Giorno: 29 Ottobre 2012

"Sicilia: Crocetta vola, staccato Musumeci Boom di Grillo, a Cancelleri il 17,5%", da unita.it

Doppiata la metà dello spoglio, con 2.869 sezioni scrutinate su 5.308, il candidato presidente della Regione di Pd, Udc, Api e Psi, Rosario Crocetta, si conferma primo con il 30,8% (pari a 313.904 voti), e stacca nettamente il candidato del centrodestra Nello Musumeci, che scende al 24,8% (252.618 voti). Terzo è Giancarlo Cancelleri del movimento 5 Stelle con il 18,3% (186,878 voti), quarto è Gianfranco Miccichè, leader di una coalizione autonomista che è al 15,2% con 155.228 voti, seguito Giovanna Marano, di Sel, Idv, Fds e Verdi con il 6,2% pari a 63.076 voti. M5S PRIMO PARTITO SEGUONO PDL E PD Emerge anche un quadro del peso delle liste in Sicilia dopo il voto regionale sulla base dello scrutinio di 1.042 sezioni su 5308. Primo partito in termini percentuali il Movimento 5 stelle con il 13,7%. Dietro il Pdl con il 13,56. Poi il Pd con il 13,61%. Udc al 10,75% (12 seggi). Il Partito dei siciliani-Mpa al 9,57%. Grande Sud al 6% (4 seggi). Il Movimento politico Crocetta presidente 7,28 (6 seggi)Cantiere popolare 5,71%. …

"Perché il Voto in Sicilia è lo Specchio di un Paese" di Gian Antonio Stella

«E allora, perché non andare in Argentina? Mollare tutto e andare in Argentina…». Potete scommettere che stanotte, in attesa dei risultati siciliani, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha risentito nelle orecchie la sua canzone preferita, Argentina, di Francesco Guccini. Dovesse andargli male, addio: lo sbranerebbero. Gli andasse bene, potrebbe invece provare a svoltare. E a ricostruire il partito oltre il suo mito, Silvio Berlusconi. Le «Regionali» isolane di ieri, tuttavia, sono destinate a pesare a livello nazionale non soltanto sul destino personale di Angelino. Potrebbero pesare sulle decisioni future di Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, che hanno scelto di scartare l’accordo a sinistra e presentare un candidato loro (sulle prime Claudio Fava, poi sostituito in corsa con la sindacalista della Fiom Giovanna Marano dopo un pasticcio sul certificato di residenza) per smarcarsi dall’alleanza col Pd rinfacciando al partito di avere troppo a lungo fatto da spalla a Raffaele Lombardo e rimproverando a Rosario Crocetta di essere una specie di foglia di fico chiamato a coprire l’accordo con Udc. Vale a dire il partito …

"Si ferma il Sulcis Iglesiente dove il lavoro è un miraggio", di Davide Madeddu

È il giorno dello sciopero generale. Non di tutta la Sardegna, ma di una parte, quella considerata la «polveriera d’Italia»: il Sulcis Iglesiente. Quel quarto di isola che, ha una popolazione di circa 130 mila abitanti, 32 mila disoccupati, e 5400 persone che campano grazie agli ammortizzatori sociali. La provincia «più povera d’Italia». Oggi il Sulcis Iglesiente si ferma e i lavoratori manifesteranno. A Cagliari. Davanti al palazzo della giunta regionale. Un sit in che prevede la partecipazione di circa duemila lavoratori. «Buona parte delle responsabilità di questa situazione sono in capo proprio alla politica regionale esordisce Roberto Puddu, segretario generale della Camera del lavoro del Sulcis Iglesiente quindi la nostra destinazione non può che essere il palazzo regionale di viale Trento». A convocare lo sciopero generale con tanto di sit in sotto il palazzo dell’esecutivo sono stati i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil assieme ai sindaci dei 23 Comuni e alla Provincia di Carbonia Iglesias. Una manifestazione di popolo, prevista inizialmente a Roma e poi spostata a Cagliari che, come ribadiscono i …

