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Fiat e i 19 lavoratori di Pomigliano. L’atteggiamento di Marchionne è inaccettabile

Fassina: E’ gravissima la ritorsione di Fiat-Chrysler su 19 lavoratori assunti a Fabbrica Italia Pomigliano in risposta alla condanna per discriminazione sindacale. Dopo la raccolta di firme avviata nei giorni scorsi tra i lavoratori dello stabilimento campano contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma, l’azienda continua a alimentare la guerra tra i lavoratori”. L’atteggiamento di Sergio Marchionne sulla vicenda dei 19 operai di Pomigliano messi in mobilità è “inaccettabile perché urta la sensibilità di tutti, persino sul piano morale”. Lo afferma, in una intervista a L’Unità, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. “Se hai commesso un errore o se ti viene riconosciuta una colpa, perché questo è il giudizio espresso dalla Corte, non puoi farla pagare ad altri”, conclude Bersani.
“Quello che avviene a Pomigliano è terribile e inaccettabile”. Lo afferma Rosy Bindi presidente dell’Assemblea nazionale del PD e vicepresidente della Camera.
“La Fiat – rileva – ha messo in atto una vera e propria rappresaglia sindacale: operai riassunti per legge contro operai licenziati. Sarebbe questa la modernità che insegue un’azienda che è stata ed è un simbolo dell’Italia? Sarebbe questa la via del progresso, del futuro, del riformismo che Fiat vorrebbe indicare al Paese cancellando oltre un secolo di conquiste per i diritti e la democrazia? Non è credibile che per rispettare la legge si mettano alla porta 19 dipendenti. E’ una prova di arroganza da padrone delle ferriere non di capacita di innovare, di crescere, di affrontare le sfide di questo tempo. A Marchionne assicuriamo che l’Italia vuole cambiare ma lo farà senza precipitare nel passato. E non sarà lui a indicare la rotta né al governo tecnico di Monti né alla coalizione di centrosinistra che si candida a governare in primavera. Noi cambieremo e ricostruiremo l’Italia nel solco della Costituzione e nel rispetto dei principi della Repubblica fondata sui diritti della persona e del lavoro. Ma fin d’ora chiediamo al ministro Fornero di farsi sentire, con la stessa fermezza e la stessa energia con cui ha difeso la riforma delle pensioni”, conclude Bindi.
“E’ gravissima la ritorsione di Fiat-Chrysler su 19 lavoratori assunti a Fabbrica Italia Pomigliano in risposta alla condanna per discriminazione sindacale. Dopo la raccolta di firme avviata nei giorni scorsi tra i lavoratori dello stabilimento campano contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma, l’azienda continua a alimentare la guerra tra i lavoratori”, ha commentato Stefano Fassina, Responsabile economia e lavoro del PD.
“E’ un comportamento inaccettabile. Nonostante la situazione di sottoutilizzo degli impianti, si poteva trovare una soluzione diversa. Si poteva concordare con le organizzazioni sindacali la redistribuzione tra tutti i lavoratori del poco lavoro che c’è. Invece, l’azienda sceglie di alimentare il conflitto in un quadro occupazionale sempre più difficile. Esprimiamo la nostra solidarietà ai 19 lavoratori licenziati, ai 145 lavoratori discriminati e a tutti i lavoratori del gruppo Fiat-Chrysler. Il governo di fronte a tali comportamenti non può stare a guardare. Deve intervenire al fine di far prevalere un comportamento cooperativo e costruttivo da parte di Fiat-Chrysler. E’ in gioco la dignità delle persone che lavorano, condizione fondamentale della nostra democrazia”.
L’europarlamentare campano del PD, Andrea Cozzolino ha ribadito su Twitter: “E’ inaccettabile la decisione della Fiat. Mettere 19 operai in mobilita’ per assumere i 19 Fiom è uno schiaffo ai diritti dei lavoratori”.
