“Voglio rassicurare i docenti, gli studenti e i genitori. La cosiddetta legge Aprea, che e’ stata ampiamente rivista in questi mesi, non prevede alcuna privatizzazione o aziendalizzazione della scuola pubblica. Il testo originale e’ stato profondamente modificato. Quella che voteremo nelle prossime ore e’ una legge che riforma la governance degli istituti, ovvero gli organi di governo delle scuole, che ha al centro l’autonomia delle istituzioni scolastiche connessa alla loro responsabilita’”. Manuela Ghizzoni, deputata del Pd e presidente della commissione Cultura della Camera, illustra alla DIRE i contenuti del disegno di legge che mette in allarme studenti, insegnanti e genitori. Una legge che ha mantenuto negli anni il nome della ormai ex deputata Valentina Aprea, oggi assessore in Lombardia. Ma che nei suoi lunghi mesi di gestazione ha cambiato pelle, trasformandosi oggi nel provvedimento che, a distanza di oltre trent’anni dall’ultima modifica, rimette mano agli organi collegiali e di governo delle scuole. Aprendo ad una stagione di riscrittura delle regole interne degli istituti che, secondo Ghizzoni, “puo’ essere una stagione di nuovo protagonismo
della stessa comunita’ scolastica”. Genitori e studenti compresi.
D: “Onorevole, venerdi’ gli studenti scenderanno in piazza e fra i punti della contestazione c’e’ la ex legge Aprea, ovvero la riforma della governance delle scuole. Da piu’ parti si parla di eccessive aperture ai privati. Cosa risponde a queste preoccupazioni?”
R: “La legge non prevede privatizzazioni o aziendalizzazioni della scuola pubblica. Chi parla in questi termini dice una cosa priva di fondamento. Testo alla mano, la legge spiega che nel Consiglio dell’autonomia (che sostituira’ Consigli di istituto e di circolo, ndr) se i 2/3 dei componenti sono d’accordo possono entrare anche due esterni alla scuola, ma senza potere di voto. L’idea e’ quella di una scuola aperta alla comunita’. La legge indica nel dettaglio chi possono essere questi esterni: possono fare parte di realta’ culturali, di volontariato, sociali, produttive. Parlando con alcuni studenti emerge sempre la paura che arrivino capitani di impresa che, a fronte di finanziamenti forti, ad esempio per strutture o laboratori, possano poi chiedere modifiche dell’offerta formativa. Ma va detto chiaramente che quest’ultima e’ decisa dal Consiglio dei docenti. E che gli ambiti di autonomia di cui godranno le scuole devono comunque stare dentro il confine delle leggi nazionali”.
D: “Insomma, chi parla di possibilita’ di stravolgimenti dei programmi o delle abituali regole di reclutamento del personale sbaglia?”
R: “Per quanto riguarda i programmi, il finanziamento alle scuole, il reclutamento degli insegnanti restano assolutamente ferme le leggi nazionali. Gia’ oggi, per esempio, sull’offerta formativa le scuole hanno un margine di autonomia del 20% che consente di aplimarla e variarla. E quella restera’, senza
ulteriori cambiamenti”.
D: “E i finanziamenti dai privati? La legge li prevede”.
R: “Quelli si possono ricevere anche ora. Le scuole possono accettare anche lasciti e donazioni. E questa legge non prevede assolutamente un arretramento delle responsabilita’ dello Stato nel dover garantire le risorse per il funzionamento delle scuole”.
D: “Dunque qual e’ il focus del provvedimento?”
R: “Il tema della legge e’ l’autonomia statutaria delle scuole che viene introdotta per la prima volta e la parteciazione della comunita’ scolastica alla vita delle scuole. Si rivede il governo degli istituti ponendo l’accento sull’automonia collegata pero’ alla responsabilita’ d’azione: le scuole dovranno compilare una rendicontazione, ad esempio, una sorta di bilancio sociale. Si parla anche di autovalutazione degli istituti, che e’ un modo per rimettere al centro lo studente e i suoi interessi, ovvero la qualita’ dell’istruzione”.
D: “I ragazzi temono di perdere momenti di aggregazione e confronto come le assemblee”.
R: “Comprendo questa preoccupazione degli studenti. Ma la commissione ha lavorato per apportare modifiche radicali al testo originario, proprio per garantire la partecipazione e rappresentanza degli studenti. E comunque auspico che al Senato
ci siano nuove audizioni e approfondimenti prima del voto finale. Ci sia un’opera di confronto sul nuovo testo che non e’ una brutta copia dell’ex legge Aprea. E poi si valuti se sono necessarie modifiche. Intanto noi abbiamo previsto un monitoraggio della norma per poterne valutare l’efficacia nel tempo. E’ ora che la politica impari a verificare se le sue leggi funzionano o meno.”
Agenzia Dire 09.10.12
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