"L’era dei tecnici finisce in archivio", di Claudio Tito
Sono bastate poche parole, e una fase politica si è chiusa. La stagione dei tecnici – per come l’abbiamo conosciuta in questi dieci mesi – è destinata a cambiare, probabilmente a scolorire la sua “tecnicità”. Per assumere la tinta della politica. Il discorso pronunciato a New York da Mario Monti muterà il segno della prossima campagna elettorale e contestualmente modificherà il volto del governo in carica. L’esecutivo dovrà fare i conti con una situazione diversa. Con le elezioni, certo. Ma anche con un rapporto nuovo che inevitabilmente si instaurerà con l’opinione pubblica. Fortunatamente, infatti, il perno fondamentale di una democrazia resta il voto dei cittadini. L’Italia tra pochi mesi sarà chiamata alle urne. E nessuno — nemmeno la comunità internazionale — può dolersene. Al termine di una legislatura, si vota. Il nostro Paese non è regolato da uno Statuto speciale che permette di non interpellare gli elettori in base alle richieste più o meno strampalate degli investitori stranieri o in virtù di un andamento più o meno positivo dello spread tra i btp e i …