Mese: Settembre 2012

"Dai finanziamenti ai partiti alle spese per cene e amici le tre bugie della Polverini", di Paolo Boccacci e Carlo Bonini

I manifesti con cui è stata incartata la città («Questa gente la mando a casa io. Ora Pulizia»). Gigantografie per lo più affisse in modo abusivo (come denunciato dai radicali) e pagate dalla sua fondazione “Città Nuove”, i cui bilanci, donatori, disponibilità, sono un altro di quei segreti ben custoditi alla voce “finanziamento della politica”. Il messaggio veicolato dagli avventurosi spin doctors della ex governatrice suona così: «Non sono complice ma vittima di un consiglio abitato da codardi, malfattori, ipocriti, avvelenato da una faida interna al Pdl, che ha manomesso le casse della Regione e abusato di denaro pubblico a mia insaputa. Fino a quando non ho smascherato questa vergogna». È un paradigma della manipolazione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e in cui non si ravvisa, se solo lo si sottopone alla prova dei fatti, un solo elemento di verità. Vediamo. 1. «NON MI OCCUPAVO DEI FONDI» Dice la Polverini: «La Giunta ha solo stanziato 35 milioni per il finanziamento del Consiglio. E comunque ho chiesto più volte al Presidente dell’Assemblea regionale …

"Dai finanziamenti ai partiti alle spese per cene e amici le tre bugie della Polverini", di Paolo Boccacci e Carlo Bonini

I manifesti con cui è stata incartata la città («Questa gente la mando a casa io. Ora Pulizia»). Gigantografie per lo più affisse in modo abusivo (come denunciato dai radicali) e pagate dalla sua fondazione “Città Nuove”, i cui bilanci, donatori, disponibilità, sono un altro di quei segreti ben custoditi alla voce “finanziamento della politica”. Il messaggio veicolato dagli avventurosi spin doctors della ex governatrice suona così: «Non sono complice ma vittima di un consiglio abitato da codardi, malfattori, ipocriti, avvelenato da una faida interna al Pdl, che ha manomesso le casse della Regione e abusato di denaro pubblico a mia insaputa. Fino a quando non ho smascherato questa vergogna». È un paradigma della manipolazione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e in cui non si ravvisa, se solo lo si sottopone alla prova dei fatti, un solo elemento di verità. Vediamo. 1. «NON MI OCCUPAVO DEI FONDI» Dice la Polverini: «La Giunta ha solo stanziato 35 milioni per il finanziamento del Consiglio. E comunque ho chiesto più volte al Presidente dell’Assemblea regionale …

Napolitano: “Episodi vergognosi questa corruzione è inaccettabile”, di Umberto Rosso

«Inimmaginabili». «Vergognosi». «Inaccettabili». L’indignazione di Giorgio Napolitano, sull’onda dello scandalo Lazio, per «i fenomeni di corruzione » in politica ha raggiunto forse il punto più alto. Il presidente della Repubblica, per rompere il silenzio che fin qui si era imposto sulla tempesta che ha spazzato via il consiglio regionale, sceglie l’incontro al Quirinale con i giovani per l’apertura dell’anno scolastico. Che ha voluto celebrare perciò sotto il segno del «valore della legalità». Pronunciando parole durissime, e che sembrano anche spingere in direzione di una approvazione urgente della legge anticorruzione. Sono parole rivolte a tutti: «Nel disprezzo della legalità si moltiplicano malversazioni e fenomeni di corruzione vergognosi, inimmaginabili. Non è questo accettabile. Chi si preoccupa dell’antipolitica, deve saper risanare in profondità la politica». È possibile, mentre ogni giorno di più frana la credibilità a colpi di scandali? Napolitano pensa ancora di sì, ma a condizione di una svolta senza precedenti. E fa questo paragone: «Risanare la politica, far vincere la legge si può, così come si può far vincere la legge contro la mafia: ce lo …

"Non sprechiamo i sacrifici degli italiani", di Luigi La Spina

I tre presidenti italiani di maggior prestigio internazionale, quello della Repubblica, Giorgio Napolitano, quello del Consiglio, Mario Monti e quello della Banca europea, Mario Draghi, condividono, in questi giorni, la stessa forte preoccupazione per il nostro Paese. Il timore che, dopo la cospicua riduzione del divario di interessi tra i bond italiani e quelli tedeschi e il varo deciso a Francoforte dello scudo antispread, in Italia, ci si possa illudere su un definitivo superamento della crisi finanziaria dello Stato. Una eventualità che non è totalmente scomparsa, invece, sull’orizzonte del nostro futuro. Così, tra l’altro, si spiegano i tre contemporanei allarmi che, da Roma, da New York e da Berlino, oggi, hanno lanciato i tre presidenti. La Stampa 26.09.12 Napolitano ha espresso una condanna durissima per i vergognosi esempi di corruzione e di immoralità pubblica che alimentano, con la giustificata indignazione dei cittadini, la cosiddetta «antipolitica». Monti, sia pure con il suo tipico linguaggio sobrio e allusivo, ha sollecitato l’aiuto dell’opinione pubblica perché esiga una diversa «qualità» dei loro governanti. Draghi ha ricordato che, senza l’impegno …

