Giorno: 29 Settembre 2012

"Sostiene Lavitola", di Massimo Gramellini

Se questa lettera è falsa, mette spavento. Se è vera, molto di più. Fra i documenti sequestrati dalla magistratura al faccendiere Valter Lavitola spunta un appello chilometrico e accorato a Berlusconi. Il cosiddetto direttore del fu «Avanti!». Lavitola appunto, lo avrebbe scritto alla vigilia dell’ultimo Natale dal rifugio di Rio de Janeiro, prima di rientrare in Italia e consegnarsi alla giustizia. Parole in libertà, anche dalla grammatica, che raccontano gli ultimi anni di questo disgraziato Paese meglio di un trattato politico o di una gag di Cetto La Qualunque, dando corpo ai sospetti, alle angosce e alle vergogne che hanno tratteggiato il crepuscolo del regimetto silviesco. Riporterò un’antologia di brani scelti, limitandomi a qualche commento in corsivo che dedico al fustigatore dei Lavitola di ogni epoca: Totò. «Sig. Presidente, La prego di scusarmi se, con la consuetudine che lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza (In quel mondo di maneggi fumosi la chiarezza è una colpa da dichiarare preventivamente). Leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso mi ha fatto molto male e …

"Sostiene Lavitola", di Massimo Gramellini

Se questa lettera è falsa, mette spavento. Se è vera, molto di più. Fra i documenti sequestrati dalla magistratura al faccendiere Valter Lavitola spunta un appello chilometrico e accorato a Berlusconi. Il cosiddetto direttore del fu «Avanti!». Lavitola appunto, lo avrebbe scritto alla vigilia dell’ultimo Natale dal rifugio di Rio de Janeiro, prima di rientrare in Italia e consegnarsi alla giustizia. Parole in libertà, anche dalla grammatica, che raccontano gli ultimi anni di questo disgraziato Paese meglio di un trattato politico o di una gag di Cetto La Qualunque, dando corpo ai sospetti, alle angosce e alle vergogne che hanno tratteggiato il crepuscolo del regimetto silviesco. Riporterò un’antologia di brani scelti, limitandomi a qualche commento in corsivo che dedico al fustigatore dei Lavitola di ogni epoca: Totò. «Sig. Presidente, La prego di scusarmi se, con la consuetudine che lei mi ha concesso, Le scrivo con estrema chiarezza (In quel mondo di maneggi fumosi la chiarezza è una colpa da dichiarare preventivamente). Leggere che Lei mi accomunava ad un mafioso mi ha fatto molto male e …

Schierati o non allineati sindaci scettici sulle primarie “Il Paese vero è altrove”, di Concita De Gregorio

Viaggio tra gli amministratori del Pd LA ROGNA di questa baldoria finirà per ricadere su tutti, dice Salvatore Adduce sindaco di Matera, 57 anni, politico di professione e dalemiano di lungo corso in una regione, la Basilicata, dove tutti nel Pd a domanda oggi rispondono: Bersani. «IO SONO pronto a ritirarmi, se serve: non c’è nulla di male nell’andare in pensione. A un certo punto, anzi, si deve». È un giro d’orizzonte fra sindaci e amministratori locali del centrosinistra, questo, che riserva qualche sorpresa. Tra chi fa politica misurandosi coi fatti trovi sindaci dell’ortodossia Pci pronti a farsi da parte, sindaci usciti dalle primarie che chiedono un Monti bis, amministratori del sud desolati dallo scontro di potere interno al partito. Nello scontro vacilla l’Emilia, roccaforte del segretario: è sempre più lunga la lista di quelli che guardano a Renzi. Nella città di Bersani il sindaco è Paolo Dosi, che ha sconfitto alle primarie il candidato proposto da Migliavacca, l’ex Ds Francesco Cacciatore. Dosi, area cattolica, è delfino di Roberto Reggi, ex sindaco di Piacenza e …

