Una recente indagine Coldiretti-Censis ha reso noto che il 60,7% dei giovani tra i 18 e i 29 anni coabita con la mamma e il 26,4 abita a meno di 30 minuti da lei. Sono dati che testimoniano come la maggioranza delle nuove generazioni che avrebbero dovuto essere benificate dalla riforma Fornero, sono spesso costrette a tornare al grembo materno. Ovverosia a cercare di trovare nella famiglia un sostegno alle proprie esistenze ballerine. Sono i protagonisti di una vera e propria «ballata». Prendo il termine da un libro e da un film prodotti proprio per loro e che portano proprio il titolo «La ballata dei precari». L’autrice, Silvia Lombardo, ha raccolto testimonianze reali e ha messo insieme una serie di episodi spesso esiliranti, rafforzati dalle riflessioni riportate nel volume. Qui possiamo «rubare» alcuni spunti. Ad esempio sulle partite Iva, quelle a cui oggi molti, proprio spinti dalla riforma Fornero, sono costretti a rifugiarsi. Scrive la Lombardo: «La forma di tortura più raffinata perpretata al giovane lavoratore del Ventunesimo secolo. Ti passa sotto il naso una bella somma di denaro. Alla quale sottrai l’Iva. Alla quale sottrai l’Inps (26,7% grazie). Alla quale sottrai le tasse. Alla quale sottrai la parcella del commercialista. Alla quale sottrai il costo del panino a pranzo perché il lavoratore dipendente ha la mensa gratis o i buoni pasto, siccome tu sei un libero professionista e quindi guadagni, cacchio, puoi pagartelo da solo. Ciò che resta è il 50% di ciò che ti è passato sotto il naso. Se non è sadismo questo». C’è anche l’amara constatazione di come sarebbe stato meglio conquistare invece di una laurea una seria capacità di lavoro manuale: «Sapete cosa servirebbe sul serio adesso per avere uno stipendio decente? Un bel manuale di bricolage e sei mesi di praticantato presso un idraulico%% ». Il gusto del paradosso percorre la creatività dell’autrice. Così, nel film, l’episodio «L’ammortizzatore» racconta di due genitori, i settantenni coniugi Rita e Giorgio Parini, che decidono di stipulare una polizza sulla vita e «uscire di scena» lasciando l’intero risarcimento assicurativo al loro unico figlio Francesco, 34enne precario. Anche se poi scopriranno che non è facile%% Mentre in «Ninna Nanna Ninna No» la giovane coppia di precari Irene e Riccardo decidono di avere un bambino. Ma come far coincidere le loro scadenze contrattuali col parto? Ed ecco un ginecologo compiacente che inventa un surreale «taglio cesareo programmato» onde ritardare il parto fino a un contratto piu stabile con gravidanze che arrivano fino a 42 mesi. Qui tra i protagonisti c’è una star televisiva Geppi Cucciari, conduttrice di uno show popolare sulla Sette. Storie autoironiche, come un prendere in giro se stessi. La «ballata dei precari» svolazza sugli schermi, l’abbiamo incrociata alla Festa del lavoro del Pd a Piombino. Speriamo che serva a coinvolgere i politici. Per il dopo Monti e anche per il dopo-Fornero. Per fare in modo che non si debba tornare dalle mamme. Perche anche loro, come i papà, sentono il morso della crisi.
L’Unità 24.09.12
Pubblicato il 24 Settembre 2012