Giorno: 24 Settembre 2012

"La ballata dei precari salvati dalle mamme", di Bruno Ugolini

Una recente indagine Coldiretti-Censis ha reso noto che il 60,7% dei giovani tra i 18 e i 29 anni coabita con la mamma e il 26,4 abita a meno di 30 minuti da lei. Sono dati che testimoniano come la maggioranza delle nuove generazioni che avrebbero dovuto essere benificate dalla riforma Fornero, sono spesso costrette a tornare al grembo materno. Ovverosia a cercare di trovare nella famiglia un sostegno alle proprie esistenze ballerine. Sono i protagonisti di una vera e propria «ballata». Prendo il termine da un libro e da un film prodotti proprio per loro e che portano proprio il titolo «La ballata dei precari». L’autrice, Silvia Lombardo, ha raccolto testimonianze reali e ha messo insieme una serie di episodi spesso esiliranti, rafforzati dalle riflessioni riportate nel volume. Qui possiamo «rubare» alcuni spunti. Ad esempio sulle partite Iva, quelle a cui oggi molti, proprio spinti dalla riforma Fornero, sono costretti a rifugiarsi. Scrive la Lombardo: «La forma di tortura più raffinata perpretata al giovane lavoratore del Ventunesimo secolo. Ti passa sotto il naso una …

"La ballata dei precari salvati dalle mamme", di Bruno Ugolini

Una recente indagine Coldiretti-Censis ha reso noto che il 60,7% dei giovani tra i 18 e i 29 anni coabita con la mamma e il 26,4 abita a meno di 30 minuti da lei. Sono dati che testimoniano come la maggioranza delle nuove generazioni che avrebbero dovuto essere benificate dalla riforma Fornero, sono spesso costrette a tornare al grembo materno. Ovverosia a cercare di trovare nella famiglia un sostegno alle proprie esistenze ballerine. Sono i protagonisti di una vera e propria «ballata». Prendo il termine da un libro e da un film prodotti proprio per loro e che portano proprio il titolo «La ballata dei precari». L’autrice, Silvia Lombardo, ha raccolto testimonianze reali e ha messo insieme una serie di episodi spesso esiliranti, rafforzati dalle riflessioni riportate nel volume. Qui possiamo «rubare» alcuni spunti. Ad esempio sulle partite Iva, quelle a cui oggi molti, proprio spinti dalla riforma Fornero, sono costretti a rifugiarsi. Scrive la Lombardo: «La forma di tortura più raffinata perpretata al giovane lavoratore del Ventunesimo secolo. Ti passa sotto il naso una …

"Stupido, non è l'economia", di Francesco Guerrera

«E’ l’economia, stupido». Lo slogan coniato da James Carville, il grande stratega del partito democratico, per un candidato presidenziale dal nome di William J. Clinton nel 1992 è una delle pietre miliari della politica americana. Clinton fece il resto. Con l’economia Usa in grave crisi e la disoccupazione alle stelle, il giovane governatore dell’Arkansas combinò i suoi talenti oratori con l’intuizione di Carville per distruggere George Bush padre e conquistare la Casa Bianca. Vent’anni dopo è il partito repubblicano a sperare che la storia si ripeta. La crescita economica è anemica, la disoccupazione a livelli altissimi e salari, redditi e patrimoni della classe media sono al ristagno ormai da anni. Mitt Romney, il businessman diventato politico, si presenta agli elettori come un manager competente ed industrioso, capace di risolvere una situazione difficilissima meglio di Obama. Per i fan di Romney, la prova c’è già: Mittpresidente farebbe al paese quello che fece nel 2002 quando salvò le Olimpiadi invernali di Salt Lake City dalla bancarotta e dal ridicolo. «In questo frangente, chi volete: uno che il …

"Stupido, non è l'economia", di Francesco Guerrera

«E’ l’economia, stupido». Lo slogan coniato da James Carville, il grande stratega del partito democratico, per un candidato presidenziale dal nome di William J. Clinton nel 1992 è una delle pietre miliari della politica americana. Clinton fece il resto. Con l’economia Usa in grave crisi e la disoccupazione alle stelle, il giovane governatore dell’Arkansas combinò i suoi talenti oratori con l’intuizione di Carville per distruggere George Bush padre e conquistare la Casa Bianca. Vent’anni dopo è il partito repubblicano a sperare che la storia si ripeta. La crescita economica è anemica, la disoccupazione a livelli altissimi e salari, redditi e patrimoni della classe media sono al ristagno ormai da anni. Mitt Romney, il businessman diventato politico, si presenta agli elettori come un manager competente ed industrioso, capace di risolvere una situazione difficilissima meglio di Obama. Per i fan di Romney, la prova c’è già: Mittpresidente farebbe al paese quello che fece nel 2002 quando salvò le Olimpiadi invernali di Salt Lake City dalla bancarotta e dal ridicolo. «In questo frangente, chi volete: uno che il …

