Giorno: 25 Ottobre 2012

"Scuola, dietrofront del governo sulle 24 ore degli insegnanti", da unita.it

«Il pericolo è scongiurato, però adesso in Parlamento con tutte le forze politiche bisogna trovare l’alternativa per reperire i 183 milioni di euro per il 2013. Si toglieranno quelle spese che danno fastidio al nostro sistema». Così il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, ai microfoni di Agorà, ha confermato il dietrofront del governo sulla decisione di incrementare da 18 a 24 ore settimanali l’orario di lavoro per i docenti delle scuole medie e superiori. Per il sottosegretario, anche l’ipotesi di portare le ore a 21 anziché 24 «è stata esclusa con una nota ufficiale del ministero». Rossi Doria ha precisato che i fondi richiesti alla scuola dalla legge di stabilità verranno reperiti senza toccare il capitolo ‘personale’: «La ratio di questo cambiamento annunciato dal governo e dal Ministro va nella direzione di non toccare le questioni riguardanti l’organico». PD, PDL E UDC: EMENDAMENTO CONTRO LE 24 ORE «Dopo aver condiviso la relazione della presidente Ghizzoni alla legge di Stabilità, stiamo predisponendo un emendamento per abrogare la norma che prevede l’aumento dell’orario, da 18 a 24 …

"L’ultima (?) puntata della Silvionovela", di Massimo Gramellini

L’Italia è sempre il Paese che ama. Solo che adesso ha deciso di amarla in modo diverso. Non più da giocatore ma da allenatore, la sua passione fin dai tempi dell’Edilnord. Fra il discorso della discesa in campo e quello del passo indietro sono passati diciotto anni. Siamo tutti più anziani, anche lui, più spelacchiati e più poveri, tranne lui. Diciotto anni e la stessa metafora calcistica. Allora «scendeva in campo per costruire il nuovo miracolo italiano». Oggi si accontenta di «rimanere al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol». Vista dal campo o dalla panchina, l’Italia di Silvio non cambia: resta un enorme stadio di sua proprietà. La Discesa in Campo fu affidata a una videocassetta girata nel parco di Macherio davanti a una finta libreria e accanto a un ammasso (mai inquadrato) di calcinacci, che a qualcuno ricordavano un cantiere, ad altri un cumulo di macerie. Per il Passo Indietro, invece, l’uomo delle televisioni ha scoperto il fascino del web, inviando una lettera elettronica dove anche i «po’» si adeguano …

"Per salvare gli esodati spunta la patrimoniale", di Roberto Giovannini

Non si può certo negare a Cesare Damiano – l’ex ministro del Lavoro dell’ultimo governo Prodi la virtù della costanza. O della testardaggine, se si vuole. Già da mesi protagonista della battaglia in Parlamento per difendere gli «esodati» (gli ex-lavoratori che per effetto della recente riforma delle pensioni non hanno più stipendio né pensione), poi primo firmatario di un progetto di legge «sventato» in zona cesarini dal ministro Elsa Fornero, ieri Damiano è tornato ancora una volta all’assalto. Ed è riuscito a far approvare dalla Commissione lavoro della Camera un emendamento alla legge di stabilità (la prima firma in questo caso è del presidente della Commissione Silvano Moffa, di Popolo e Territorio, ex Pdl) che amplia le garanzie per gli esodati. La proposta sottoscritta dai capigruppo di tutti i partiti, che ora dovrà essere esaminata dalla Commissione bilancio di Montecitorio, è passata con un voto all’unanimità, nonostante il «no» del governo. Al voto non ha partecipato il solo deputato del Pdl Giuliano Cazzola. L’emendamento sostanzialmente recupera il progetto di legge Damiano, «bonificato» però dalla norma …

"Il manifesto finale del re senza trono", di Filippo Ceccarelli

Dopo di lui il diluvio, altro che primarie. La lunga nota di ieri pomeriggio annuncia infatti la caduta dell’impero berlusconiano. O almeno il suo inizio formale che, come tutte le capitolazioni lungamente attese e tutti i poteri che alla fine colano a picco, si presenta al tempo stesso solenne, malinconica e sgangheratissima. Si va sul classico: stavolta è davvero la fine di un sogno. Che poi da diversi anni questo assai magnificato sogno fosse diventato un incubo per lo stesso Berlusconi, di sicuro per i suoi più cari, è una questione che oggi lascia un po’ il tempo che trova. Comunque è il congedo, senza metterci la faccia, come orribilmente si dice, ma in questo caso è impossibile dirlo senza pensare alle immagini lontane e soffuse della discesa in campo, quella fatale videocassetta, la scrivania, la libreria, le foto di famiglia, quell’accenno di riporto sulla testa, quel sorriso così efficace: «L’Italia è il paese che amo». Sono ormai 18 anni. «Per amore dell’Italia» inizia quel comunicato scritto anche bene, ma certo piuttosto lontano dallo stile …