«Inimmaginabili». «Vergognosi». «Inaccettabili». L’indignazione di Giorgio Napolitano, sull’onda dello scandalo Lazio, per «i fenomeni di corruzione » in politica ha raggiunto forse il punto più alto. Il presidente della Repubblica, per rompere il silenzio che fin qui si era imposto sulla tempesta che ha spazzato via il consiglio regionale, sceglie l’incontro al Quirinale con i giovani per l’apertura dell’anno scolastico. Che ha voluto celebrare perciò sotto il segno del «valore della legalità». Pronunciando parole durissime, e che sembrano anche spingere in direzione di una approvazione urgente della legge anticorruzione. Sono parole rivolte a tutti: «Nel disprezzo della legalità si moltiplicano malversazioni e fenomeni di corruzione vergognosi, inimmaginabili. Non è questo accettabile. Chi si preoccupa dell’antipolitica, deve saper risanare in profondità la politica». È possibile, mentre ogni giorno di
più frana la credibilità a colpi di scandali? Napolitano pensa ancora di sì, ma a condizione di una svolta senza precedenti. E fa questo paragone: «Risanare la politica, far vincere la legge si può, così come si può far vincere la legge contro la mafia: ce lo hanno dimostrato venti anni fa, e li abbiamo ricordati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino». Insomma, per il capo dello Stato siamo di fronte ad una vera e propria emergenza sul terreno della moralità in politica, e servono una battaglia e strumenti eccezionali come quella messa in campo contro la mafia. Così come sconcertato per la bufera Lazio si dice il presidente del Senato Schifani, che chiede di far saltare ogni vincolo di segretezza sulla situazione economica di tutti gli eletti, ad ogni livello, «non ci si trinceri dietro la privacy: lo scandalo ormai, nel nostro paese, è andato oltre ogni limite di previsione». E il segretario del Pd Bersani invoca una iniziativa urgente sui costi delle regioni: «Ci sono disparità evidenti, eclatanti, non è più tollerabile che una spenda due e un’altra otto, costi non giustificabili in nome dell’autonomia. È necessario prendere un’iniziativa urgente sui costi delle Regioni.
Da subito bisogna ridurre e riformare i costi e mettere online tutte le spese».
Fra i valori che la scuola ha cercato di promuovere, ricorda napolitano, «con costanza e impegno » in questi anni, sottolinea il capo dello Stato, spicca il valore della legalità. Ma purtroppo emergono fenomeni di illegalità «inaccettabili» per «persone sensibili al bene comune, per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un’impresa». Il riferimento è al peso di tangenti e mazzette, al condizionamento anche economico che la corruzione produce sull’attività delle aziende.
Una legalità da praticare a tutti i livelli, anche «anche nel nostro piccolo mondo quotidiano ». E nella vita scolastica vuole dire rispetto delle sue regole, rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli, e «soprattutto degli insegnanti». La crisi resta difficile ma i progressi compiuti dimostrano come l’Italia possa farcela, «possa migliorare quando si impegna con sforzi collettivi
e condivisi».
La Repubblica 26.09.12
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“CAMBIARE SUBITO”, di EZIO MAURO
Ormai è una questione di decenza, e anche di sopravvivenza. La legge anti corruzione non può rimanere ostaggio di una destra allo sbando, arroccata nelle paure personali del suo leader, politicamente suicida al punto da non avvertire l’urgenza assoluta di mettere il nostro sistema al passo con l’Europa: ma anche, e soprattutto, con la sensibilità acutissima del Paese, che non tollera più abusi e furbizie.
La cintura di illegalità corruttiva che soffoca l’Italia e la sua libertà tiene lontani gli investimenti stranieri, penalizza le imprese, altera il mercato. Ma soprattutto pesa sul sistema per 60 miliardi all’anno, una cifra enorme che è il segno dell’arretratezza del Paese e del condizionamento di una diffusa criminalità quotidiana.
A tutto ciò si aggiungono l’uso disinvolto del denaro pubblico e gli sprechi del sistema politico. Lo scandalo della Lombardia, con le vacanze pagate al presidente Formigoni da un faccendiere della sanità, e la vergogna del Lazio, con cifre da capogiro intascate dai consiglieri regionali per spese private, fanno ormai traboccare il vaso. Ieri Napolitano ha definito la corruzione “vergognosa”, il giorno prima Monti aveva denunciato “l’inerzia” della destra.
Ora non ci sono più alibi. Il governo non può fare il notaio delle inerzie altrui: vada avanti con forza e il Premier chieda al Parlamento di approvare subito la legge. Chi non la vuole, se ne assuma la responsabilità. E l’opinione pubblica faccia sentire la sua voce. Il cambiamento può cominciare qui, oggi.
La Repubblica 26.09.12