Giorno: 8 Ottobre 2012

"La ricerca crea sviluppo", di Donatella Coccoli

Chirurgia endoscopica, assistenza agli anziani, riabilitazione pediatrica. L’Istituto di BioRobotica del Sant’Anna produce robot ai servizio del cittadino. «Una tecnologia che, se potenziata, può creare nuovi posti di lavoro», afferma il direttore, l’ingegnere Paolo Dario. Un robot salverà l’economia? La produzione di automobili lascerà il posto a quella di oggetti dalle tecnologie raffinate e dai materiali leggeri? A due passi dai binari della stazione di Pontedera, c’è l’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Il luogo è di per sé significativo: una sorta di “campus anglosassone” all’interno di un edificio ristrutturato che un tempo faceva parte della cittadella Piaggio. La fabbrica della più grande azienda europea di scooter, colpita come tante dalla crisi, è là davanti, con il suo ingresso austero. Pochi metri di strada dividono i due edifici, ma la distanza è ben altra. Di là, la produzione industriale di beni di consumo ormai in picchiata, di qua la produzione di idee che si materializzano in macchine utili per il futuro della società, dell’ambiente e della medicina. Dai robot per l’assistenza agli …

"La ricerca crea sviluppo", di Donatella Coccoli

Chirurgia endoscopica, assistenza agli anziani, riabilitazione pediatrica. L’Istituto di BioRobotica del Sant’Anna produce robot ai servizio del cittadino. «Una tecnologia che, se potenziata, può creare nuovi posti di lavoro», afferma il direttore, l’ingegnere Paolo Dario. Un robot salverà l’economia? La produzione di automobili lascerà il posto a quella di oggetti dalle tecnologie raffinate e dai materiali leggeri? A due passi dai binari della stazione di Pontedera, c’è l’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Il luogo è di per sé significativo: una sorta di “campus anglosassone” all’interno di un edificio ristrutturato che un tempo faceva parte della cittadella Piaggio. La fabbrica della più grande azienda europea di scooter, colpita come tante dalla crisi, è là davanti, con il suo ingresso austero. Pochi metri di strada dividono i due edifici, ma la distanza è ben altra. Di là, la produzione industriale di beni di consumo ormai in picchiata, di qua la produzione di idee che si materializzano in macchine utili per il futuro della società, dell’ambiente e della medicina. Dai robot per l’assistenza agli …

"Anna Politkovskaja e gli altri trecento. Quanto costa la libertà in Russia" di Ludmila Ulitskaya

Prima di Eltsin in Russia — in Unione Sovietica — non c’erano mai stati omicidi politici di giornalisti. Perché non c’era libertà di parola. Paradossalmente, gli omicidi di giornalisti sono cominciati nell’era eltsiniana, che — comunque si consideri questo semi-riformatore — ha dato alla Russia la libertà di parola. Una libertà enorme, che il Paese non aveva mai conosciuto. La censura in Russia è stata abolita. Ed è difficile dire quando fosse nata. In ogni caso, il primo testo antico-russo che comprende un indice dei libri proibiti fu scritto nel 1079. Quasi mille anni fa. La censura nel nostro Paese è quasi più antica dello Stato stesso. E tutt’a un tratto, dopo dieci secoli di controlli e divieti, dopo la censura religiosa e laica, imperiale e burocratica, dopo la crudele censura sovietica, ecco che nel 1991 la libertà di stampa è piovuta quasi dal cielo. Bisogna riconoscere che nell’ambito della creazione letteraria la fine della censura non ha avuto conseguenze particolarmente evidenti. E si capisce: la libertà interiore dello scrittore non dipende dall’autorizzazione dei potenti. …

"Anna Politkovskaja e gli altri trecento. Quanto costa la libertà in Russia" di Ludmila Ulitskaya

Prima di Eltsin in Russia — in Unione Sovietica — non c’erano mai stati omicidi politici di giornalisti. Perché non c’era libertà di parola. Paradossalmente, gli omicidi di giornalisti sono cominciati nell’era eltsiniana, che — comunque si consideri questo semi-riformatore — ha dato alla Russia la libertà di parola. Una libertà enorme, che il Paese non aveva mai conosciuto. La censura in Russia è stata abolita. Ed è difficile dire quando fosse nata. In ogni caso, il primo testo antico-russo che comprende un indice dei libri proibiti fu scritto nel 1079. Quasi mille anni fa. La censura nel nostro Paese è quasi più antica dello Stato stesso. E tutt’a un tratto, dopo dieci secoli di controlli e divieti, dopo la censura religiosa e laica, imperiale e burocratica, dopo la crudele censura sovietica, ecco che nel 1991 la libertà di stampa è piovuta quasi dal cielo. Bisogna riconoscere che nell’ambito della creazione letteraria la fine della censura non ha avuto conseguenze particolarmente evidenti. E si capisce: la libertà interiore dello scrittore non dipende dall’autorizzazione dei potenti. …

