Giorno: 13 Ottobre 2012

"La BCE e i veri dati sull'occupazione", di Fulvio Fammoni

La BCE sforna dati a ripetizione sulla occupazione in Europa particolarmente utili per fare chiarezza sul vero stato del lavoro in Italia, anche se purtroppo fermi al 2010 e con proposte di soluzioni sbagliate. Per anni si è demagogicamente affermato che noi stavano meglio della media europea. Per suffragare questa affermazione si usava il dato formale della percentuale di disoccupati che era più basso, ma si taceva che il tasso di occupazione lo era molto di più. Come si poteva contemporaneamente avere una disoccupazione quasi nella media e una occupazione molto più bassa? Come poteva la Spagna avere più disoccupati di noi e una percentuale di occupati più alta? Non considerando l’enorme area degli inattivi (siamo i primi Europa) e al suo interno chi è assimilabile alla condizione di disoccupato, come gli scoraggiati. Adesso la Bce, non estremisti o disfattisti come amava definirci il precedente ministro del Lavoro, mette la parola fine a questa discussione. «L’Italia è un chiaro esempio di come le cifre ufficiali sulla disoccupazione possano sottostimare la sottoutilizzazione della forza lavoro» è …

Franceschini: “Con le preferenze campagne costosissime lo scambio osceno in Lombardia insegna”, di Goffredo De Marchis

Dario Franceschini avverte gli alleati della “strana” maggioranza: «Sono sicuro che non si possa votare la riforma elettorale contro il primo partito del Paese. Lo capiscono anche i bambini». E se riconosce all’Udc la legittimità di lavorare per il Monti bis, «trovo assurdo immaginare di fare una legge che abbia come conseguenza certa l’ingovernabilità in modo che nessuno vinca solo per tenersi Monti, è un atto contro il Paese», dice il capogruppo democratico alla Camera. Però sulle preferenze il Pd ha qualche imbarazzo. Il fronte dei sostenitori è largo, da Enrico Letta a Massimo D’Alema. «Non mi pare che ci sia questo problema. C’è invece una posizione molto chiara da parte di tutto il partito sia sul doppio turno, la nostra proposta originaria, sia sulla mediazione depositata al senato. Possono esistere sfumature diverse su quanto sia pericoloso il ritorno alle preferenze. Ma la posizione di tutto il Pd è chiarissima: tutti siamo per i collegi uninominali». Il problema delle preferenze è l’esempio del caso Fiorito? «La corruzione può avere tanti canali. Sarebbe sciocco dire che …

"Ritornare al sogno", di Barbara Spinelli

Fu una di quelle opere – l’unità fra europei edificata nel dopoguerra – che gli uomini compiono quando sull’orlo dei baratri decidono di conoscere se stessi: quando vedono i disastri di cui sono stati capaci, esplorano le ragioni d’una fallibilità troppo incallita per esser feconda. E tuttavia non si fanno sopraffare dall’indolenza smagata che secondo Paul Valéry fu la malattia dello spirito europeo all’indomani del ’14-18: la «noia di ricominciare il passato», l’inattitudine a riprendersi e ri-apprendere. Il Nobel della pace è stato dato ieri a quel ricominciamento della storia, e alla svolta che fu la riconciliazione tra Francia e Germania, che in soli 70 anni avevano combattuto tre guerre. Dalla messa in comune di risorse vitali per i due paesi – il carbone e l’acciaio, fonti di ricchezza e morte – nacque l’Unione che abbiamo oggi. Mai era apparso così chiaro, nell’attribuzione dei Nobel, il nesso fra pace, democrazia, diritto. Come se l’invenzione d’Europa fosse la conferma vivente che firmare le tregue non è fare la pace. Che per tenere insieme su scala continentale …

"Ritornare al sogno", di Barbara Spinelli

Fu una di quelle opere – l’unità fra europei edificata nel dopoguerra – che gli uomini compiono quando sull’orlo dei baratri decidono di conoscere se stessi: quando vedono i disastri di cui sono stati capaci, esplorano le ragioni d’una fallibilità troppo incallita per esser feconda. E tuttavia non si fanno sopraffare dall’indolenza smagata che secondo Paul Valéry fu la malattia dello spirito europeo all’indomani del ’14-18: la «noia di ricominciare il passato», l’inattitudine a riprendersi e ri-apprendere. Il Nobel della pace è stato dato ieri a quel ricominciamento della storia, e alla svolta che fu la riconciliazione tra Francia e Germania, che in soli 70 anni avevano combattuto tre guerre. Dalla messa in comune di risorse vitali per i due paesi – il carbone e l’acciaio, fonti di ricchezza e morte – nacque l’Unione che abbiamo oggi. Mai era apparso così chiaro, nell’attribuzione dei Nobel, il nesso fra pace, democrazia, diritto. Come se l’invenzione d’Europa fosse la conferma vivente che firmare le tregue non è fare la pace. Che per tenere insieme su scala continentale …