Giorno: 3 Ottobre 2012

Cinema: Ghizzoni, CSC rispetterà rappresentanza di genere

Soddisfazione nel metodo e nel merito. “Con le nomine del Consiglio di amministrazione del Centro Sperimentale di Cinematografia la Commissione cultura ha dimostrato di svolgere in pieno il proprio ruolo di legislatore, nella piena autonomia parlamentare. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati – Di fronte a nomi di altissimo prestigio e competenza, come quelli di Stefano Rulli, Aldo Grasso, Carlo Verdone e Nicola Giuliano, la Commissione non si è limitata ad una ratifica delle proposte del Ministero, ma ha svolto un ruolo di indirizzo. I rilievi – ha spiegato Ghizzoni – sulla necessità del rispetto del dettato costituzionale in merito alle pari opportunità tra uomini e donne nella vita pubblica, degli indirizzi europei sulla parità e nel solco della legge appena varata dal Parlamento sulla rappresentanza di genere nei Cda, hanno portato il governo, su impulso della commissione, a richiedere che la nomina spettante al Ministero del Tesoro sia attribuita ad una donna con riconosciuto valore professionale. La commissione nell’esprimere un voto favorevole alle nomine proposte, ad eccezione …

La lezione del “ragazzo Ingrao”, di Pietro Spataro

Sembra quasi un paradosso, oggi che si parla di rottamazione, ascoltare le parole di un vecchio di 97 anni. Eppure Pietro Ingrao appare sullo schermo come un ragazzo, con la vitalità di chi ha combattuto e ancora oggi si ostina a «volere la luna». Sembra quasi un paradosso, oggi che infuria lo scandalo dei fondi rubati dal Pdl, ascoltare quell’uomo difendere il Parlamento che, dice, è il luogo della rappresentanza politica e non quello dei privilegi. Ingrao sa parlare a noi, sa insinuare i dubbi, riesce a mettere a nudo le nostre debolezze e ci spinge a ritrovare quella passione che è il cuore della democrazia e della politica. La proiezione del film «Non mi avete convinto», alla Camera dei deputati, è stata come una frustata. A seguire il filo di una storia lunga, che è poi la storia di quella straordinaria esperienza che è stato il Pci, erano tantissimi, molti coi capelli bianchi ma anche molti che non avevano nemmeno vent’anni. C’erano Bersani, Fausto Bertinotti, un altro ragazzo di quasi 90 anni come Giovanni …

"L'eterno vuoto delle riforme", di Michele Ainis

C’è un nesso fra la Grande abbuffata dei consiglieri regionali e il sovraffollamento delle carceri? E cos’hanno in comune queste due vicende con la rissa fra politica e giustizia che ci ammorba da vent’anni? In apparenza, nulla: sono pur sempre spine, ma di fiori distinti. E invece no, perché la semina è la stessa, e coincide puntualmente con una riforma sciagurata. Anche se c’è voluto tempo per misurarne gli effetti, anche se ce ne accorgiamo solo adesso, quando il tempo ormai è scaduto. È il caso, innanzitutto, della riforma del Titolo V, battezzata dal centrosinistra nel 2001. Quella che ha trasformato le regioni in altrettanti staterelli, ciascuno in grado di legiferare sull’universo mondo, ciascuno armato d’una politica estera al pari dello Stato sovrano, ciascuno addirittura libero di scegliere la propria forma di governo. Sicché il Molise ha più poteri della California, e i risultati, ahimè, li conosciamo: un’orgia di sprechi e di spreconi. Poi, certo, si può obiettare che la responsabilità è delle persone, non delle istituzioni. Se è per questo, c’è chi pensa che …

"L'eterno vuoto delle riforme", di Michele Ainis

C’è un nesso fra la Grande abbuffata dei consiglieri regionali e il sovraffollamento delle carceri? E cos’hanno in comune queste due vicende con la rissa fra politica e giustizia che ci ammorba da vent’anni? In apparenza, nulla: sono pur sempre spine, ma di fiori distinti. E invece no, perché la semina è la stessa, e coincide puntualmente con una riforma sciagurata. Anche se c’è voluto tempo per misurarne gli effetti, anche se ce ne accorgiamo solo adesso, quando il tempo ormai è scaduto. È il caso, innanzitutto, della riforma del Titolo V, battezzata dal centrosinistra nel 2001. Quella che ha trasformato le regioni in altrettanti staterelli, ciascuno in grado di legiferare sull’universo mondo, ciascuno armato d’una politica estera al pari dello Stato sovrano, ciascuno addirittura libero di scegliere la propria forma di governo. Sicché il Molise ha più poteri della California, e i risultati, ahimè, li conosciamo: un’orgia di sprechi e di spreconi. Poi, certo, si può obiettare che la responsabilità è delle persone, non delle istituzioni. Se è per questo, c’è chi pensa che …

