Giorno: 14 Ottobre 2012

"Legge di stabilità, per chi rimane a 18 ore stipendio ridotto", di Alessandro Giuliani

È ciò che si deduce da una frase pronunciata dal ministro Profumo, dopo aver sottolineato che non vi saranno aumenti: “si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l’aumento delle ore”. La categoria è già in fermento: si prevedono proteste vibranti. E per i parlamentari non sarà facile dire sì ad un progetto così crudele. Ora dopo ora, comincia a delinearsi la filosofia che avrebbe spinto il Governo Monti a voler incrementare, attraverso un decreto severissimo e inaspettato, l’orario dei docenti italiani. A far intendere dove vuole si vuole arrivare è il responsabile del Miur, Francesco Profumo, nel corso di un intervista al quotidiano “La Repubblica”: il Ministro sostiene che è ora di finirla di “ coltivare il luogo comune degli insegnanti italiani che guadagnano poco e lavorano poco: chiedo solo che siano più flessibili ”. Poi aggiunge la frasi chiave: “ Si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l’aumento delle ore …

"Legge di stabilità, per chi rimane a 18 ore stipendio ridotto", di Alessandro Giuliani

È ciò che si deduce da una frase pronunciata dal ministro Profumo, dopo aver sottolineato che non vi saranno aumenti: “si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l’aumento delle ore”. La categoria è già in fermento: si prevedono proteste vibranti. E per i parlamentari non sarà facile dire sì ad un progetto così crudele. Ora dopo ora, comincia a delinearsi la filosofia che avrebbe spinto il Governo Monti a voler incrementare, attraverso un decreto severissimo e inaspettato, l’orario dei docenti italiani. A far intendere dove vuole si vuole arrivare è il responsabile del Miur, Francesco Profumo, nel corso di un intervista al quotidiano “La Repubblica”: il Ministro sostiene che è ora di finirla di “ coltivare il luogo comune degli insegnanti italiani che guadagnano poco e lavorano poco: chiedo solo che siano più flessibili ”. Poi aggiunge la frasi chiave: “ Si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l’aumento delle ore …

"I fantasmi di Marghera. Il futuro: industria o palais Lumière?", di Rinaldo Gianola

Ogni volta che si torna a Marghera ne manca un pezzo. Aziende che chiudono, imprenditori in fuga, lavoratori sbattuti in cassa integrazione e licenziati. Sarà pur vero che la nostalgia non è più quella di un tempo e che non bisogna esser troppo sentimentali nel ricordare un glorioso passato industriale, di lavoro e di democrazia perchè si rischia di apparire patetici nella stagione dei tecnocrati, dei bocconiani al governo. Però qualcuno, prima o poi, dovrà pur spiegare dove sono finiti migliaia di posti di lavoro, dove sono scappate le multinazionali che avevano giurato fedeltà eterna, chi ha buttato al vento un enorme patrimonio di competenze, ricerca, innovazione. Adesso ci vuole un po’ di modernità, bando ai rimpianti, basta lamenti. Il futuro? Il futuro di Marghera, che occupa ancora circa 14mila addetti, non sono più la chimica, la cantieristica, l’energia e quegli operai unti e sporchi così fuori moda. Il Palais Lumière ci salverà, la torre delle luci del francese Pierre Cardin cambierà il destino dello storico polo petrolchimico, vigilerà su Venezia, guarderà dall’alto pure il …

"I fantasmi di Marghera. Il futuro: industria o palais Lumière?", di Rinaldo Gianola

Ogni volta che si torna a Marghera ne manca un pezzo. Aziende che chiudono, imprenditori in fuga, lavoratori sbattuti in cassa integrazione e licenziati. Sarà pur vero che la nostalgia non è più quella di un tempo e che non bisogna esser troppo sentimentali nel ricordare un glorioso passato industriale, di lavoro e di democrazia perchè si rischia di apparire patetici nella stagione dei tecnocrati, dei bocconiani al governo. Però qualcuno, prima o poi, dovrà pur spiegare dove sono finiti migliaia di posti di lavoro, dove sono scappate le multinazionali che avevano giurato fedeltà eterna, chi ha buttato al vento un enorme patrimonio di competenze, ricerca, innovazione. Adesso ci vuole un po’ di modernità, bando ai rimpianti, basta lamenti. Il futuro? Il futuro di Marghera, che occupa ancora circa 14mila addetti, non sono più la chimica, la cantieristica, l’energia e quegli operai unti e sporchi così fuori moda. Il Palais Lumière ci salverà, la torre delle luci del francese Pierre Cardin cambierà il destino dello storico polo petrolchimico, vigilerà su Venezia, guarderà dall’alto pure il …

