"Dai finanziamenti ai partiti alle spese per cene e amici le tre bugie della Polverini", di Paolo Boccacci e Carlo Bonini
I manifesti con cui è stata incartata la città («Questa gente la mando a casa io. Ora Pulizia»). Gigantografie per lo più affisse in modo abusivo (come denunciato dai radicali) e pagate dalla sua fondazione “Città Nuove”, i cui bilanci, donatori, disponibilità, sono un altro di quei segreti ben custoditi alla voce “finanziamento della politica”. Il messaggio veicolato dagli avventurosi spin doctors della ex governatrice suona così: «Non sono complice ma vittima di un consiglio abitato da codardi, malfattori, ipocriti, avvelenato da una faida interna al Pdl, che ha manomesso le casse della Regione e abusato di denaro pubblico a mia insaputa. Fino a quando non ho smascherato questa vergogna». È un paradigma della manipolazione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni e in cui non si ravvisa, se solo lo si sottopone alla prova dei fatti, un solo elemento di verità. Vediamo. 1. «NON MI OCCUPAVO DEI FONDI» Dice la Polverini: «La Giunta ha solo stanziato 35 milioni per il finanziamento del Consiglio. E comunque ho chiesto più volte al Presidente dell’Assemblea regionale …