attualità, politica italiana

"Questi i punti che vanno cambiati", di Luigina Venturelli

Il presidente del Consiglio si è detto «disponibile a valutare tutte le modifiche proposte» alla legge di Stabilità che sta per passare all’esame del parlamento. Ma la parziale apertura di Monti, insieme alla prevedibile alzata di scudi che le forze politiche e sociali hanno avanzato in questi giorni, rischia di affondare il dibattito sotto una montagna di emendamenti a tutto campo.
Per individuare gli elementi costitutivi della manovra e quindi provare a migliorarne la sostanza, è meglio concentrarsi su «tre capitoli da cui non si può prescindere e che devono necessariamente essere migliorati per rendere il disegno di legge più equo e sostenibile dal punto di vista sociale» spiega il relatore in commissione Bilancio della Camera, Pierpaolo Baretta. Vale a dire, «fisco, scuola, e esodati».
La scelta operata dal governo di intervenire in materia fiscale «facendo di tutto un po’», ovvero con un insieme molto frammentato di norme che apportano «un eccessivo aumento dell’Iva e un’insufficiente diminuzione dell’Irpef e un drammatico taglio delle detrazioni», andrebbe in realtà discusso in blocco.

AGEVOLARE LE DETRAZIONI
Meglio «ridiscutere il mix», secondo il parlamentare democratico, scegliendo di «concentrarsi o su una più efficace diminuzione Irpef oppure sulla rinuncia all’aumento dell’Iva». Entrambi i provvedimenti insieme, infatti, rischiano nel migliore dei casi di «annullarsi a vicenda» o, nel peggiore, di comprimere il reddito disponibile delle famiglie, con tutte le conseguenze negative che questo avrebbe sui consumi e sull’economia in generale.

Quella che invece deve essere modificata certamente, secondo l’esponente Pd, è tutta la parte relativa alle detrazioni e deduzioni fiscali, perchè «la somma della franchigia di 250 euro e della retroattività dei nuovi provvedimenti andranno ad incidere soprattutto sui ceti medio bassi, facendo scattare le detrazioni solo dai 15mila euro di reddito in su».
Una proposta che certo troverà ampio consenso in parlamento e nella società. «Chiediamo che siano riviste le franchigie per le deduzioni fiscali a favore delle fasce sociali più deboli» ha chiesto, tra gli altri, il leader Cisl Raffaele Bonanni.

RISORSE A SCUOLA E ESODATI

Il secondo capitolo su cui concentrare le modifiche è quello della scuola che, ancora una volta, dovrebbe subire pesanti tagli di risorse. «Già nella spen- ding review è stata decisa una sottrazione di 180 milioni di euro, ed ora se ne vorrebbero togliere altri 500 milioni» continua Baretta. «Il taglio complessivo sarebbe così di quasi 700 milioni, e andrebbe ad impoverire un sistema scolastico che è già stato molto penalizzato in questi anni». In proposito la modifica da apportare è semplicissima: «Il taglio va eliminato. Non si può pensare sempre di risparmiare su un aspetto vitale per il Paese, per i suoi giovani e per il suo futuro complessivo».

In proposito, l’onorevole Pd non vuole nemmeno entrare nel merito delle decisioni del governo Monti, che apporteranno un aggravio delle condizioni di lavoro degli insegnanti di scuola media e superiore, a cui si chiede di incrementare l’orario delle lezioni in classe dalle attuali 18 a 24 ore settimanali: «È un errore che la legge di Stabilità si occupi dell’organizzazione del lavoro nella funzione pubblica, materia che non rientra nelle sue competenze. Basta questo a dire che il governo ha passato il segno».

Il terzo intervento di modifica, secondo Baretta, deve infine riguardare le risorse per sostenere i lavoratori esodati: «Va bene l’idea del Fondo, ma 100 milioni di euro sono assolutamente insufficienti, tanto più che non esiste ancora una stima precisa della platea degli aventi diritto».
E per rispettare i saldi finali della manovra, su cui Monti si è detto indisponibile a cambiamenti, «si possono recuperare risorse aggiuntive». Ad esempio, «grazie al calo dello spread» che – come ha riferito il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo – consente di risparmiare sugli interessi. Op- pure «grazie al cosiddetto Piano Giavazzi, cioè alla rimodulazione degli incentivi alle imprese avviata ormai mesi fa». Se ci sono risorse aggiuntive, «è il momento di renderle disponibili».

L’Unità 20.10.12