"Il Governo vuole docenti da record: i meno pagati, ma in classe più ore di tutti!", di A.G. da La Tecnica della Scuola

Lo dimostra uno studio della Uil Scuola sui dati forniti dalla banca dati europea Eurydice e dal titolo eloquente “Orario di insegnamento: siamo allineati agli altri paesi europei”: in confronto ai più sviluppati, i prof italiani stanno in classe come in Germania, mentre fanno più ore di Francia, Austria, Finlandia. Alla primaria 22 ore contro una media di 19,6; alle superiori 18 contro 16,3. Solo alle medie in linea: 18 contro 18,1. Di Menna: siamo molto oltre il paradosso, pronti a protestare per l’intero anno. Fare l’insegnante in Italia rischia di diventare una scelta quasi eroica. Alla recente pubblicazione dell’Ocse Education at a Glance , che posiziona i docenti italiani in fondo nella graduatoria degli stipendi fruiti in tutta l’area considerato, anche perché praticamente fermi (escludendo l’inflazione) a 12 anni fa , ora il Governo decide, attraverso un inatteso e unilaterale decreto, che tutti i titolari di un insegnamento, dalla primaria alle superiori, debbano svolgere 24 ore di lezioni settimanali. Andando così determinare una doppia penalizzazione: i docenti italiani dopo essere tra i peggio pagati, …

"Il Governo vuole docenti da record: i meno pagati, ma in classe più ore di tutti!", di A.G. da La Tecnica della Scuola

Lo dimostra uno studio della Uil Scuola sui dati forniti dalla banca dati europea Eurydice e dal titolo eloquente “Orario di insegnamento: siamo allineati agli altri paesi europei”: in confronto ai più sviluppati, i prof italiani stanno in classe come in Germania, mentre fanno più ore di Francia, Austria, Finlandia. Alla primaria 22 ore contro una media di 19,6; alle superiori 18 contro 16,3. Solo alle medie in linea: 18 contro 18,1. Di Menna: siamo molto oltre il paradosso, pronti a protestare per l’intero anno. Fare l’insegnante in Italia rischia di diventare una scelta quasi eroica. Alla recente pubblicazione dell’Ocse Education at a Glance , che posiziona i docenti italiani in fondo nella graduatoria degli stipendi fruiti in tutta l’area considerato, anche perché praticamente fermi (escludendo l’inflazione) a 12 anni fa , ora il Governo decide, attraverso un inatteso e unilaterale decreto, che tutti i titolari di un insegnamento, dalla primaria alle superiori, debbano svolgere 24 ore di lezioni settimanali. Andando così determinare una doppia penalizzazione: i docenti italiani dopo essere tra i peggio pagati, …

"Ora un'agenda che affronti la crisi del lavoro", di Laura Pennacchi

La caduta o il rallentamento del reddito e della produzione che si stanno verificando in tutto il mondo sono tali che ormai la parola «recessione» non appare più adeguata a descrivere con chiarezza i fenomeni in atto Per alcuni Paesi l’intensità del decremento (in Italia sommando il 2012 e il 2013 si arriverà a superare il -3%) di per sé rende più appropriata la parola «depressione». Ma in generale la durata della crisi, la sua prevedibile estensione se perdura l’approccio dell’austerità «a tutti i costi», fanno pensare che siamo di fronte a una vera e propria rottura nelle traiettorie di sviluppo. Le pratiche monetarie promesse da Draghi per la Bce – tuttavia subordinate a una condizionalità che potrebbe rivelarsi un capestro per i Paesi richiedenti – e quelle ancor più «rivoluzionarie» praticate da Bernanke per la Fed, per quanto «non convenzionali», non possono essere sufficienti a far intraprendere all’economia mondiale una nuova rotta. Specie se l’Europa rimane prigioniera dell’austerità restrittiva e deflazionistica imposta dalla Merkel e contrastata da Hollande e a livello globale la leadership …