Mese: Ottobre 2012

"I Comuni hanno già spento la luce", di Alessandro Mondo, Antonio Pitoni e Federico Taddia

La spesa annuale italiana per l’illuminazione è di 1 miliardo di euro Operazione risparmio per l’illuminazione pubblica: la spending review impone tagli a una bolletta che supera il miliardo di euro Molte realtà locali, però, lo fanno da tempo, e i cittadini lamentano scarsa visibilità su strade e vie. Fino a dove si può arrivare? Per alcuni Comuni è un’esagerazione: roba che rimanda alla crisi petrolifera degli Anni Settanta. Preoccupano, tra l’altro, le possibili ricadute sulla sicurezza – sociale e stradale – anticipate dalle prime lamentele dei cittadini. Altri, attenti alla valenza ambientale oltre che economica del provvedimento, l’hanno sposato e fatto loro: talora superandolo in virtuosismo. Quasi tutti convengono che dati i consumi insostenibili, abbinati alle tariffe in aumento e ai trasferimenti statali in picchiata, è una strada obbligata. L’operazione «Cieli Bui» parte da un dato. Quello relativo al consumo pro capite per l’illuminazione pubblica: 105 chilowattora contro i 51 della media Ue. Per una spesa annuale, a carico dei comuni italiani, che ha superato il miliardo di euro, manutenzione esclusa. Numeri emblematici, quelli …

"I Comuni hanno già spento la luce", di Alessandro Mondo, Antonio Pitoni e Federico Taddia

La spesa annuale italiana per l’illuminazione è di 1 miliardo di euro Operazione risparmio per l’illuminazione pubblica: la spending review impone tagli a una bolletta che supera il miliardo di euro Molte realtà locali, però, lo fanno da tempo, e i cittadini lamentano scarsa visibilità su strade e vie. Fino a dove si può arrivare? Per alcuni Comuni è un’esagerazione: roba che rimanda alla crisi petrolifera degli Anni Settanta. Preoccupano, tra l’altro, le possibili ricadute sulla sicurezza – sociale e stradale – anticipate dalle prime lamentele dei cittadini. Altri, attenti alla valenza ambientale oltre che economica del provvedimento, l’hanno sposato e fatto loro: talora superandolo in virtuosismo. Quasi tutti convengono che dati i consumi insostenibili, abbinati alle tariffe in aumento e ai trasferimenti statali in picchiata, è una strada obbligata. L’operazione «Cieli Bui» parte da un dato. Quello relativo al consumo pro capite per l’illuminazione pubblica: 105 chilowattora contro i 51 della media Ue. Per una spesa annuale, a carico dei comuni italiani, che ha superato il miliardo di euro, manutenzione esclusa. Numeri emblematici, quelli …

«Io non rottamo, rinnoviamo assieme», di Simone Collini

«Sento dire che io scaricherei, scaccerei questo o quel deputato. Ora chiedo che questa polemica la si chiuda, per favore. Io ho detto una cosa chiara: che io i deputati non li nomino e che nell’Italia che ho in testa io i deputati non li nomina né Berlusconi, né Renzi, né Bersani». Non è un semplice sfogo, anche se non ci vuole molto per capire che la lettura dei giornali non sia stata per lui piacevole. Vedersi rappresentato da diversi quotidiani come quello che «rottama» D’Alema o altri dirigenti del Pd non è piaciuto affatto a Bersani. Perché non era questo il senso delle frase «io non chiederò a D’Alema di candidarsi» e perché il concetto stesso di «rottamazione» è indigesto per il leader del Pd: «Rinnovare sì, rottamare è una parola sbagliata, se si pensa che c’è uno illuminato che decide, non andiamo da nessuna parte». LE REGOLE VANNO RISPETTATE Dice Bersani ai giornalisti che lo avvicinano nel giorno in cui sulle prime pagine campeggiano titoli a base di «gelo» e «strappi»: «Può essere …