"Sarebbe esempio di buona politica" di Carlo Sini

La crisi è strutturale: così sento ripetere da amici economisti, da operatori finanziari e da alti dirigenti bancari angosciati per il problema attuale del credito, insufficiente a rilanciare l’economia e nondimeno bloccato dalla difficoltà, per non dire impossibilità, di previsioni attendibili sugli andamenti della finanza e del mercato. Benissimo, anzi malissimo, ma se la crisi è strutturale (e le parole hanno un senso), non ne usciremo restando confinati entro le logiche tradizionali. Né dentro le metodologie delle vecchie indagini statistiche, i sacri criteri valutativi e previsionali degli uffici studi accreditati dall’uso, dall’inerzia e magari da qualche inconfessato interesse. Bisogna sforzarsi di guardare i nostri problemi da una nuova prospettiva, con uno sguardo «da fuori», se così si può dire e per quel che è possibile. L’attuale campagna in favore della introduzione della Tobin Tax sembra un’occasione quanto mai propizia per farlo, anche per le sue ricadute politiche e più in generale morali. Tassare la mera speculazione finanziaria può infatti suggerire, tra le molte considerazioni che in questi giorni si moltiplicano, due argomenti molto generali ma …

"Sarebbe esempio di buona politica" di Carlo Sini

La crisi è strutturale: così sento ripetere da amici economisti, da operatori finanziari e da alti dirigenti bancari angosciati per il problema attuale del credito, insufficiente a rilanciare l’economia e nondimeno bloccato dalla difficoltà, per non dire impossibilità, di previsioni attendibili sugli andamenti della finanza e del mercato. Benissimo, anzi malissimo, ma se la crisi è strutturale (e le parole hanno un senso), non ne usciremo restando confinati entro le logiche tradizionali. Né dentro le metodologie delle vecchie indagini statistiche, i sacri criteri valutativi e previsionali degli uffici studi accreditati dall’uso, dall’inerzia e magari da qualche inconfessato interesse. Bisogna sforzarsi di guardare i nostri problemi da una nuova prospettiva, con uno sguardo «da fuori», se così si può dire e per quel che è possibile. L’attuale campagna in favore della introduzione della Tobin Tax sembra un’occasione quanto mai propizia per farlo, anche per le sue ricadute politiche e più in generale morali. Tassare la mera speculazione finanziaria può infatti suggerire, tra le molte considerazioni che in questi giorni si moltiplicano, due argomenti molto generali ma …

"Taranto specchio d'Italia", di Gad Lerner

Smettessimo di guardarla da lontano come una città polveriera – nel senso del veleno e dell’esplosivo – Taranto ci apparirebbe per quel che è: lo specchio, neanche troppo deformato, del degrado in cui sta precipitando l’Italia tutta. Puntuale degenera anche lo scontro istituzionale fra magistratura e governo tecnico, con la Procura che detta tempi ultimativi per lo spegnimento degli altiforni e il ministro Clini che accelera il varo di un’autorizzazione somigliante a una deroga mascherata. È proprio quel che speravano i padroni del Nord arricchitisi oltre misura, la famiglia Riva, che non appena la giustizia li ha perseguiti e ha sequestrato loro gli impianti, si sono messi a cavalcare la rivolta operaia. Mai vista prima dell’Ilva una borghesia industriale cimentarsi così sfacciatamente nel paternalismo protestatario. Rifornendo le maestranze impegnate nei blocchi stradali con i viveri dalla mensa aziendale. Chiamando allo sciopero i lavoratori senza tessera sindacale attraverso i capireparto. Facendo pervenire all’esterno i comunicati dei dipendenti asserragliati a 60 metri d’altezza sul nastro di carico dell’Altoforno 5, indovinate da chi? Direttamente dall’ingegnere responsabile della struttura, …