una riforma sanitaria copia di quella di Obama, anatema a destra, e in politica estera offre solo una versione «effervescente» delle idee del Presidente. E’ forse il suo piano fiscale, meno tasse, meno …

“La leadership dei blogger”, di Nadia Urbinati

Il movimento di Beppe Grillo sta conquistando un largo consenso elettorale, al Nord come al Sud, nelle elezioni comunali come in quelle regionali. Un vento nazionale di rivolta contro la corruzione dei partiti e l’incompetenza di un establishment che resiste al cambiamento. Il giudizio degli elettori che votano M5S e quello dei giudici e dei tribunali sembrano andare nella stessa direzione, che è quella di fare piazza pulita della classe dirigente che si è stabilizzata nell’Italia del post-Mani Pulite. Il movimento ha la dignità della cittadinanza democratica e le opinioni dei cittadini meritano rispetto. Ma come cittadini abbiamo anche il bisogno e il dovere di capire, di esaminare criticamente il nostro tempo. Pur nella difficoltà dettata dalla velocità e radicalità del cambiamento. Il M5S rappresenta come il compimento del lungo processo che ha portato la società civile dentro la politica, saltando l’intermediazione delle associazioni partitiche, quelle che la nostra Costituzione indica come essenziali nella determinazione della volontà sovrana. Si potrebbe parlare di processo di impossessamento della politica da parte dei cittadini come persone private. Silvio …