Mese: Settembre 2012

"Atene, la protesta torna in piazza ma negli occhi dei lavoratori c’è un anno in più di sacrifici", di Adriano Sofri

La notizia che ha fatto il giro del mondo è che ad Atene ci sono stati violenti scontri fra dimostranti e agenti antisommossa e devastazioni. Le fotografie che hanno fatto il giro del mondo mostrano per lo più le fiammate delle bottiglie molotov lanciate contro la polizia. Nessuna fotografia è “bella” come quella in cui le fiamme, e sembrano ingoiare le persone. Siccome le fiamme che divampano dallo stoppaccio di una bottiglia si assomigliano come, per così dire, gocce d’acqua, scoprirete facilmente su Google che le fotografie dello sciopero generale greco dell’ottobre dell’anno scorso sono pressoché identiche alle fotografie di ieri. Anche le facce delle persone (e gli striscioni e le parole d’ordine) si assomigliano abbastanza, ma non altrettanto, e le loro fotografie, se sono meno “belle” del fuoco, sanno dire che cosa è passato loro addosso in un anno. Un salario ridotto allora di un terzo che ora è più che dimezzato, un posto di lavoro perduto, un’umiliazione e una volontà di riscatto che hanno avuto il tempo di maturare. Le facce però sono …

"Atene, la protesta torna in piazza ma negli occhi dei lavoratori c’è un anno in più di sacrifici", di Adriano Sofri

La notizia che ha fatto il giro del mondo è che ad Atene ci sono stati violenti scontri fra dimostranti e agenti antisommossa e devastazioni. Le fotografie che hanno fatto il giro del mondo mostrano per lo più le fiammate delle bottiglie molotov lanciate contro la polizia. Nessuna fotografia è “bella” come quella in cui le fiamme, e sembrano ingoiare le persone. Siccome le fiamme che divampano dallo stoppaccio di una bottiglia si assomigliano come, per così dire, gocce d’acqua, scoprirete facilmente su Google che le fotografie dello sciopero generale greco dell’ottobre dell’anno scorso sono pressoché identiche alle fotografie di ieri. Anche le facce delle persone (e gli striscioni e le parole d’ordine) si assomigliano abbastanza, ma non altrettanto, e le loro fotografie, se sono meno “belle” del fuoco, sanno dire che cosa è passato loro addosso in un anno. Un salario ridotto allora di un terzo che ora è più che dimezzato, un posto di lavoro perduto, un’umiliazione e una volontà di riscatto che hanno avuto il tempo di maturare. Le facce però sono …

"Accanimento giudiziario", di Giovanni Valentini

Accanimento giudiziario. Non si può definire altrimenti la sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna di Alessandro Sallusti, direttore del “Giornale”, a 14 mesi di reclusione per un reato di diffamazione. Un accanimento tanto più scoperto e intimidatorio, dopo che lo stesso Procuratore generale aveva chiesto invano le attenuanti generiche per una riduzione della pena. Poco importa, a questo punto, se fra un mese Sallusti finirà davvero in cella o piuttosto se verrà assegnato ai servizi sociali. Magari per l’assistenza degli anziani o dei disabili. Resta il fatto, senz’altro preoccupante per un Paese democratico e civile, che un direttore viene condannato al carcere per quello che si configura sostanzialmente come un reato d’opinione. Commesso, per di più, non da lui direttamente ma da un suo redattore. E quindi, in forza di quella mostruosità giuridica che — in contrasto con tutti i sacri principi del Diritto penale — prevede la cosiddetta responsabilità oggettiva. Una diffamazione, insomma, per interposta persona. Ai fini di una valutazione non accademica del caso, non importa neanche tanto stabilire se …

"Accanimento giudiziario", di Giovanni Valentini

Accanimento giudiziario. Non si può definire altrimenti la sentenza con cui la Cassazione ha confermato la condanna di Alessandro Sallusti, direttore del “Giornale”, a 14 mesi di reclusione per un reato di diffamazione. Un accanimento tanto più scoperto e intimidatorio, dopo che lo stesso Procuratore generale aveva chiesto invano le attenuanti generiche per una riduzione della pena. Poco importa, a questo punto, se fra un mese Sallusti finirà davvero in cella o piuttosto se verrà assegnato ai servizi sociali. Magari per l’assistenza degli anziani o dei disabili. Resta il fatto, senz’altro preoccupante per un Paese democratico e civile, che un direttore viene condannato al carcere per quello che si configura sostanzialmente come un reato d’opinione. Commesso, per di più, non da lui direttamente ma da un suo redattore. E quindi, in forza di quella mostruosità giuridica che — in contrasto con tutti i sacri principi del Diritto penale — prevede la cosiddetta responsabilità oggettiva. Una diffamazione, insomma, per interposta persona. Ai fini di una valutazione non accademica del caso, non importa neanche tanto stabilire se …

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …

"Quella crisi del libro senza sconti", di Maria Galluzzo

Il mondo editoriale fa il punto sulla legge Levi: è servita davvero? «Io non vendo sconti, vendo libri». Alla fine dell’Ottocento Ulrico Hoepli, fondatore dell’omonima casa editrice, replicava così a chi gli chiedeva un occhio di riguardo sul prezzo di un volume. L’editore, che era anche libraio, conosceva in profondità il lavoro che stava dietro la nascita di un libro e il valore speciale che lo caratterizzava. Una merce non qualunque e quindi non svendibile. Un episodio rievocato ieri dall’attuale presidente della casa editrice, Giovanni Ulrico Hoepli, in occasione di un convegno organizzato alla camera dalla commissione cultura per fare un bilancio sulla legge Levi, che appunto regolamenta i prezzi dei libri, a un anno dalla sua entrata in vigore (1 settembre 2011). A discuterne sono state convocate tutte le voci degli addetti al settore – editori grandi, medi e piccoli, distributori, librai indipendenti, di catena e online – insieme ai più alti riferimenti istituzionali della materia: Lorenzo Ornaghi, ministro per i beni e le attività culturali, Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del consiglio con …