"Lo speriamo anche noi", di Francesco Cundari
Mario Monti ha ribadito ieri ancora una volta il suo impegno a non presentarsi alle elezioni e ha spiegato di ritenere naturale che dopo il voto il presidente del Consiglio sia un esponente del partito vincitore. Tuttavia considererebbe seriamente la possibilità di tornare a Palazzo Chigi, ha aggiunto, qualora «dovesse presentarsi una circostanza particolare, che io spero non si presenti». Sinceramente, lo speriamo anche noi. D’altra parte, la speciale necessità di un secondo governo Monti, a un anno e mezzo dall’inizio della cura somministrata al Paese dal primo, non deporrebbe a favore né della cura né del medico. E ancor meno, di conseguenza, della salute dell’Italia. Comunque la si pensi nel merito delle scelte adottate sin qui dall’esecutivo, non bisogna dimenticare che ogni sua decisione è legata alla necessità di ottenere l’approvazione di una maggioranza che va dal Pd al Pdl. Pertanto, si può contestare la scelta di costituire il governo Monti nel momento della massima emergenza finanziaria, quando la crescita dello spread sembrava inarrestabile e il rischio di bancarotta dello Stato imminente, così come …