"Insegnanti di sostegno", di Federica Cavadini

Pochi professori e nomine in ritardo. I genitori protestano contro i tagli MILANO — Le storie sono nei racconti di giornata dei presidi. L’ultima arriva da Milano, scuola elementare Fabio Filzi. «Oggi vengono i tecnici mandati dal Comune per mettere l’impianto di climatizzazione in una classe — racconta il capo d’istituto —. Abbiamo un bambino con una malattia rara, deve stare a una temperatura massima di 24 gradi». La premessa implicita è che la scuola deve saper accogliere tutti. È il modello italiano dell’inclusione degli studenti disabili, introdotta con una legge del ’77. Né classi né istituti speciali, invece scuole aperte pronte all’accoglienza. Per garantirlo servono maestri e professori dedicati, oltre all’aiuto degli educatori. E oggi nelle nostre scuole statali ne abbiamo arruolati quasi centomila. C’è un insegnante di sostegno ogni due studenti disabili. Ma è una media. Esiste un problema di numeri e di risorse e le associazioni chiedono anche insegnanti più specializzati, preparati sulle diverse patologie. Questo è il mese degli appelli perché arrivano le segnalazioni dalle famiglie, rischiano di dover tenere a …

"Insegnanti di sostegno", di Federica Cavadini

Pochi professori e nomine in ritardo. I genitori protestano contro i tagli MILANO — Le storie sono nei racconti di giornata dei presidi. L’ultima arriva da Milano, scuola elementare Fabio Filzi. «Oggi vengono i tecnici mandati dal Comune per mettere l’impianto di climatizzazione in una classe — racconta il capo d’istituto —. Abbiamo un bambino con una malattia rara, deve stare a una temperatura massima di 24 gradi». La premessa implicita è che la scuola deve saper accogliere tutti. È il modello italiano dell’inclusione degli studenti disabili, introdotta con una legge del ’77. Né classi né istituti speciali, invece scuole aperte pronte all’accoglienza. Per garantirlo servono maestri e professori dedicati, oltre all’aiuto degli educatori. E oggi nelle nostre scuole statali ne abbiamo arruolati quasi centomila. C’è un insegnante di sostegno ogni due studenti disabili. Ma è una media. Esiste un problema di numeri e di risorse e le associazioni chiedono anche insegnanti più specializzati, preparati sulle diverse patologie. Questo è il mese degli appelli perché arrivano le segnalazioni dalle famiglie, rischiano di dover tenere a …

"La politica va cambiata ma è necessaria", di Michele Prospero

Dopo Monti? Non può esserci un altro governo Monti. Anche perché una riedizione dell’esecutivo a guida tecnica avrebbe come principale significato quello di aver fallito il mandato esplicito ricevuto nel novembre scorso. Le consegne che il Capo dello Stato diede allora erano assai trasparenti. Affrontare una emergenza drammatica, con l’autonomia e la sovranità del Paese appese a un filo che diventava sempre più esile, e preparare così la lenta ripresa di una normale dialettica politica. Soltanto questa delicata e anche terribile missione ha autorizzato l’invenzione di una formula di governo che certo non ha eguali in altre democrazie. In esse continua ad operare il gioco dell’alternanza, anche se però appare svuotato di significato nelle piazze della rivolta con moltitudini disperate dinanzi alla morsa dei sacrifici ad oltranza imposti dai duri vincoli europei. La parentesi tecnica nasceva proprio dalla preoccupazione del Capo dello Stato di risparmiare ad una democrazia fragile, che aveva appena assistito al fallimento storico del ceto di governo berlusconiano, il costo di una alternanza che era sì possibile ma il cui nettare era …

"La politica va cambiata ma è necessaria", di Michele Prospero

Dopo Monti? Non può esserci un altro governo Monti. Anche perché una riedizione dell’esecutivo a guida tecnica avrebbe come principale significato quello di aver fallito il mandato esplicito ricevuto nel novembre scorso. Le consegne che il Capo dello Stato diede allora erano assai trasparenti. Affrontare una emergenza drammatica, con l’autonomia e la sovranità del Paese appese a un filo che diventava sempre più esile, e preparare così la lenta ripresa di una normale dialettica politica. Soltanto questa delicata e anche terribile missione ha autorizzato l’invenzione di una formula di governo che certo non ha eguali in altre democrazie. In esse continua ad operare il gioco dell’alternanza, anche se però appare svuotato di significato nelle piazze della rivolta con moltitudini disperate dinanzi alla morsa dei sacrifici ad oltranza imposti dai duri vincoli europei. La parentesi tecnica nasceva proprio dalla preoccupazione del Capo dello Stato di risparmiare ad una democrazia fragile, che aveva appena assistito al fallimento storico del ceto di governo berlusconiano, il costo di una alternanza che era sì possibile ma il cui nettare era …