Mese: Settembre 2012

"Ricostruire la scuola a partire dal sud", di Fabrizio Dacrema

Con l’abituale disattenzione riservata alle azioni positive, prende avvio in questi giorni in quattro regioni del mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) un importante piano di investimenti in grado non solo di rilanciare la scuola del sud, ma di mettere a punto modelli di intervento generalizzabili e utili per ricostruire il sistema formativo pubblico italiano dopo l’azione demolitiva del ciclone Tremonti/Gelmini. Si tratta dell’intelligente operazione del Ministro Barca che ha riprogrammato i fondi europei, non spesi e a rischio di essere perduti, e li ha finalizzati a obiettivi strategici per la crescita del paese. Il Piano di Azione e Coesione in materia di Istruzione mette ora in campo circa un miliardo di euro, una cifra del tutto considerevole se si considera che è concentrato in quattro regioni, ed è finalizzato a realizzare azioni di miglioramento del sistema formativo del mezzogiorno: raccordo scuola-lavoro, miglioramento degli ambienti scolastici, dotazione di nuove tecnologie, promozione dello studio all’estero, contrasto della dispersione scolastica, innalzamento delle competenze chiave, orientamento e valutazione. Il piano contiene scelte in controtendenza con la politica economica esclusivamente …

"Ricostruire la scuola a partire dal sud", di Fabrizio Dacrema

Con l’abituale disattenzione riservata alle azioni positive, prende avvio in questi giorni in quattro regioni del mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) un importante piano di investimenti in grado non solo di rilanciare la scuola del sud, ma di mettere a punto modelli di intervento generalizzabili e utili per ricostruire il sistema formativo pubblico italiano dopo l’azione demolitiva del ciclone Tremonti/Gelmini. Si tratta dell’intelligente operazione del Ministro Barca che ha riprogrammato i fondi europei, non spesi e a rischio di essere perduti, e li ha finalizzati a obiettivi strategici per la crescita del paese. Il Piano di Azione e Coesione in materia di Istruzione mette ora in campo circa un miliardo di euro, una cifra del tutto considerevole se si considera che è concentrato in quattro regioni, ed è finalizzato a realizzare azioni di miglioramento del sistema formativo del mezzogiorno: raccordo scuola-lavoro, miglioramento degli ambienti scolastici, dotazione di nuove tecnologie, promozione dello studio all’estero, contrasto della dispersione scolastica, innalzamento delle competenze chiave, orientamento e valutazione. Il piano contiene scelte in controtendenza con la politica economica esclusivamente …

"L’era dei tecnici finisce in archivio", di Claudio Tito

Sono bastate poche parole, e una fase politica si è chiusa. La stagione dei tecnici – per come l’abbiamo conosciuta in questi dieci mesi – è destinata a cambiare, probabilmente a scolorire la sua “tecnicità”. Per assumere la tinta della politica. Il discorso pronunciato a New York da Mario Monti muterà il segno della prossima campagna elettorale e contestualmente modificherà il volto del governo in carica. L’esecutivo dovrà fare i conti con una situazione diversa. Con le elezioni, certo. Ma anche con un rapporto nuovo che inevitabilmente si instaurerà con l’opinione pubblica. Fortunatamente, infatti, il perno fondamentale di una democrazia resta il voto dei cittadini. L’Italia tra pochi mesi sarà chiamata alle urne. E nessuno — nemmeno la comunità internazionale — può dolersene. Al termine di una legislatura, si vota. Il nostro Paese non è regolato da uno Statuto speciale che permette di non interpellare gli elettori in base alle richieste più o meno strampalate degli investitori stranieri o in virtù di un andamento più o meno positivo dello spread tra i btp e i …

"L’era dei tecnici finisce in archivio", di Claudio Tito

Sono bastate poche parole, e una fase politica si è chiusa. La stagione dei tecnici – per come l’abbiamo conosciuta in questi dieci mesi – è destinata a cambiare, probabilmente a scolorire la sua “tecnicità”. Per assumere la tinta della politica. Il discorso pronunciato a New York da Mario Monti muterà il segno della prossima campagna elettorale e contestualmente modificherà il volto del governo in carica. L’esecutivo dovrà fare i conti con una situazione diversa. Con le elezioni, certo. Ma anche con un rapporto nuovo che inevitabilmente si instaurerà con l’opinione pubblica. Fortunatamente, infatti, il perno fondamentale di una democrazia resta il voto dei cittadini. L’Italia tra pochi mesi sarà chiamata alle urne. E nessuno — nemmeno la comunità internazionale — può dolersene. Al termine di una legislatura, si vota. Il nostro Paese non è regolato da uno Statuto speciale che permette di non interpellare gli elettori in base alle richieste più o meno strampalate degli investitori stranieri o in virtù di un andamento più o meno positivo dello spread tra i btp e i …

