"Salvate Monti dalla sua agenda", di Massimo Giannini
L’agonia interminabile della Seconda Repubblica ha prodotto un paradosso evidente, ma ormai sempre più stridente. Un’alternativa politica palesemente impresentabile (il centrodestra) o non ancora compiutamente spendibile (il centrosinistra) ha reso necessario il governo tecnico di Mario Monti. Per oggi, e secondo molti anche per domani. Ma mentre la credibilità personale del presidente del Consiglio si consolida, nei partiti e nel Paese crescono a dismisura l’insofferenza e l’avversione verso le politiche del suo governo. Come si giustifica questo cortocircuito? E come si può reggere una contraddizione così forte? La spiegazione è una sola: Monti è ormai sempre più separato dalla sua Agenda. Questa operazione di “chirurgia politica” l’hanno già fatta gli italiani, con l’innato buon senso del quale nonostante tutto sono ancora provvisti. I sondaggi di questi mesi sono eloquenti. Nonostante le difficoltà della fase, Monti riscuote un tasso di fiducia che resta altissimo. L’Atlante Politico di Demos dà il premier al 55,2%, Ipr al 53, Euromedia al 43,9 e Swg al 42. Secondo Ipsos il 54% degli italiani dà un giudizio positivo sul presidente. Tuttavia, …