"Non sono tutti uguali. Ma ci vuole più severità", di Vittorio Emiliani

Viene a galla la cattiva politica, l’avidità di una consociazione di “magnaccioni” (Romani ma pure padani), l’inosservanza delle regole, anche minime, l’indifferenza o l’assenza, in più di un caso, delle istituzioni in omaggio alla caricatura egoista del federalismo. Ma paghiamo pure la latitanza di un’opinione pubblica avvertita. La sua rassegnazione davanti al persistere dei cattivi esempi, la estemporaneità dei movimenti, una informazione superficiale e sensazionalista che spesso non discerne e spara nel mucchio. Viene insomma a galla un deficit cronico di democrazia reale. Potevano essere risparmiati all’Italia dei cittadini impegnati che pagano le tasse e ancora fanno politica con spirito di servizio, casi come questo di Francesco Fiorito, capogruppo berlusconiano al Consiglio regionale del Lazio? Poteva venire loro risparmiata una storia che probabilmente ha parecchi risvolti penali, ma che è già inaccettabile per una continua, ostentata, proterva volgarità e indecenza? Credo proprio di sì. Possiamo invertire la rotta se sappiamo individuare mali e rimedi. La democrazia è correzione saggia degli errori. Il decentramento dei poteri e quindi dei finanziamenti è avvenuto allentando i controlli, facendo …

"Non sono tutti uguali. Ma ci vuole più severità", di Vittorio Emiliani

Viene a galla la cattiva politica, l’avidità di una consociazione di “magnaccioni” (Romani ma pure padani), l’inosservanza delle regole, anche minime, l’indifferenza o l’assenza, in più di un caso, delle istituzioni in omaggio alla caricatura egoista del federalismo. Ma paghiamo pure la latitanza di un’opinione pubblica avvertita. La sua rassegnazione davanti al persistere dei cattivi esempi, la estemporaneità dei movimenti, una informazione superficiale e sensazionalista che spesso non discerne e spara nel mucchio. Viene insomma a galla un deficit cronico di democrazia reale. Potevano essere risparmiati all’Italia dei cittadini impegnati che pagano le tasse e ancora fanno politica con spirito di servizio, casi come questo di Francesco Fiorito, capogruppo berlusconiano al Consiglio regionale del Lazio? Poteva venire loro risparmiata una storia che probabilmente ha parecchi risvolti penali, ma che è già inaccettabile per una continua, ostentata, proterva volgarità e indecenza? Credo proprio di sì. Possiamo invertire la rotta se sappiamo individuare mali e rimedi. La democrazia è correzione saggia degli errori. Il decentramento dei poteri e quindi dei finanziamenti è avvenuto allentando i controlli, facendo …

"Vendola alle primarie può aiutare Bersani (e condizionarlo)", di Stefano Folli

Finora alle primarie del centrosinistra c’era un solo candidato estraneo al Pd: Bruno Tabacci. Da oggi, a quanto pare, ce n’è un altro, il fatidico Nichi Vendola che scende in campo dopo lunga incertezza. È un ingresso da attore consumato, anche se rimane tutto da verificare se il suo nome, giunti a questo punto, riuscirà a raccogliere consensi significativi. In ogni caso la candidatura del presidente pugliese certifica che le primarie non riguardano la leadership del Pd, bensì la guida della coalizione. Il che comporta una serie di conseguenze. Ad esempio, Matteo Renzi ha già dichiarato che accetterà l’eventuale vittoria di Bersani e lo sosterrà nella successiva candidatura a Palazzo Chigi. Chissà se Vendola farebbe lo stesso nel caso di un’affermazione di Renzi. È lecito dubitarne parecchio. Del resto, il «corpo estraneo» in queste primarie non è certo Vendola: è proprio Renzi. Autorevoli esponenti del Pd hanno dichiarato in pubblico e in privato che la vittoria del sindaco di Firenze segnerebbe la fine del partito come lo abbiamo conosciuto in questi anni e la conseguente …