"Attacca Merkel da antieuropeo", di Paolo Soldini

E così furono Angela Merkel e Nicho- las Sarkozy ad «assassinare la credibili- tà» di Silvio Berlusconi. Fu il compi- mento di un disegno di «deterioramen- to» della sua «immagine» che era stato messo in opera per un motivo preciso: la Germania aveva esercitato la sua «egemonia» sull’Unione europea «for- zando» i capi di Stato e di governo a decisioni che lui, Berlusconi, non ha «mai condiviso». Insomma, bisognava punire il reprobo. Meglio: levarlo dalla scena. Fra le tante sparate della conferenza stampa di sabato, questa, insieme con l’affermata impellenza di combattere la «magistratocrazia», è quella che meglio mette a nudo il pensiero vero dell’ex capo del governo che tanto a lungo tenne in mano le sorti dell’Italia e ora vorrebbe pure continuare. Berlusconi addebita i guai suoi e dello sgoverno d’Italia alla Germania di Merkel e un po’ anche alla Francia del suo (di lui) vecchio sodale Nicholas Sarkozy, che la seguiva «passivamente». In realtà, il suo vero obiettivo polemico è proprio l’Europa: Merkel, Sarkozy, Hollande, Cameron, Bruxelles, Draghi, Francoforte e tutti gli altri, …

"Orario, prof italiani in linea con la Ue ma i docenti europei guadagnano di più", di Salvo Intravaia

Gli insegnanti italiani lavorano troppo poco o l’orario di insegnamento è in linea con quello dei colleghi europei? L’aumento da 18 a 24 ore dell’orario di insegnamento contenuto nella legge di stabilità per il 2013, in discussione alla Camera, sta spaccando a metà l’opinione pubblica italiana. Una parte ritiene legittimo l’aumento di sei ore settimanali a carico dei docenti di scuola media e superiore. Che questo aumento sia poi a costo zero – non è previsto neppure un euro in più sullo stipendio – è un altro discorso. L’altra metà dell’opinione pubblica è contro l’aumento forzoso dell’orario di insegnamento previsto per i prof italiani. Ma per quante ore a settimana stanno in classe in Europa i docenti, più o meno delle 18 ore settimanali svolte in Italia? E quanto lavorano, comprese tutte le attività funzionali all’insegnamento: correzione degli elaborati, preparazione delle lezioni, aggiornamento, partecipazione alle riunioni pomeridiane, incontri con i genitori e incontri informali per affrontare le problematiche che si presentano a scuola. E quanto guadagnano? Da alcuni anni a questa parte, considerando l’istruzione dei …

"La battaglia degli uomini che amano le donne", di Mariella Gramaglia

I più simpatici sono Cristofer e Gilberto, grembiulone, a rigatino sottile bianco e rosso, genere salumeria dall’igiene ineccepibile, sorriso accogliente. Alla prima prova di registrazione si impappinano, non riescono a trovare il ritmo del duetto. Poi funziona e si alternano disinvolti. «Noi aderiamo a uomini contro la violenza sulle donne». «NoiNo.org». «Aderisci anche tu». Siamo a Bologna. La campagna, nata dalla fondazione del Monte (Banca del Monte di Bologna e Ravenna) e dall’associazione storica del femminismo bolognese «Orlando», vuole parlare al cuore degli uomini. Rivolgersi a quelli che non odiano le donne, che sono pronti a guardarsi dentro, a non nascondere le parti cattive di sé, ma anche a preservare la propria dignità e a segnare le distanze da chi, le donne, le fa soffrire. Di quegli altri dicono: «Non sono più forti di noi, sono solo violenti». La sorpresa più piacevole è che, fra gli attivisti e i testimoni, gli intellettuali siano un’esigua minoranza: uno scultore, un filosofo, Marco Cammelli, il banchiere illuminato che ha partecipato al laboratorio da cui è nata l’idea, e …

"Una follia eversiva destabilizza il Paese", di Eugenio Scalfari

Non so dire se si stia assistendo a un’opera comica o a un’opera tragica; certo vedere e ascoltare un personaggio che è stato protagonista della politica e del costume nell’Italia di questo ventennio completamente fuori di testa è allo stesso tempo grottesco e preoccupante. Qualche giorno fa l’ex premier aveva dichiarato di rinunciare definitivamente alla candidatura alla premiership. Due giorni dopo sembrò averci ripensato: «Il popolo mi vuole» aveva detto sotto la spinta della Santanchè (!) poi aveva di nuovo battuto in ritirata, la sua candidatura a Montecitorio restava un’opzione ma per Palazzo Chigi avrebbe corso il vincitore di improbabili primarie. Infine il colpo di scena di sabato dopo la sentenza di Milano che lo condanna a quattro anni (tre condonati) e all’interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. La conferenza stampa durata quasi l’intero pomeriggio ha spaziato dall’attacco alla Germania a quello contro il governo Monti, poi una raffica di contumelie contro i magistrati comunisti e contro la Corte costituzionale di sapore decisamente eversivo, tirando in ballo lo stesso Capo dello Stato che ne …