"La lunga notte delle famiglie", di Maurizio Ferrera

La legge di stabilità appena varata dal governo è un provvedimento complesso e variegato: i suoi effetti distributivi sul reddito degli italiani sono difficili da stimare. A giudicare dal coro di proteste degli ultimi giorni, la parte più controversa riguarda i tagli a deduzioni e detrazioni fiscali e la tosatura delle prestazioni assistenziali. Quando si toccano i portafogli delle famiglie, le critiche sono inevitabili e spesso hanno carattere strumentale. Più che entrare nel merito di singole misure, conviene concentrarsi sulla direzione generale della manovra. La strada imboccata è quella giusta? Rispondo con una metafora: la strada è giusta, ma il governo ha messo il carro davanti ai buoi. Ha cioè agito senza avere gli strumenti per poter essere davvero efficace ed equo. Nel nostro Paese il complesso fisco-welfare è un labirinto disordinato e incoerente, con scarsa capacità di sostenere le famiglie disagiate e di contrastare la (vera) povertà. Nel loro insieme, le prestazioni di assistenza sociale riducono il tasso di povertà relativa di un misero 8%, rispetto al 13% di Francia e Germania e al …

"La lunga notte delle famiglie", di Maurizio Ferrera

La legge di stabilità appena varata dal governo è un provvedimento complesso e variegato: i suoi effetti distributivi sul reddito degli italiani sono difficili da stimare. A giudicare dal coro di proteste degli ultimi giorni, la parte più controversa riguarda i tagli a deduzioni e detrazioni fiscali e la tosatura delle prestazioni assistenziali. Quando si toccano i portafogli delle famiglie, le critiche sono inevitabili e spesso hanno carattere strumentale. Più che entrare nel merito di singole misure, conviene concentrarsi sulla direzione generale della manovra. La strada imboccata è quella giusta? Rispondo con una metafora: la strada è giusta, ma il governo ha messo il carro davanti ai buoi. Ha cioè agito senza avere gli strumenti per poter essere davvero efficace ed equo. Nel nostro Paese il complesso fisco-welfare è un labirinto disordinato e incoerente, con scarsa capacità di sostenere le famiglie disagiate e di contrastare la (vera) povertà. Nel loro insieme, le prestazioni di assistenza sociale riducono il tasso di povertà relativa di un misero 8%, rispetto al 13% di Francia e Germania e al …

"Ministro Profumo, non è questione di ore", di Marco Campione

«L’orizzonte della conoscenza che ci si apre davanti impone di ridisegnare il ruolo degli insegnanti». Una dichiarazione impegnativa quella del ministro Profumo. Ancor più impegnativa dal momento che è arrivata dopo alcuni giorni nei quali si sono inseguite voci, anticipazioni e mezze smentite di un presunto piano del governo per portare l’orario di insegnamento dei docenti della scuola secondaria a 24 ore settimanali, con conseguente riduzione delle supplenze annuali assegnate ai precari. Il ministero nei primi giorni non ha chiarito il contenuto preciso della proposta e per giorni si è discusso di problemi importanti, ma specifici: se questo carico di lavoro aggiuntivo fosse o meno a parità di salario, se consistesse in docenza o altre attività (corsi di recupero, funzioni strumentali, organico funzionale…), se riguardasse solo gli spezzoni di orario e le supplenze brevi oppure no… Una responsabilità in questo è anche di chi ha scelto di gettare benzina sul fuoco, commentando una bozza. Magari per migliorare la resa di uno sciopero che rischiava – in assenza di “stimoli” – di fallire, oppure per alzare …

"Ministro Profumo, non è questione di ore", di Marco Campione

«L’orizzonte della conoscenza che ci si apre davanti impone di ridisegnare il ruolo degli insegnanti». Una dichiarazione impegnativa quella del ministro Profumo. Ancor più impegnativa dal momento che è arrivata dopo alcuni giorni nei quali si sono inseguite voci, anticipazioni e mezze smentite di un presunto piano del governo per portare l’orario di insegnamento dei docenti della scuola secondaria a 24 ore settimanali, con conseguente riduzione delle supplenze annuali assegnate ai precari. Il ministero nei primi giorni non ha chiarito il contenuto preciso della proposta e per giorni si è discusso di problemi importanti, ma specifici: se questo carico di lavoro aggiuntivo fosse o meno a parità di salario, se consistesse in docenza o altre attività (corsi di recupero, funzioni strumentali, organico funzionale…), se riguardasse solo gli spezzoni di orario e le supplenze brevi oppure no… Una responsabilità in questo è anche di chi ha scelto di gettare benzina sul fuoco, commentando una bozza. Magari per migliorare la resa di uno sciopero che rischiava – in assenza di “stimoli” – di fallire, oppure per alzare …