"L’antidoto alla corruzione", di Michele Prospero

Il Lazio dopo la Lombardia. Frana l’antipolitica di destra che vent’anni fa ha preso il potere in nome della società civile, dell’azienda, del mercato. Con la decadenza di ogni minimale anticorpo etico-politico, il Lazio è la metafora di cosa diventa un governo personale che agisce senza il contenimento svolto dai partiti e dal principio di legalità. Al potere si insediano schiere di anti-politici di professione che maneggiano i fondi senza ritegno. Ciò che è pubblico diventa faccenda privata perché il privato è il veicolo per la occupazione del pubblico visto come il prolungamento del calcolo economico del singolo politicante. Cos’è infatti la politica per tanta destra amministratrice? È un agglomerato di potenze private che racimolano media e denaro per dare l’assalto all’amministrazione, luogo ghiotto in cui nell’omertà si intrecciano affari, influenze, scambi. Singoli consiglieri regionali che si spartiscono i finanziamenti sono la versione caricaturale dei partiti personali egemoni nella seconda Repubblica. Ogni eletto sensibile all’odore dei soldi fa partito a sé, e quindi intesta ai propri conti le quote pubbliche. Servono per pagare una vita …

"L’antidoto alla corruzione", di Michele Prospero

Il Lazio dopo la Lombardia. Frana l’antipolitica di destra che vent’anni fa ha preso il potere in nome della società civile, dell’azienda, del mercato. Con la decadenza di ogni minimale anticorpo etico-politico, il Lazio è la metafora di cosa diventa un governo personale che agisce senza il contenimento svolto dai partiti e dal principio di legalità. Al potere si insediano schiere di anti-politici di professione che maneggiano i fondi senza ritegno. Ciò che è pubblico diventa faccenda privata perché il privato è il veicolo per la occupazione del pubblico visto come il prolungamento del calcolo economico del singolo politicante. Cos’è infatti la politica per tanta destra amministratrice? È un agglomerato di potenze private che racimolano media e denaro per dare l’assalto all’amministrazione, luogo ghiotto in cui nell’omertà si intrecciano affari, influenze, scambi. Singoli consiglieri regionali che si spartiscono i finanziamenti sono la versione caricaturale dei partiti personali egemoni nella seconda Repubblica. Ogni eletto sensibile all’odore dei soldi fa partito a sé, e quindi intesta ai propri conti le quote pubbliche. Servono per pagare una vita …

"A Roma disabili senza sostegno. E il Lazio avrebbe diritto a 1.900 docenti in più. Sono mal distribuiti sul territorio", da Tuttoscuola

Accade a Roma in questi giorni. Numerosi alunni disabili hanno iniziato la scuola senza docenti di sostegno, i dirigenti scolastici si trovano costretti a coprire i posti mancanti con AEC (assistenti educativi comunali) e i genitori di alunni disabili vanno su tutte le furie, spaccando vasi e suppellettili degli uffici davanti agli impiegati dell’ex-provveditorato, che allargano le braccia impotenti. Eppure posti di sostegno per alunni disabili in Italia ce ne sono. L’anno scorso ce n’erano 97.636; forse quest’anno sfioreranno le 100 mila unità. Da dove nasce allora il problema? Sono mal distribuiti sul territorio. Teoricamente dovrebbe esserci un docente ogni due alunni disabili. La media nazionale nel 2011-12 è stata di un docente ogni 2,03 alunni, sostanzialmente in linea con quanto prevede la legge (Finanziaria 2008). Ma, come per i polli di Trilussa, mentre la media nazionale è conforme alla legge, quella di molti territori proprio no: vi sono regioni con tanti docenti di sostegno (dove quindi il rapporto è inferiore a uno ogni due), e regioni con pochi docenti di sostegno (dove in media …