Giorno: 20 Settembre 2012

"Il paese di Google", di Nadia Urbinati

LA Casa Bianca è in rotta di collisione con YouTube. L’oggetto del contendere è la limitazione della libertà di parola e di espressione (free speech), il primo pilastro del diritto civile moderno sul quale si reggono le democrazie costituzionali. Google ha deciso di non tenere conto della richiesta della Casa Bianca di riconsiderare l’opportunità di tenere in circolazione il video anti-Islam che ha scatenato la violenza e le manifestazioni anti-americane e anti-occidentali in tutto il mondo arabo. Google si appella all’auto-governo. Google ha precisato di aver già operato affinché il video non violi i termini della legge Americana sullo hate speech (discorso che infiamma odio) e di aver predisposto che il video venga oscurato in alcune regioni del mondo, per esempio l’Egitto, la Libia, l’India e l’Indonesia. Oscuramento temporaneo però, per ragioni di opportunità e prudenza, non censura permanente. La decisione di Google si basa su una carta diciamo così costituzionale che la compagnia ha adottato nel 2007 per risolvere decisioni controverse. La carta dice che la compagnia nel prendere decisioni sulla pubblicazione di materiale …

"Il paese di Google", di Nadia Urbinati

LA Casa Bianca è in rotta di collisione con YouTube. L’oggetto del contendere è la limitazione della libertà di parola e di espressione (free speech), il primo pilastro del diritto civile moderno sul quale si reggono le democrazie costituzionali. Google ha deciso di non tenere conto della richiesta della Casa Bianca di riconsiderare l’opportunità di tenere in circolazione il video anti-Islam che ha scatenato la violenza e le manifestazioni anti-americane e anti-occidentali in tutto il mondo arabo. Google si appella all’auto-governo. Google ha precisato di aver già operato affinché il video non violi i termini della legge Americana sullo hate speech (discorso che infiamma odio) e di aver predisposto che il video venga oscurato in alcune regioni del mondo, per esempio l’Egitto, la Libia, l’India e l’Indonesia. Oscuramento temporaneo però, per ragioni di opportunità e prudenza, non censura permanente. La decisione di Google si basa su una carta diciamo così costituzionale che la compagnia ha adottato nel 2007 per risolvere decisioni controverse. La carta dice che la compagnia nel prendere decisioni sulla pubblicazione di materiale …

"La democrazia degli oligarchi", di Michele Prospero

È da tempo che influenti ambienti finanziari ed economici nutrono timori sull’impatto della ripresa del conflitto politico dopo la stagione della tecnica. Oltre qualche accenno di tifo per il Monti bis finora non si sono spinti. Sergio Fabbrini (su Il Sole 24 Ore di ieri) scopre invece le carte («Le elezioni potrebbero costituire un grande rischio politico») e prova a dare una base teorica alla richiesta di allestire una democrazia protetta dal rischio di un soprassalto di barbarie populista. È certo legittima (come negarlo?) la preoccupazione. Basta aver sbirciato le foto delle pacchiane feste in abiti antico greci degli statisti raccolti attorno alla Polverini. Il problema storico-politico è però di capire come mai la scomparsa dei partiti abbia prodotto la proliferazione in molti ambiti locali, e non solo, di degenerazioni che nulla hanno di politico e che molto somigliano ad un affarismo volgare penetrato nelle pieghe di una società civile dedita alla conquista dello Stato per sole ragioni di lucro. Le oligarchie economiche non possono far finta di nulla dinanzi alle perversioni di un antico …

"La democrazia degli oligarchi", di Michele Prospero

È da tempo che influenti ambienti finanziari ed economici nutrono timori sull’impatto della ripresa del conflitto politico dopo la stagione della tecnica. Oltre qualche accenno di tifo per il Monti bis finora non si sono spinti. Sergio Fabbrini (su Il Sole 24 Ore di ieri) scopre invece le carte («Le elezioni potrebbero costituire un grande rischio politico») e prova a dare una base teorica alla richiesta di allestire una democrazia protetta dal rischio di un soprassalto di barbarie populista. È certo legittima (come negarlo?) la preoccupazione. Basta aver sbirciato le foto delle pacchiane feste in abiti antico greci degli statisti raccolti attorno alla Polverini. Il problema storico-politico è però di capire come mai la scomparsa dei partiti abbia prodotto la proliferazione in molti ambiti locali, e non solo, di degenerazioni che nulla hanno di politico e che molto somigliano ad un affarismo volgare penetrato nelle pieghe di una società civile dedita alla conquista dello Stato per sole ragioni di lucro. Le oligarchie economiche non possono far finta di nulla dinanzi alle perversioni di un antico …

