Sulla scuola il Pd non ammetterà ulteriori tagli. Con questo «avvertimento» Enrico Letta si è presentato a Palazzo Chigi per discutere della legge di Stabilità con Mario Monti. Il quale per tutta la giornata ha subito il pressing dei partiti che vogliono modificare la legge di bilancio. Oltre a Letta, ieri ha incontrato una delegazione dell’Udc guidata da Pier Ferdinando Casini. Oggi vedrà anche Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, domani sarà la volta del leader Pd Pier Luigi Bersani. Insomma, l’iter parlamentare (che inizia oggi con l’audizione di Vittorio Grilli) andrà preparato, per evitare imbarazzanti incidenti di percorso di una legge che ha già provocato molte proteste.
Come quelle degli insegnanti, che ormai da giorni alzano la voce per ottenere modifiche. «Certo, apprezziamo lo sforzo di Profumo che punta a interventi di sistema ha detto il vicesegretario ma un ulteriore taglio di risorse sarebbe fatale per la scuola in questo momento. Non si può agire al di fuori di una revisione complessiva delle regole». In effetti gli insegnanti stanno già pagando a duro prezzo il rigore dei conti: niente scatti, niente rinnovi contrattuali. Vero è che i risparmi voluti da Profumo sarebbero stati reinvestiti nello stesso comparto: ma quei tagli colpirebbero l’attività quotidiana dei professori, che non possono più tollerare ulteriori colpi. Per questo per i democratici riscrivere le norme sulla scuola è la conditio sine qua non per poter votare la legge di Stabilità. Lo stesso ministro all’Istruzione non si è tirato indietro: ha già fatto ampie aperture alle richieste dei Democratici, smentendo ieri «recisamente» l’ipotesi che si stia lavorando ad un aumento di orario fino a 21 ore settimanali rispetto alle 24 previste.
Il secondo punto su cui il Pd darà battaglia in Parlamento riguarda il taglio alle detrazioni fiscali.
«È un problema sociale insostenibile tassare retroatti-vamente le spese per i mutui sulla prima casa ha aggiunto Letta nel suo incontro con Monti Se davvero si vogliono aiutare le giovani coppie non è questa la strada». Il premier ha ascoltato, dimostrando comprensione ma senza dare rassicurazioni di sorta.
Il fatto è che la partita per ora è ancora rinviata: siamo ancora ai primi contatti. «Sono fiducioso che saremo ascoltati», ha aggiunto il vicesegretario Pd. Ma nel partito si è già aperto un dibattito sull’intervento fiscale. C’è chi vorrebbe limitarlo a una revisione del taglio alel detrazioni, e chi vorrebbe azzerare completamente la manovra sull’Irpef per eliminare i due punti di Iva. Anche sulle coperture sono sul tavolo ipotesi diverse. Letta esclude il ricorso alla patrimoniale. «Aggiungere tassazione sarebbe un errore», dichiara. Non la pensa così Francesco Boccia. «Noi abbiamo delle ricette. Se l’aumento dell’Iva permette di incassare 6 miliardi e la diminuzione dell’Irpef sarebbe a 5 miliardi, allora le due misure si compenserebbero ha detto il deputato Pd a Tgcom24 Per coprire la differenza potremmo proporre una patrimoniale. In questo momento storico è bene che non paghino coloro che hanno già pagato, come i pensionati o i piccoli imprenditori super tassati. Siccome altri debiti non si possono fare, l’unica via per rilanciare il Paese è la redistribuzione delle risorse del Paese». In ogni caso sarà difficile che il Pd proponga la tassa. Alla lista di risorse reperibili si ag-giungono anche i 5 miliardi indicati dal sottosegretario Gianfranco Polillo, reperiti grazie al calo dei tassi. Ma per ora si tratta solo di ipotesi di scuola.
In ogni caso, come dimostra la tabella qui a fianco, l’operazione Iva e Irpef rispetto a oggi aumenta la pressione fiscale, di un miliardo e 400 milioni nel 2013, un miliardo e mezzo nel 2014, di 2 miliardi e 100 milioni nel 2015. Secondo i tecnici del Pd, infatti, il peso del punto di Iva pesa di più dello sconto sulle aliquote Irpef, considerato anche il taglio alle detrazioni e la nuova tassazione su Tfr e sulle pensioni di guerra. Su questa voce è intervenuto ieri anche il presidente Gianfranco Fini.
Altro tema «caldo» è quello degli esodati. «Il governo metta a disposizione le risorse risparmiate dal sistema previdenziale chiede Cesare Damiano per aumentare il fondo esodati». Quanto al relatore Pier Paolo Baretta, ieri, ha insistito sul tema risorse. «Il governo metta tutte le risorse sul tavolo ha detto Chiediamo di sapere se dall’intervento Giavazzi ci sono o no risorse disponibili e vogliamo parlare anche del fondo di 900 milioni annunciato da Grilli». Oggi si saprà di più.
Anche l’Udc punta a modificare l’Irpef. Il partito di Casini propone di riportare le aliquote al livello attuale, eliminare la franchigia, riportare l’Iva per le cooperative sociali al 4% (la legge la alza al 10%), eliminare il maggior prelievo sul Tfr e sulle pensioni di guerra. Tutte queste operazioni danno un maggior gettito di circa un miliardo e 700 milioni. Un «tesoretto» che i centristi vogliono concentrare per aumentare le detrazioni alle famiglie con figli. Quanto all’Iva, il partito presenterà la proposta di reperire risorse dal «pacchetto» Giavazzi o da una revisione selettiva delle deduzioni, con una clausola di salvaguardia che nel caso in cui le risorse non fossero reperite entro il primo luglio, scatterebbe l’aumento di un punto previsto. In questa fase l’esecutivo dovrà mostrare disponibilità, vista la durezza con cui i partiti stanno chiedendo passi indietro. «Pensiamo che il presidente Monti possa dedicare al confronto almeno tanto tempo quanto quello che ha dedicato all’Europa ha dichiarato Renato Brunetta, relatore per il Pdl Sarà utile perché la discussione con la sua maggioranza Monti non l’ha fatta prima, la farà ora».
L’Unità 23.10.12