I professori italiani guadagnano 1.200 euro al mese ad inizio carriera. Dopo nove anni conseguono un primo scatto di circa 80 euro. Dall’ultimo rapporto Ocse emerge che gli stipendi degli insegnanti in Europa sono aumentati, in termini reali, del 7%. In Italia sono diminuiti dell’1%. Gli scatti biennali sono fermi e, sempre in questi ultimi anni, sono stati tagliati molti posti di insegnamento. Contemporaneamente è aumentato il carico di lavoro per ciascun docente (con il disagio, per molti, di svolgere lezioni in più istituti). Da ultimo molti insegnanti di ruolo hanno perso la cattedra e sono diventati sovrannumerari. Alcuni andranno a fare gli insegnanti di sostegno. Ho citato alcuni elementi di forte criticità che evidenziano l’enorme disagio di una categoria. Le norme contenute nella legge di stabilità vanno a collocarsi in questo clima di altissima tensione che si intreccia con un profondo stato di frustrazione. Le attuali 18 ore settimanali di lezione frontale sono già un lavoro molto pesante (anche all’estero, laddove esistano, sono più o meno le stesse). Non è un caso che il lavoro docente sia stato considerato, dopo anni di discussioni, lavoro usurante. L’aumento delle ore di lezionefrontale da 18 a 24, come ora ipotizzato, non è pertanto sopportabile. Aggiungo un’altra considerazione di merito: nell’organizzazione arcaica del sistema didattico italiano, col predominio della lezionefrontale(dalla cattedra ai banchi) oggi abbandonata in tutti i Paesi evoluti, tale aggravio di lavoro (per di più senza miseri aumenti retributivi, anzi) non sarà tollerato. L’aumento dell’attività frontale prima che gli insegnanti danneggia la scuola. Eppure ci sono centinaia di straordinarie iniziative innovative nelle scuole che, dal basso, stanno cambiando la didattica in assenza del cambiamento dell’impianto educativo di cui pure tanto necessita l’Italia. Numerosi docenti che, nonostante il clima appena descritto, si sono rimboccati le maniche e hanno prodotto esempi straordinari di innovazione e qualità educativa (ne discuteremo a breve a Firenze in un seminario nazionale di www.educationduepuntozero.it). Il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani, consapevole della gravità della situazione, ha affermato che i parlamentari del Pd voteranno contro quella proposta. E senza il voto del Pd quella proposta in Parlamento non passerà. So che il ministro Profumo, annunciando la possibilità di cambiare la norma, ha dato mandato ai tecnici del ministero di studiare l’ipotesi di spostare la ricerca dei risparmi dal costo del corpo docente a capitoli di spesa capaci, attraverso una revisione selettiva, di eliminare sprechi amministrativi. Personalmente mi sento di fare un appello alle autorità di governo affinché annuncino subito di accettare tali cambiamenti e al Pd di svolgere un’azione parlamentare risoluta per cancellare la norma. Il messaggio alle scuole deve arrivare chiaro come quello lanciato da Obama: se da un aereo troppo carico si deve buttare giù qualcosa di pesante per mantenere la rotta, l’unica certezza è quella che non si può gettar via: il motore.
L’Unità 23.10.12
Pubblicato il 23 Ottobre 2012