Mese: Settembre 2012

"Ora di religione, la riforma parta dai docenti", di Gian Enrico Rusconi

Non ci si può fidare o affidare alla maturità soggettiva dei singoli insegnanti o all’assicurazione dell’autorità ecclesiastica, se vogliamo che la lezione di religione o di storia delle religioni si configuri come vero servizio della scuola pubblica. Ciclicamente sorge il problema dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica. Tutti gli argomenti sono stati usati e spesi, con risultati modesti, salvo la possibilità dell’esenzione dall’ora di religione. Sino a qualche anno fa il problema veniva sollevato soprattutto in nome del principio della laicità dell’educazione pubblica. Le richieste che ne seguivano erano molto articolate – dalla soppressione pura e semplice dell’ora di religione alla istituzione sostitutiva di una lezione di etica, all’introduzione della storia delle religioni, Tutte le proposte sono sempre state contestate e respinte dai rappresentanti (quelli che contano) del mondo cattolico. Nel frattempo si sono aggiunte altre problematiche: l’enfasi sulle «radici cristiane» della nostra cultura (argomento poi vergognosamente politicizzato), la presenza crescente di allievi di altre religioni ( con riferimento costante se non esclusivo a quella islamica ) e i discorsi sempre più frequenti sul ritorno …

"Ora di religione, la riforma parta dai docenti", di Gian Enrico Rusconi

Non ci si può fidare o affidare alla maturità soggettiva dei singoli insegnanti o all’assicurazione dell’autorità ecclesiastica, se vogliamo che la lezione di religione o di storia delle religioni si configuri come vero servizio della scuola pubblica. Ciclicamente sorge il problema dell’insegnamento della religione nella scuola pubblica. Tutti gli argomenti sono stati usati e spesi, con risultati modesti, salvo la possibilità dell’esenzione dall’ora di religione. Sino a qualche anno fa il problema veniva sollevato soprattutto in nome del principio della laicità dell’educazione pubblica. Le richieste che ne seguivano erano molto articolate – dalla soppressione pura e semplice dell’ora di religione alla istituzione sostitutiva di una lezione di etica, all’introduzione della storia delle religioni, Tutte le proposte sono sempre state contestate e respinte dai rappresentanti (quelli che contano) del mondo cattolico. Nel frattempo si sono aggiunte altre problematiche: l’enfasi sulle «radici cristiane» della nostra cultura (argomento poi vergognosamente politicizzato), la presenza crescente di allievi di altre religioni ( con riferimento costante se non esclusivo a quella islamica ) e i discorsi sempre più frequenti sul ritorno …

"L'altro Paese visto da lontano", di Bernardo Valli

La nostra cronaca nazionale letta all’estero induce a concludere, parafrasando Amleto, che non c’è qualcosa di marcio, ma di molto marcio nel “regno d’Italia”. Al parigino, al londinese, al newyorkese, al berlinese vengono proposte in queste ore due immagini: quella dell’Italia virtuosa che Mario Monti cerca di promuovere all’Assemblea generale dell’Onu, e quella dell’Italia rappresentata da Batman, dilapidatore dei fondi assegnati al suo partito, in pranzi, automobili e vacanze. Per il primo i conti pubblici cominciano a tornare, e l’Italia può affacciarsi alla ribalta europea come un elemento rassicurante, quasi esemplare. Ma c’è subito Batman che irrompe sulla scena e guasta l’effetto, confermando l’immagine dell’Italia corrotta. La quale è ben lontano dal rassicurare l’Unione europea cui appartiene con il nobile rango di paese fondatore. Chi segue le nostre cronache vede nella vicenda Batman il più recente (ma non ultimo) capitolo dello scandalo cronico che coinvolge larga parte della società politica. Appare come l’ennesima puntata di una storia che rischia di offuscare quella nazionale. Le precedenti sono ancora ben vive nelle memorie. E oso definirle memorie …

"L'altro Paese visto da lontano", di Bernardo Valli

La nostra cronaca nazionale letta all’estero induce a concludere, parafrasando Amleto, che non c’è qualcosa di marcio, ma di molto marcio nel “regno d’Italia”. Al parigino, al londinese, al newyorkese, al berlinese vengono proposte in queste ore due immagini: quella dell’Italia virtuosa che Mario Monti cerca di promuovere all’Assemblea generale dell’Onu, e quella dell’Italia rappresentata da Batman, dilapidatore dei fondi assegnati al suo partito, in pranzi, automobili e vacanze. Per il primo i conti pubblici cominciano a tornare, e l’Italia può affacciarsi alla ribalta europea come un elemento rassicurante, quasi esemplare. Ma c’è subito Batman che irrompe sulla scena e guasta l’effetto, confermando l’immagine dell’Italia corrotta. La quale è ben lontano dal rassicurare l’Unione europea cui appartiene con il nobile rango di paese fondatore. Chi segue le nostre cronache vede nella vicenda Batman il più recente (ma non ultimo) capitolo dello scandalo cronico che coinvolge larga parte della società politica. Appare come l’ennesima puntata di una storia che rischia di offuscare quella nazionale. Le precedenti sono ancora ben vive nelle memorie. E oso definirle memorie …

"La Mastro Lindo della moralità", di Francesco Merlo

Con l’incredibile slogan “Ora facciamo pulizia!” la sporcatissima Renata Polverini è, stilisticamente parlando, la prima allieva non siciliana di Totò Cuffaro che, arrestato per mafia, lanciò lo slogan “la mafia fa schifo”. I manifesti con cui la governatrice del Lazio ha tappezzato i muri di Roma seguono infatti quello stesso copione, che non è dettato dal suo comico di fiducia, ma dall’idea, con il sapore di modernità rimasticata, che la forza della pubblicità sono i paradossi e che dunque la politologia è ormai paradossologia. La Polverini ci ha creduto così tanto che, dismessa a furor di popolo perché insozzata da ogni genere di sporcizia politica e penale, ha tappezzato i muri di Roma, presumibilmente con i soldi pubblici e certamente anche negli spazi vietati alle affissioni, con la propria immagine, un bel primo piano del suo faccione di massaia pulitrice, una specie di Mastro Lindo della moralità: «Questa gente la mando a casa io». E il paradosso è stato ‘premiato’ nientemeno che dalla Ryanair, la compagnia aerea low cost, che si è appropriata di quella …

"La Mastro Lindo della moralità", di Francesco Merlo

Con l’incredibile slogan “Ora facciamo pulizia!” la sporcatissima Renata Polverini è, stilisticamente parlando, la prima allieva non siciliana di Totò Cuffaro che, arrestato per mafia, lanciò lo slogan “la mafia fa schifo”. I manifesti con cui la governatrice del Lazio ha tappezzato i muri di Roma seguono infatti quello stesso copione, che non è dettato dal suo comico di fiducia, ma dall’idea, con il sapore di modernità rimasticata, che la forza della pubblicità sono i paradossi e che dunque la politologia è ormai paradossologia. La Polverini ci ha creduto così tanto che, dismessa a furor di popolo perché insozzata da ogni genere di sporcizia politica e penale, ha tappezzato i muri di Roma, presumibilmente con i soldi pubblici e certamente anche negli spazi vietati alle affissioni, con la propria immagine, un bel primo piano del suo faccione di massaia pulitrice, una specie di Mastro Lindo della moralità: «Questa gente la mando a casa io». E il paradosso è stato ‘premiato’ nientemeno che dalla Ryanair, la compagnia aerea low cost, che si è appropriata di quella …