"Corruzione, il Pdl ripresenta la norma salva-Ruby", di Dino Martirano

Quando è sera il ministro della Giustizia Paola Severino s’infila nell’ascensore del Senato che porta dritto al piano nobile dove si affacciano gli uffici della presidenza: il colloquio con Renato Schifani è dedicato prevalentemente ai tempi parlamentari del ddl anticorruzione che potrebbe arrivare in aula il 15 ottobre, con piccole modifiche, e dopo pochi giorni tornare alla Camera per l’approvazione definitiva. Il Guardasigilli, infatti, è già informato sul centinaio di emendamenti presentati (54 del Pdl, una ventina del Pd che verrebbero ritirati se c’è l’ok al testo della Camera, nessuno dell’Udc) ma il via libera del governo alle modifiche — «ammesse solo quelle migliorative e non quelle soppressive», ripete il ministro — ci sarà dopo che i partiti della maggioranza firmeranno un patto d’onore: l’impegno chiesto dalla Severino è quello di varare definitivamente la legge in tempi più che rapidi, magari a novembre, perché sulla lotta alla corruzione il presidente Monti, spalleggiato dal capo dello Stato, non intende retrocedere di un passo. Gli emendamenti presentati riservano un paio di sorprese e molte conferme. Per iniziativa …

"Corruzione, il Pdl ripresenta la norma salva-Ruby", di Dino Martirano

Quando è sera il ministro della Giustizia Paola Severino s’infila nell’ascensore del Senato che porta dritto al piano nobile dove si affacciano gli uffici della presidenza: il colloquio con Renato Schifani è dedicato prevalentemente ai tempi parlamentari del ddl anticorruzione che potrebbe arrivare in aula il 15 ottobre, con piccole modifiche, e dopo pochi giorni tornare alla Camera per l’approvazione definitiva. Il Guardasigilli, infatti, è già informato sul centinaio di emendamenti presentati (54 del Pdl, una ventina del Pd che verrebbero ritirati se c’è l’ok al testo della Camera, nessuno dell’Udc) ma il via libera del governo alle modifiche — «ammesse solo quelle migliorative e non quelle soppressive», ripete il ministro — ci sarà dopo che i partiti della maggioranza firmeranno un patto d’onore: l’impegno chiesto dalla Severino è quello di varare definitivamente la legge in tempi più che rapidi, magari a novembre, perché sulla lotta alla corruzione il presidente Monti, spalleggiato dal capo dello Stato, non intende retrocedere di un passo. Gli emendamenti presentati riservano un paio di sorprese e molte conferme. Per iniziativa …

"Lo speriamo anche noi", di Francesco Cundari

Mario Monti ha ribadito ieri ancora una volta il suo impegno a non presentarsi alle elezioni e ha spiegato di ritenere naturale che dopo il voto il presidente del Consiglio sia un esponente del partito vincitore. Tuttavia considererebbe seriamente la possibilità di tornare a Palazzo Chigi, ha aggiunto, qualora «dovesse presentarsi una circostanza particolare, che io spero non si presenti». Sinceramente, lo speriamo anche noi. D’altra parte, la speciale necessità di un secondo governo Monti, a un anno e mezzo dall’inizio della cura somministrata al Paese dal primo, non deporrebbe a favore né della cura né del medico. E ancor meno, di conseguenza, della salute dell’Italia. Comunque la si pensi nel merito delle scelte adottate sin qui dall’esecutivo, non bisogna dimenticare che ogni sua decisione è legata alla necessità di ottenere l’approvazione di una maggioranza che va dal Pd al Pdl. Pertanto, si può contestare la scelta di costituire il governo Monti nel momento della massima emergenza finanziaria, quando la crescita dello spread sembrava inarrestabile e il rischio di bancarotta dello Stato imminente, così come …