Nel Mezzogiorno, la probabilità di lavorare per le ragazze è quasi azzerata: la crisi ha eroso ancora di più le opportunità, con il tasso di occupazione sceso tra aprile e giugno a un mimino del 16,9% per le giovani tra i 15 e i 29 anni, vale a dire che meno di due su dieci ha un posto. Una quota così bassa non si registrava dal secondo trimestre del 2004, ovvero dall’inizio delle relative serie storiche. Insomma un nuovo record negativo che rimarca la scarsità di lavoro. La conferma delle difficoltà per le under 30 meridionali, che da sempre viaggiano su tassi molto bassi di occupazione, emerge dagli ultimi dati trimestrali dell’Istat. Ovviamente sul minimo pesa l’elevata percentuale di studenti che si concentra nella fascia d’età 15-29 anni, soprattutto tra i giovanissimi.
Ma alzando l’asticella dell’età il miglioramento è limitato: tra le 18-29enni del Mezzogiorno l’occupazione è al 20,7%. Resta così evidente il divario con il Nord, dove la quota di giovani occupate tra i 18 e i 29 anni sale al 45,7%, e con la media nazionale per la componente femminile (pari al 34%). Il gap sale ancora nel confronto con i ragazzi, basti pensare che nell’Italia settentrionale risulta occupato il 56%. Inoltre tra le ragazze meridionali tocca dei picchi anche il tasso di disoccupazione, superiore al 39%.
In Italia quindi le più penalizzate sono sicuramente le giovani donne del Sud, per loro lavorare è un’eccezione, ma la crisi ha fatto diventare la ricerca di un posto una missione impossibile per tutta la nuova generazione. Il tasso di occupazione registrato complessivamente per gli under 30 parla chiaro, per i 15-29enni è al 32,9%, con meno di un ragazzo su tre a lavoro. Mentre tra i 18-29enni meno di uno su due ha un posto, infatti per loro il tasso è intorno al 40%, come il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, ha sottolineato a fine settembre, nel corso di un’audizione parlamentare sulla nota di variazione del Documento di economia e finanza.
Inoltre spesso i giovani che hanno avuto la fortuna di trovare un impiego si devono accontentare di un posto a scadenza, infatti è proprio tra le ultime generazioni che si concentrano i livelli più elevati di lavoro precario.
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Pubblicato il 7 Ottobre 2012