"Basta egoismi, la sfida è il governo", di Claudio Sardo
Le primarie devono servire per rendere più democratiche e partecipate le scelte decisive, per rafforzare il progetto di governo, per conquistare energie e consensi nella società. Non possono trasformarsi in un conflitto distruttivo, in una prova di autolesionismo collettivo. Nel popolo del Pd e del centrosinistra – tanto più in quella parte abituata a cantare e a portare la croce, tra i volontari che faticano e magari vengono additati come pezzi della nomenclatura – cresce un grande timore. Che le primarie possano produrre divisione anziché unità, confusione anziché chiarezza, egoismi anziché condivisione, discredito anziché innovazione. E che in questo modo il Pd e il centrosinistra consumino la loro credibilità come forza di governo prima ancora che il vantaggio virtuale assegnato dai sondaggi. Sia chiaro, dalla scelta delle primarie non si torna indietro. Per mille motivi, anche perché priverebbe l’elettorato progressista di qualcosa che viene percepito quasi come un diritto. Sì, nell’Italia dei partiti personali e privi di democrazia interna, il carattere aperto e scalabile del Pd è considerato un diritto generale. Ma è bene che …