Mese: Settembre 2012

"Lo speriamo anche noi", di Francesco Cundari

Mario Monti ha ribadito ieri ancora una volta il suo impegno a non presentarsi alle elezioni e ha spiegato di ritenere naturale che dopo il voto il presidente del Consiglio sia un esponente del partito vincitore. Tuttavia considererebbe seriamente la possibilità di tornare a Palazzo Chigi, ha aggiunto, qualora «dovesse presentarsi una circostanza particolare, che io spero non si presenti». Sinceramente, lo speriamo anche noi. D’altra parte, la speciale necessità di un secondo governo Monti, a un anno e mezzo dall’inizio della cura somministrata al Paese dal primo, non deporrebbe a favore né della cura né del medico. E ancor meno, di conseguenza, della salute dell’Italia. Comunque la si pensi nel merito delle scelte adottate sin qui dall’esecutivo, non bisogna dimenticare che ogni sua decisione è legata alla necessità di ottenere l’approvazione di una maggioranza che va dal Pd al Pdl. Pertanto, si può contestare la scelta di costituire il governo Monti nel momento della massima emergenza finanziaria, quando la crescita dello spread sembrava inarrestabile e il rischio di bancarotta dello Stato imminente, così come …

"Sondaggio sulle primarie: no ai voti del centrodestra", di Virginia Lori

I primi risultati del sondaggio su www.unita.it: il 78 per cento chiede che la consultazione sia aperta agli elettori di centrosinistra e a chi si impegna moralmente a votare il vincitore alle politiche. Ma alle primarie del centrosinistra può votare la destra? E si può far appello al voto trasversale? L’Unità ha fatto un sondaggio tra i suoi lettori e i visitatori del sito web (www.unita.it) chiedendo direttamente a loro cosa ne pensano. In due giorni sono già migliaia le risposte cliccate. Alla domanda «a chi aprire le primarie del centrosinistra» il 78% (4.478 utenti) risponde senza dubbio: soltanto a coloro che si impegnano moralmente a votare il vincitore delle primarie anche alle elezioni politiche. Soltanto per il 12% dovrebbero essere aperte a chiunque voglia partecipare, dunque anche ad elettori che non si sentono impegnati con il centrosinistra, mentre il restante 11% ritiene che possano votare alle primarie sia gli elettori di centrosinistra sia i «non schierati». «Se lo scopo delle primarie è allargare quanto più possibile la nostra base di consenso ha scritto Ivan …

"Sondaggio sulle primarie: no ai voti del centrodestra", di Virginia Lori

I primi risultati del sondaggio su www.unita.it: il 78 per cento chiede che la consultazione sia aperta agli elettori di centrosinistra e a chi si impegna moralmente a votare il vincitore alle politiche. Ma alle primarie del centrosinistra può votare la destra? E si può far appello al voto trasversale? L’Unità ha fatto un sondaggio tra i suoi lettori e i visitatori del sito web (www.unita.it) chiedendo direttamente a loro cosa ne pensano. In due giorni sono già migliaia le risposte cliccate. Alla domanda «a chi aprire le primarie del centrosinistra» il 78% (4.478 utenti) risponde senza dubbio: soltanto a coloro che si impegnano moralmente a votare il vincitore delle primarie anche alle elezioni politiche. Soltanto per il 12% dovrebbero essere aperte a chiunque voglia partecipare, dunque anche ad elettori che non si sentono impegnati con il centrosinistra, mentre il restante 11% ritiene che possano votare alle primarie sia gli elettori di centrosinistra sia i «non schierati». «Se lo scopo delle primarie è allargare quanto più possibile la nostra base di consenso ha scritto Ivan …

"Due strade per combattere l'abbandono scolastico", di Marco Rossi Doria*

Caro direttore, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico Il presidente Giorgio Napolitano ha ricordato che in generale l’istruzione nel nostro Paese è migliorata, ma che nuovi compiti – di consolidamento e innovazione – sono all’ordine del giorno. Ieri a Torino si è aperto un confronto sulla lotta al fallimento formativo. Ma quali sono le tendenze nel mondo riguardo alla scuola per tutti? Ovunque le politiche per l’istruzione seguono traiettorie ricorrenti, legate alle tappe dello sviluppo. Con la prima industrializzazione e l’ammodernamento dell’agricoltura si edifica il sistema scolastico nazionale, con il compito della lotta all’analfabetismo. Successivamente si rafforza il settore tecnico, per formare un’ampia fascia di lavoratori dell’industria qualificati. Infine, nel momento di massima espansione e crescita, si utilizza parte delle risorse per aumentare la qualità generale dell’istruzione e della formazione. E’ il momento in cui le politiche pubbliche investono fortemente e per periodi prolungati in quattro direzioni: ricerca e ricerca applicata, generalizzazione degli studi universitari o tecnici superiori, azioni dedicate alle fasce più povere rimaste escluse, apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Mentre queste fasi nel …

