Mese: Ottobre 2012

Norme Assurde e Pericolose", di Luigi Ferrarella

Proprio un bel paradosso, la nuova legge sulla stampa elaborata dalla commissione Giustizia e oggi al voto in Senato: farà la felicità dei giornali che mettono a bilancio aziendale la diffamazione commissionata dal padrone, e nel contempo ridurrà a «giapponesi» nella giungla i giornalisti che si ostineranno a scrivere verità sgradite a chi se ne senta off eso Il problema di questo testo, infatti, non è cosa succederà (giustamente) allo spacciatore di notizie false per il quale (altrettanto giustamente) si conviene non sia più adeguato il ricorso al carcere, ma cosa succederà a chi si azzarderà a scrivere ancora fatti veri che non garbino ai loro protagonisti. Per cominciare, dovrà pubblicare qualunque rettifica senza commento, anche qualora sia documentabile che essa è falsissima, e dovrà pubblicarla nella sua interezza, anche se per assurdo occupasse intere pagine di giornale: altrimenti l’offeso potrà farsi dare d’urgenza dal giudice civile un ordine di pubblicazione accompagnato da una sanzione da 15.000 a 25.000 euro. Inoltre l’offeso, quando si è ancora lontanissimi da qualunque accertamento della non verità di una …

Norme Assurde e Pericolose", di Luigi Ferrarella

Proprio un bel paradosso, la nuova legge sulla stampa elaborata dalla commissione Giustizia e oggi al voto in Senato: farà la felicità dei giornali che mettono a bilancio aziendale la diffamazione commissionata dal padrone, e nel contempo ridurrà a «giapponesi» nella giungla i giornalisti che si ostineranno a scrivere verità sgradite a chi se ne senta off eso Il problema di questo testo, infatti, non è cosa succederà (giustamente) allo spacciatore di notizie false per il quale (altrettanto giustamente) si conviene non sia più adeguato il ricorso al carcere, ma cosa succederà a chi si azzarderà a scrivere ancora fatti veri che non garbino ai loro protagonisti. Per cominciare, dovrà pubblicare qualunque rettifica senza commento, anche qualora sia documentabile che essa è falsissima, e dovrà pubblicarla nella sua interezza, anche se per assurdo occupasse intere pagine di giornale: altrimenti l’offeso potrà farsi dare d’urgenza dal giudice civile un ordine di pubblicazione accompagnato da una sanzione da 15.000 a 25.000 euro. Inoltre l’offeso, quando si è ancora lontanissimi da qualunque accertamento della non verità di una …

"La mala rottamazione", di Barbara Spinelli

Rottamazione, dice il vocabolario, è l’azione che si compie quando si demoliscono oggetti fuori uso: specie automobili. Vengono triturati, per riutilizzare le parti metalliche. A volte, ottieni sconti sulla nuova vettura. Applicata alle persone e al ricambio di dirigenti politici, è una delle parole più maleducate e violente che esistano oggi in Italia. Irottamatori sono fieri di chiamarsi così, e quando l’operazione riesce esibiscono le spoglie del vinto: «La rottamazione comincia a produrre i primi frutti», ripeteva Matteo Renzi, domenica in un’intervista in tv. La lotta per l’avvicendamento ai vertici della politica ha sue ragioni, e lo stile brutale risponde a un’ansia, enorme e autentica, di cambiamento: si vorrebbe azzerare l’esistente, e come nella poesia di Rimbaud ci si professa «assolutamente moderni». È un conflitto legittimo, anche necessario: che va portato alla luce perché nell’ombra degenera o ammutolisce. È il grande merito del sindaco di Firenze, come di Grillo. Impressionante è la campagna di quest’ultimo in Sicilia: lunga, martellante, è rifiuto del mutismo. Da due settimane è nell’isola; nessuno s’era messo per tanto tempo in …

