Bersani: “Sulla scuola norme inaccettabili”. E Francesca Puglisi: “Saremo vicini alla mobilitazione dei lavoratori della scuola”. Determinato Tonino Russo: “Pronto a non votare la fiducia”. Apre la rassegna dell’indignazione il segretario nazionale Pd, Bersani, che boccia le misure sulla scuola previste dalla legge di stabilità. “Mettono gli insegnanti allo sbaraglio e chiudono la strada ai precari”
“Se escono così queste norme sulla scuola per noi non sono accettabili, ma da qui alla fiducia c’è di mezzo il Parlamento e noi intendiamo lavorare su questo. Sono misure prese di punto in bianco, dentro nessun contesto e che oltre ad aggravare senza corrispettivo un impegno di lavoro in un sistema frantumato di prestazioni, chiudono la strada a molti precari, la logica non tiene e la scuola ha bisogno di un attimo di pausa, non è che si può continuare a intervenire con l’accetta per due o tre anni. Cerchiamo di fermarci e impostare il discorso su un quadro strategico”.
Rincara la dose Francesca Puglisi: “Saremo vicini alla mobilitazione dei lavoratori della scuola”. Queste sono misure “insostenibili socialmente. Insostenibili per i ragazzi con disabilità. Saremo vicini a tutte le mobilitazioni delle lavoratrici e dei lavoratori annunciate nelle prossime settimane dalle parti sociali”. Non si tratta solo di dire ‘no’, ma di passare dalle parole ai fatti, valorizzando il sistema nazionale di istruzione e interrompendo, finalmente, la stagione dei tagli del governo Berlusconi. “Il ministro Profumo continua ad annunciare progetti assolutamente condivisibili per la scuola. Purtroppo restano però solo annunci irrealizzabili se non si torna ad investire risorse e se non si fermano i tagli. Attendiamo fiduciosi che agli annunci seguano i fatti concreti, prima di tutto l’impegno a cancellare l’aberrante norma della legge di stabilità che, facendo lavorare più ore gli insegnanti a parità di stipendio, butta in mezzo alla strada altri 52.000 professori e professoresse. Se non possiamo permetterci le carote, perlomeno si riponga il bastone”.
Il più determinato finora, tra gli esponenti del Pd, e che non lascia nulla alla interpretazione soggettiva, Tonino Russo: “La scelta del Governo di aumentare l’orario di servizio dei docenti da 18 a 24 oltre ad essere indecente è inaccettabile. Su questo tema non ci sarà alcuna mediazione. La norma va semplicemente abrogata perché altrimenti la legge di stabilità non potrà essere votata. Purtroppo, le indiscrezioni che circolavano da qualche giorno si sono rivelate una drammatica e assurda certezza. Il governo incomprensibilmente ha voluto confermare l’impostazione iniziale”.
“Personalmente ho già pronto l’emendamento abrogativo che sottoporrò alla firma di tutti i parlamentari. Ed il governo non pensi alla furbesca scorciatoia della questione di fiducia perché credo saremo in molti a non votarla. Tra il destino del governo da un lato e quello della scuola, dei docenti e dei discenti dall’altro, non si possono avere dubbi da che parte stare. Senza se e senza ma!”
E vivaddio ogni tanto c’è qualcuno che non la manda a dire, né parla con linguaggio pluridisciplinare. Così dovrebbe sempre esprimersi la politica.
La Tecnica della Scuola 17.10.12
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Il Ministro risponde a Bersani
Diffuso un comunicato stampa nel quale il Ministro, rispondendo al segretario del Pd, dichiara che “circa il dibattito sulle misure adottate, sono certo che il confronto parlamentare sarà all’altezza del difficile compito che ci spetta, con l’obiettivo comune di consegnare all’Italia una scuola migliore, più europea, per studenti e insegnanti”. Questo il testo del comunicato del Ministro “Ho letto con attenzione le parole del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a commento delle misure sulla scuola contenute nella legge di stabilità. Condivido appieno l’esigenza, da lui espressa chiaramente, di impostare il confronto all’interno di un quadro strategico complessivo. La scuola italiana ha bisogno di tornare al centro dell’agenda di sviluppo e progresso del Paese, coniugando tradizione e modernità, e agganciandosi alle migliori esperienze sperimentate qui in Italia e nel resto dell’Europa.