“Marchionne è un piromane”, hanno dichiarato i senatori del PD Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, il colpo di mano annunciato di voler licenziare 19 dipendenti Fiat di Pomigliano per procedere al reintegro degli iscritti alla Fiom giustamente impostogli dal tribunale ha il solo scopo di scatenare una guerra tra lavoratori. E’ una rappresaglia scandalosa, che deve essere condannata con fermezza da tutti coloro ritengono che il mondo del lavoro in Italia non debba tramutarsi in un pericoloso far west”.
Hanno concluso i senatori democratici: “Quella dell’Ad di Fiat, che sta smontando pezzo per pezzo il settore auto italiano, ci auguriamo sia una provocazione maldestra, dettata da un’evidente momento di difficoltà, piuttosto che un tipo di attitudine imprenditoriale che credevamo archiviata decine di anni fà. I ricatti di Marchionne, a partire da quello che ha dato origine a tutta la vicenda Pomigliano, rappresentano la pagina peggiore della dolorosa china discendente su cui il manager ha messo la Fiat, un pezzo del nostro Paese che e’ stato evidentemente affidato alle mani sbagliate’,
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Discordanti i commenti dei rappresentanti sindacali in merito alla decisione della Fiat di mettere in mobilità nella fabbrica di Pomigliano 19 lavoratori.
Si tratta di “un ricatto inaccettabile, una strategia vergognosa che ha il solo scopo di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri” per il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada.
“A quale Fiat bisogna credere?”, ha commentato Lattuada. “A quella che ieri annunciava che non intende chiudere alcuno stabilimento o a quella che con la decisione di oggi avvia una irresponsabile campagna di licenziamenti? Se è davvero quest’ultima la risposta è assolutamente inaccettabile. Nel rivendicare il diritto inappellabile dei lavoratori di potersi scegliere liberamente il sindacato, e a non essere discriminati per questo, non abbiamo mai chiesto ne’ mai pensato che altri lavoratori dovessero essere subire tale ricatto. E’ solo e soltanto la vergognosa decisione – ha concluso Lattuada – di un’azienda che per coprire le lacune del suo piano non trova di meglio che mettere lavoratori contro lavoratori”.
“Non siamo di fronte a un nuovo piano, siamo di fronte a Marchionne che ripropone solo 17 dei modelli già inseriti nel vecchio piano Fabbrica Italia: sono solo rinviati, posticipati”. Così il responsabile auto della Fiom-Cgil, Giorgio Airaudo, ospite di ‘RadioAnch’io’ a proposito di Fiat.
“Siamo di fronte a previsioni che sembrano più un oroscopo che un piano industriale. Marchionne continua a fare tutto da solo, se la canta e se la suona – ha affermato ancora Airaudo – è molto bravo a trovare gli effetti e poi a far finta di trovare le soluzioni”.
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Completamente ribaltata la prospettiva che propone il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “Da due o tre anni dura un gioco al massacro prodotto dalla Fiom, in combutta con i poteri della finanza, che non perdonano alla Fiat di approvvigionarsi finanziariamente fuori dall’Italia. Per Bonanni, “l’accusa che si è fatta alla Fiat è di non aver mantenuto la parola di raddoppiare la produzione” a Pomigliano ma, continua, “il progetto si è dovuto fermare per un restringimento della base di mercato. Chiunque abbia buon senso non poteva che ritenere possibile un riposizionamento”.
“Una conclusione inevitabile, purtroppo”, anche per il segretario della Uil Luigi Angeletti. “L’unica alternativa sarebbe stata che l’azienda si sobbarcasse diciannove persone per le quali non ha lavoro. Già c’è la cassa integrazione, quindi obiettivamente non ci sono posti di lavoro in più da occupare – ha proseguito Angeletti – se fosse così semplice, se bastasse che il giudice aumentasse le persone che devono essere occupate, e la Fiat così come qualsiasi altra azienda, se li dovesse tenere sarebbe troppo bello. E’ ovvio che il numero di dipendenti che oggi ha il lavoro è inferiore al numero effettivo delle persone che sono state assunte”.
da www.partitodemocratico.it