Le regole per le primarie «sono regole che abbiamo deliberato all’unanimità. Adesso ci sono i garanti che devono farle rispettare: le regole non le ho fatte io, sono in mano ai garanti ». La risposta all’attacco per le vie legali sulle regole sferrato dal comitato per Renzi arriva in serata, quando il Pier Luigi Bersani sta per dare il via alla conferenza stampa insieme al presidente della Spd, Sigmar Gabriel, in visita a Roma fino a domani quando incontrerà Mario Monti. Già prima Roberto Speranza aveva chiarito che la trasparenza è il « valore irrinunciabile», per dare «forza alla partecipazione. Chi va a votare alle primarie – dice il coordinatore della campagna di Bersani – contribuisce a una scelta decisiva per l’Italia e per il centrosinistra», precisazione necessaria, «visto il ricorso presentato dal comitato per Renzi».
Ma l’appuntamento all’hotel Nazionale non lascia altro spazio alle polemiche sulle primarie. Il leader democratico riparte dal lavoro fatto in quest’ultimo anno con Gabriel e gli altri leader progressisti, quello che li portò a firmare il 17 marzo scorso il Manifesto di Parigi, quell’accordo per una nuova a cooperazione rafforzata tra forze europrogressiste intitolato Un nuovo Rinascimento per l’Europa.
In ballo c’è ancora quel progetto caro agli europrogressisti che, dichiara Bersani, «sono impegnati a costrui- re un’agenda nuova» necessaria perché l’Europa si è trovata impreparata davanti alla crisi finanziaria, «perché in questi anni ha perso la sua materia prima fondamentale: la solidarietà e il comune progetto europeo ». Colpa, sottolinea il leader dei democratici, dei lunghi anni di prevalente governo delle destre, durante i quali si è diffusa l’idea che «qualcuno si salva da solo». C’è di nuovo un’idea comune, il progetto di lavorare «a una diversa piattaforma che renda stringente le discipline di finanza pubblica, ma che adotti misure efficaci per sostenere gli investimenti, per dare lavoro, per regolare la finanza, per mettere in moto positivamente un’uscita dalla crisi».
Si riparte da Parigi, quindi, dove domani pomeriggio Bersani sarà ricevuto all’Eliseo da François Hollande, sei mesi dopo che il leader Ps è diventato presidente. Oggi sembra che si possa confermare quanto lo stesso leader democratico disse dopo il primo turno del voto francese, immaginando che l’imminente tornata elettorale europea avrebbe cambiato il panorama. «Se veramente gli equilibri verranno stravolti noi ci attrezziamo a prendere quel vento e a interpretarlo». Quel momento è arrivato.
da Europa Quotidiano 24.10.12