Ne va del futuro dei nostri giovani, e il mio impegno in questo senso è massimo. Su questi temi sono da sempre disponibile a dialogare col segretario Bersani e con il Partito Democratico, che sostiene lealmente il governo. Il loro apporto è, e sarà, prezioso. È in quest’ottica che sto lavorando a una conferenza generale sulla scuola, nei primi due mesi del 2013, per la quale voglio coinvolgere tutte le forze professionali e sociali che ogni giorno vivificano le nostre istituzioni scolastiche e le rendono il luogo di confronto e di formazione più importante. Circa il dibattito sulle misure adottate, sono certo che il confronto parlamentare sarà all’altezza del difficile compito che ci spetta, con l’obiettivo comune di consegnare all’Italia una scuola migliore, più europea, per studenti e insegnanti. Per questa ragione, ogni suggerimento ed eventuale modifica, all’interno dei vincoli di bilancio votati dallo stesso Parlamento, sarà il benvenuto”.
La Tecnica della Scuola 17.10.12
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Caro Ministro, ci dica da che parte sta”, di Alessandro Giuliani
Dopo aver bollato come “gossip” le indiscrezioni sull’inatteso giro di vite sulla scuola, contenuto nella Legge di Stabilità, Profumo si trasforma in ragioniere e dice al leader del Pd Bersani che le modifiche al testo dovranno tenere conto dei “vincoli di bilancio”. Perché però continua ad ignorare centinaia di migliaia di docenti e i sindacati sul piede di guerra? Dov’è finita la politica della trasparenza promessa solo pochi mesi fa?
Sulla Legge di Stabilità, finalmente il ministro Profumo esce allo scoperto. Dopo aver negato la presenza di tagli e misure peggiorative per il personale della scuola, bollate poi come “gossip”, stavolta (con il testoche si appresta ad approdare in Parlamento dopo il sì definitivo del Governo) il responsabile del Miur non si è potuto più nascondere. Braccato dalle proteste dei docenti, degli studenti, delle organizzazioni sindacali, di un nutrito numero di alti esponenti politici, appartenenti a schieramenti trasversali, ha finalmente deciso di rispondere.
Peccato che lo ha abbia fatto rivolgendosi solo al leader del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani.Assicurandogli che “ogni suggerimento ed eventuale modifica, all’interno dei vincoli di bilancio votati dallo stesso Parlamento, sarà il benvenuto”.
Ma, allora, perché non rivolgersi a tutti gli altri? Perché non placare gli animi di centinaia di migliaia di docenti, gran parte dei quali si dicono angosciati da un provvedimento ritenuto ingiusto e inappropriato, visto il già alto carico di lavoro che devono svolgere quotidianamente tra impegni dietro la cattedra, progetti, formazione, preparazione e correzioni competi, riunioni e quant’altro? Perché non rispondere finalmente alle pressioni dei sindacati, anche quelli più concertativi, che si sono sentiti anche loro traditi. E costretti a indire mobilitazioni e scioperi?
Perché sino ancora oggi il sito del Miur non aveva speso una parola sulla Legge di Stabilità? Perché ci si è ostinati ad alternare il silenzio e la negazione dell’evidenza? Dove è finita la politica della trasparenza, tanto strombazzata, dieci mesi fa, in occasione dell’approdo di Profumo a viale Trastevere?
Sono tanti gli interrogativi che poniamo allo staff del Ministro. Continuare a minimizzare peggioramenti epocali e tagli clamorosi non è più plausibile. Mancano meno di sei mesi alla fine di questa legislatura: il ministro dell’Istruzione fa ancora in tempo a dirci da che parte sta.
da La Tecnica della Scuola 17.10.12
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