"Due strade per combattere l'abbandono scolastico", di Marco Rossi Doria*

Caro direttore, in occasione dell’apertura dell’anno scolastico Il presidente Giorgio Napolitano ha ricordato che in generale l’istruzione nel nostro Paese è migliorata, ma che nuovi compiti – di consolidamento e innovazione – sono all’ordine del giorno. Ieri a Torino si è aperto un confronto sulla lotta al fallimento formativo. Ma quali sono le tendenze nel mondo riguardo alla scuola per tutti? Ovunque le politiche per l’istruzione seguono traiettorie ricorrenti, legate alle tappe dello sviluppo. Con la prima industrializzazione e l’ammodernamento dell’agricoltura si edifica il sistema scolastico nazionale, con il compito della lotta all’analfabetismo. Successivamente si rafforza il settore tecnico, per formare un’ampia fascia di lavoratori dell’industria qualificati. Infine, nel momento di massima espansione e crescita, si utilizza parte delle risorse per aumentare la qualità generale dell’istruzione e della formazione. E’ il momento in cui le politiche pubbliche investono fortemente e per periodi prolungati in quattro direzioni: ricerca e ricerca applicata, generalizzazione degli studi universitari o tecnici superiori, azioni dedicate alle fasce più povere rimaste escluse, apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Mentre queste fasi nel …

"Contro le leggi del malgoverno", di Alberto Bisin

Le vicende dell’amministrazione regionale del Lazio non devono essere viste solo come una questione di costume, come una estrema manifestazione di decadenza morale ed estetica. I casi di malgoverno nelle amministrazioni locali sono all’ordine del giorno, i principi etici che a parole muovono le forze di governo sono regolarmente immolati a un detestabile affarismo, a leggere le cronache giudiziarie. Le differenze paiono spesso esteriori, di natura estetica appunto: eleganti yacht e isole esotiche invece di maiali e gladiatori. Al di là delle vicende penali e dei casi più palesi e succulenti dal punto di vista della cronaca, mi pare si configuri una situazione allarmante abbastanza generale nell’esercizio dell’amministrazione locale in Italia. Molti sono i fattori che potenzialmente spiegano tutto questo. Non ultimo un meccanismo di selezione della classe dirigente (non solo politica) per nulla aperto al merito e schiacciato invece sui rapporti di appartenenza al gruppo rilevante di riferimento, la famiglia, la chiesa, il partito, o quant’altro. Ma se alcuni tratti culturali deteriori del nostro Paese non ci portano in modo naturale all’amministrazione oculata ed …

"Contro le leggi del malgoverno", di Alberto Bisin

Le vicende dell’amministrazione regionale del Lazio non devono essere viste solo come una questione di costume, come una estrema manifestazione di decadenza morale ed estetica. I casi di malgoverno nelle amministrazioni locali sono all’ordine del giorno, i principi etici che a parole muovono le forze di governo sono regolarmente immolati a un detestabile affarismo, a leggere le cronache giudiziarie. Le differenze paiono spesso esteriori, di natura estetica appunto: eleganti yacht e isole esotiche invece di maiali e gladiatori. Al di là delle vicende penali e dei casi più palesi e succulenti dal punto di vista della cronaca, mi pare si configuri una situazione allarmante abbastanza generale nell’esercizio dell’amministrazione locale in Italia. Molti sono i fattori che potenzialmente spiegano tutto questo. Non ultimo un meccanismo di selezione della classe dirigente (non solo politica) per nulla aperto al merito e schiacciato invece sui rapporti di appartenenza al gruppo rilevante di riferimento, la famiglia, la chiesa, il partito, o quant’altro. Ma se alcuni tratti culturali deteriori del nostro Paese non ci portano in modo naturale all’amministrazione oculata ed …