"La Rai in profondo rosso perdite per 200 milioni. Gubitosi: situazione grave", di Goffredo De Marchis

Una dolorosa operazione verità scopre il gigantesco buco della Rai. Peggiore di qualsiasi previsione, anche delle prime cifre fornite informalmente dal direttore generale Luigi Gubitosi. La perdita prevista per il 2012 raggiunge la cifra di 200 milioni. La semestrale presentata ieri dai vertici dell’azienda al consiglio di amministrazione è un bagno di sangue, che colpisce al cuore del gruppo se confrontata con i successi di ascolto di Viale Mazzini: in testa nel prime time con il 41,7 per cento di share, prima nell’intera giornata con il 40,3 per cento di share. Mediaset stracciata nella sfida del pubblico. Punte clamorose con la semifinale Italia-Germania degli Europei (23 milioni di spettatori, 80% di share) e con il festival di Sanremo (11 milioni di spettatori medi e 48% di share). Ma nell’esposizione nuda e cruda dei numeri fatta da Gubitosi naufragano le previsioni scoppiettanti illustrate dal predecessore Lorenza Lei alla commissione di Vigilanza il 29 febbraio: «Chiuderemo in sostanziale pareggio». Invece la Rai perde nel primo semestre 129 milioni con la prospettiva di sfondare quota 200 alla fine …

"La Rai in profondo rosso perdite per 200 milioni. Gubitosi: situazione grave", di Goffredo De Marchis

Una dolorosa operazione verità scopre il gigantesco buco della Rai. Peggiore di qualsiasi previsione, anche delle prime cifre fornite informalmente dal direttore generale Luigi Gubitosi. La perdita prevista per il 2012 raggiunge la cifra di 200 milioni. La semestrale presentata ieri dai vertici dell’azienda al consiglio di amministrazione è un bagno di sangue, che colpisce al cuore del gruppo se confrontata con i successi di ascolto di Viale Mazzini: in testa nel prime time con il 41,7 per cento di share, prima nell’intera giornata con il 40,3 per cento di share. Mediaset stracciata nella sfida del pubblico. Punte clamorose con la semifinale Italia-Germania degli Europei (23 milioni di spettatori, 80% di share) e con il festival di Sanremo (11 milioni di spettatori medi e 48% di share). Ma nell’esposizione nuda e cruda dei numeri fatta da Gubitosi naufragano le previsioni scoppiettanti illustrate dal predecessore Lorenza Lei alla commissione di Vigilanza il 29 febbraio: «Chiuderemo in sostanziale pareggio». Invece la Rai perde nel primo semestre 129 milioni con la prospettiva di sfondare quota 200 alla fine …

"Perchè deve dimettersi", di Massimo Giannini

Basta guardare le foto della trucida serata in costume al Foro Italico. Quel festino buzzurro, dedicato agli dei dell’Olimpo, è in realtà il penoso Satyricon di una pseudo «classe dirigente» cafona, disonesta e irresponsabile. Quel rito ruffiano e villano riflette le miserie di una certa destra romana e laziale, ma amplifica una certa idea predatoria della politica che domina l’intera scena italiana. In quel rozzo carnasciale capitolino, anche Renata Polverini è ormai una maschera tragicomica. Per questo, neanche lei merita di rimanere al suo posto un minuto di più. La Sprecopoli all’amatriciana che travolge la Regione è uno scandalo infinito. Magari più triviale nella forma: le tuniche bianche della Magna Grecia e le ostriche da «Pepenero», i villoni zotici al Circeo e le residenze a Tenerife, le escort discinte e i Suv neri. Ma uguale, nella sostanza, a tanti altri esplosi in questi ultimi mesi (da Lusi a Bossi): soldi pubblici per pagare vizi privati. Con un’aggravante in più: di fronte al saccheggio sistematico perpetrato dall’intero gruppo dirigente del glorioso Partito delle Libertà, di tutto …