"La mala rottamazione", di Barbara Spinelli

Rottamazione, dice il vocabolario, è l’azione che si compie quando si demoliscono oggetti fuori uso: specie automobili. Vengono triturati, per riutilizzare le parti metalliche. A volte, ottieni sconti sulla nuova vettura. Applicata alle persone e al ricambio di dirigenti politici, è una delle parole più maleducate e violente che esistano oggi in Italia. Irottamatori sono fieri di chiamarsi così, e quando l’operazione riesce esibiscono le spoglie del vinto: «La rottamazione comincia a produrre i primi frutti», ripeteva Matteo Renzi, domenica in un’intervista in tv. La lotta per l’avvicendamento ai vertici della politica ha sue ragioni, e lo stile brutale risponde a un’ansia, enorme e autentica, di cambiamento: si vorrebbe azzerare l’esistente, e come nella poesia di Rimbaud ci si professa «assolutamente moderni». È un conflitto legittimo, anche necessario: che va portato alla luce perché nell’ombra degenera o ammutolisce. È il grande merito del sindaco di Firenze, come di Grillo. Impressionante è la campagna di quest’ultimo in Sicilia: lunga, martellante, è rifiuto del mutismo. Da due settimane è nell’isola; nessuno s’era messo per tanto tempo in …

"La resistenza di Orsi il boiardo", di Massimo Riva

Non passa ormai settimana senza che, scavando nelle sentine di Finmeccanica, la magistratura porti alla luce torbide vicende di mala gestione. Ieri è scattato l’arresto di un big dell’azienda, Paolo Pozzessere, già direttore commerciale e ora manager per i rapporti con la Russia. Al tempo stesso un avviso di apertura d’inchiesta è stato notificato all’ex-ministro Claudio Scajola, rinomato nell’Italia intera per essersi fatto comprare una casa a sua insaputa. Nel primo caso l’arresto di Pozzessere nasce dal filone d’indagine che riguarda accordi dell’impresa pubblica con il governo di Panama e che ha già portato in prigione un altro singolare trafficante, quel Valter Lavitola stretto sodale di Berlusconi e negoziatore di affari assai poco limpidi per Finmeccanica. Nel caso di Scajola, invece, i magistrati stanno passando al vaglio accordi tangentizi con il Brasile sui quali l’ex ministro ha protestato la sua innocenza dichiarandosi pronto a farsi interrogare dai giudici anche immediatamente. Reazione apprezzabile nella speranza che, almeno questa volta, sappia dimostrare la sua estraneità senza ricorrere al risibile alibi dell’ignoranza di quel che gli succedeva sotto …

"La resistenza di Orsi il boiardo", di Massimo Riva

Non passa ormai settimana senza che, scavando nelle sentine di Finmeccanica, la magistratura porti alla luce torbide vicende di mala gestione. Ieri è scattato l’arresto di un big dell’azienda, Paolo Pozzessere, già direttore commerciale e ora manager per i rapporti con la Russia. Al tempo stesso un avviso di apertura d’inchiesta è stato notificato all’ex-ministro Claudio Scajola, rinomato nell’Italia intera per essersi fatto comprare una casa a sua insaputa. Nel primo caso l’arresto di Pozzessere nasce dal filone d’indagine che riguarda accordi dell’impresa pubblica con il governo di Panama e che ha già portato in prigione un altro singolare trafficante, quel Valter Lavitola stretto sodale di Berlusconi e negoziatore di affari assai poco limpidi per Finmeccanica. Nel caso di Scajola, invece, i magistrati stanno passando al vaglio accordi tangentizi con il Brasile sui quali l’ex ministro ha protestato la sua innocenza dichiarandosi pronto a farsi interrogare dai giudici anche immediatamente. Reazione apprezzabile nella speranza che, almeno questa volta, sappia dimostrare la sua estraneità senza ricorrere al risibile alibi dell’ignoranza di quel che gli succedeva sotto …

Noi educatori, donne ed uomini della scuola abbiamo deciso di dar vita al “comitato modenese della scuola per Bersani”

Assistiamo stupiti al fuoco di sbarramento contro la candidatura Bersani di tutte le reti televisive e di troppi quotidiani e ci chiediamo il perché di tanta ingerenza partigiana. Crediamo che ciò derivi dai contenuti che il Partito Democratico propone a tutta la coalizione. Il “Patto dei democratici e progressisti: carta d’intenti Italia bene comune”, elaborato coralmente in questi anni dal PD per guidare il paese, è il programma del suo segretario: Bersani, rappresenta una svolta rispetto al neoliberismo imperante ed al consequenziale populismo dilagante, poiché rivendica alla buona politica il compito di regolare una finanziarizzazione spinta della società Si dichiara : L’’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. (…) Nel senso che da una crisi radicale – dell’economia e della democrazia – non si esce mai come si è entrati. (…) La sfida è spingere quel mutamento verso un progresso e un civismo più solidi, retti, condivisi. (…) c’è una scelta (…). Se credere nelle risorse del Paese o affidarsi alle risorse di uno solo. Se unire le energie disponibili e ripensare …