"Non sprechiamo i sacrifici degli italiani", di Luigi La Spina

I tre presidenti italiani di maggior prestigio internazionale, quello della Repubblica, Giorgio Napolitano, quello del Consiglio, Mario Monti e quello della Banca europea, Mario Draghi, condividono, in questi giorni, la stessa forte preoccupazione per il nostro Paese. Il timore che, dopo la cospicua riduzione del divario di interessi tra i bond italiani e quelli tedeschi e il varo deciso a Francoforte dello scudo antispread, in Italia, ci si possa illudere su un definitivo superamento della crisi finanziaria dello Stato. Una eventualità che non è totalmente scomparsa, invece, sull’orizzonte del nostro futuro. Così, tra l’altro, si spiegano i tre contemporanei allarmi che, da Roma, da New York e da Berlino, oggi, hanno lanciato i tre presidenti. La Stampa 26.09.12 Napolitano ha espresso una condanna durissima per i vergognosi esempi di corruzione e di immoralità pubblica che alimentano, con la giustificata indignazione dei cittadini, la cosiddetta «antipolitica». Monti, sia pure con il suo tipico linguaggio sobrio e allusivo, ha sollecitato l’aiuto dell’opinione pubblica perché esiga una diversa «qualità» dei loro governanti. Draghi ha ricordato che, senza l’impegno …

"L’amore perduto per l’Europa", di Barbara Spinelli

Gli italiani non hanno fiducia nel proprio Stato, nelle proprie istituzioni, ancor meno nei partiti. La cosa era nota da tempo – basta vedere come i partiti governano le regioni, a dispetto di tante promesse di rigenerazione – ma nel frattempo diffidano anche dell’Europa. Nell’articolo pubblicato lunedì su questo giornale, Ilvo Diamanti descrive la progressiva erosione dell’europeismo italiano: la più spettacolare, nell’Unione dei Ventisette. La grande illusione del dopoguerra stinge, vicina a spegnersi. Era una sorta di polizza d’assicurazione («gli italiani preferivano farsi commissariare da Bruxelles piuttosto che farsi governare da Roma ») ma evidentemente non funziona più visto che le istituzioni europee si son fatte arcigne, asservite agli Stati più potenti, abituate a chiamarci, quasi fossimo degenerati in banlieue di traffici illeciti e tumulti, periferia Sud. Non è euroscetticismo, perché lo scettico è filosofo che interroga, mette in questione i misteri di chiese o ideologie. L’avversione italiana è meno argomentativa, meno incalzante, e come vedremo è bellicosa. Somiglia più all’accartocciarsi di un’illusione che era stata troppo supina, troppo poco politica, pervasa da sotterranea apatia. …

"L’amore perduto per l’Europa", di Barbara Spinelli

Gli italiani non hanno fiducia nel proprio Stato, nelle proprie istituzioni, ancor meno nei partiti. La cosa era nota da tempo – basta vedere come i partiti governano le regioni, a dispetto di tante promesse di rigenerazione – ma nel frattempo diffidano anche dell’Europa. Nell’articolo pubblicato lunedì su questo giornale, Ilvo Diamanti descrive la progressiva erosione dell’europeismo italiano: la più spettacolare, nell’Unione dei Ventisette. La grande illusione del dopoguerra stinge, vicina a spegnersi. Era una sorta di polizza d’assicurazione («gli italiani preferivano farsi commissariare da Bruxelles piuttosto che farsi governare da Roma ») ma evidentemente non funziona più visto che le istituzioni europee si son fatte arcigne, asservite agli Stati più potenti, abituate a chiamarci, quasi fossimo degenerati in banlieue di traffici illeciti e tumulti, periferia Sud. Non è euroscetticismo, perché lo scettico è filosofo che interroga, mette in questione i misteri di chiese o ideologie. L’avversione italiana è meno argomentativa, meno incalzante, e come vedremo è bellicosa. Somiglia più all’accartocciarsi di un’illusione che era stata troppo supina, troppo poco politica, pervasa da sotterranea apatia. …