"L'Italia sta crollando: i tagli alla cultura che cancellano la storia", di Andrea Carandini
La politica è come un morto che afferra il vivo dell’Italia, ha scritto Galli della Loggia («Corriere della Sera», 16 ottobre). Da vent’anni ci siamo allontanati dalla nostra storia, recente e anche lontana, vegetando in un presente che non ricorda e non progetta, privo di visione. Questa morte si materializza anche nel corpo del Paese, con frane e terremoti, monumenti che crollano e il volto della Patria — il paesaggio — sfigurato, mancando ogni argine al cemento (il ministro dell’Agricoltura ha proposto un’ottima legge al riguardo: è prevista una corsia preferenziale?). Nei tagli sempre più orizzontali e pesanti l’articolo 9 della Costituzione mai vale per creare quell’eccezione culturale in cui consiste la natura storica della Penisola, epicentro di pensieri e di opere di valore universale per due millenni e mezzo. Questa nostra modernità è caduta prima nel vuoto di un’ignoranza elogiata e poi nel pieno, ma troppo esile, di uno specialismo autorevole ma privo di una prospettiva oltre l’economia. La causa sta forse in un’idea sbagliata di progresso. Nelle scienze della natura le scoperte si …