La Cgil attacca: il governo non ha concesso i mille docenti promessi per le zone terremotate. Per questo i sindacalisti di tutte le province e la segretaria regionale Raffaella Morsia lunedì si incateneranno a Roma davanti al ministero. Lunedì si parte. Errani: “Entro metà ottobre a pieno regime nelle zone del sisma”. Tra i banchi, dopo il terremoto. Lunedì suonerà la campanella per 526.800 studenti in Emilia Romagna. Ma nelle zone colpite dal sisma le aule saranno tendoni o prefabbricati, si partirà in alcune scuole con doppi turni e attività alternative, tra cui stage e scambi all’estero. E in una decina di casi almeno, il primo giorno slitterà di giorni o di alcune settimane. «Entro metà ottobre l’attività scolastica andrà a regime », assicura la Regione.
Il presidente Vasco Errani parla di «una risposta corale non scontata», di un «risultato per la comunità» rispetto a un dramma che ha coinvolto oltre 65mila studenti, 52mila nelle scuole in area sismica. Ma la Cgil attacca: il governo non ha concesso i mille docenti promessi per le zone terremotate. Per questo i sindacalisti di tutte le province e la segretaria regionale Raffaella Morsia lunedì si incateneranno a Roma davanti al ministero all’Istruzione. «Per onestà e rispetto di chi vive nelle zone terremotate il governo avrebbe dovuto evitare falsi annunci e operazioni mediatiche ».
Al posto di mille cattedre e trenta milioni promessi a luglio, il ministero concederà insegnanti in più solo in base alle richieste delle scuole colpite dal sisma. Il governatore non ne fa una questione politica. «Non sono
interessato ad apparire, mi interessa la sostanza. Non chiederemo un docente o un euro più del necessario, ma quelli di cui avremo bisogno dovranno essere concessi. A noi interessa che ci sia la piena corrispondenza tra le esigenze delle scuole e la risposta del ministero, questo è il punto».
Su questo il ministro Francesco Profumo si è impegnato. Il direttore dell’ufficio scolastico regionale Stefano Versari raccoglierà le richieste dei presidi in più giorni, a cominciare dal 18 settembre, «per calmare le ansie».
«Una procedura che non crea danni alle scuole, anzi è una risposta alle necessità del momento », spiega. La Cgil invece parla di «un sistema burocratico che non dà risposte immediate», di «gioco furbesco del ministero ». I sindacati raccontano anche di situazioni in cui vengono chiesti soldi alle famiglie per le attività extrascolastiche che sostituiranno temporaneamente le lezioni e per i trasferimenti nei plessi agibili. Lunedì l’assessore regionale Patrizio Bianchi porterà in Giunta la delibera che prevede aiuti, per 500mila euro, ai Comuni sul trasporto scolastico. La diretta web del primo giorno di scuola (www. scuolaer. it) sarà con Bianchi e Versari dalle elementari di Cavezzo, mentre Errani sarà a Cento. A Bologna, dove si riparte con 75 cantieri aperti nelle scuole, tornano tra i banchi 110.781 studenti. «Un grande in bocca al lupo», dice il «provveditore» Maria Luisa Martinez nel suo messaggio al mondo della scuola. E «un grazie a chi ha permesso la riapertura delle scuole nelle zone terremotate» dando così «senso di serenità e stabilità a una comunità straziata
da repubblica.it
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Scuole terremotate, la Cgil “Protesta in catene al ministero”
Non sono arrivati i mille docenti in più promessi dal sottosegretario Rossi Doria; l’ufficio scolastico regionale: “Mai stati assegnati”. La situazione provincia per provincia a pochi giorni dall’inizio delle lezioni. A Crevalcore le scuole lunedì non riapriranno: sono tutte inagibili, e gli scolari sono stati indirizzati nei comuni limitrofi, dove la campanella suonerà anche nel pomeriggio per permettere lo svolgimento delle lezioni degli studenti forestieri. I moduli prefabbricati arriveranno solo a inizio ottobre. Nel Modenese la situazione è ancora grave: sono 20mila gli alunni che non possono fare ancora ritorno nella loro classe. “Gli edifici ancora lesionati sono 52 – spiega Stefano Colombini, segretario Flc-Cgil Modena – e in 30 plessi scolastici i presidi hanno chiesto deroghe” rispetto al ritorno regolare in classe. “Molte scuole faranno i doppi turni o saranno alloggiate nei tendoni”.
Una situazione certo non facile. Aggravata, secondo il sindacato, dalle promesse non mantenute dal governo: a inizio luglio il sottosegretario Marco Rossi Doria aveva annunciato l’arrivo di mille docenti in più per le scuole terremotate, ma ancora non vi sono certezze. Per questo la Cgil dell’Emilia-Romagna ha deciso di manifestare in catene a Roma, proprio nel giorno in cui risuonerà la campanella da Piacenza a Rimini, sotto la sede del ministero dell’Istruzione . “Noi li vogliamo quei docenti- rivendica il segretario regionale della Flc-Cgil, Raffaelle Morsia, in un colloquio con l’agenzia Dire- da parte del governo c’è un colpevole ritardo e un’innegabile sottovalutazione del dramma del terremoto. Le scuole si sentono abbandonate e l’atteggiamento del ministro, che dice che tutto è risolto, offende profondamente le popolazioni colpite”.
Secondo il sindacato, la “promessa non mantenuta” da parte del ministero va ad aggravare un inizio di anno scolastico che “e’ il peggiore mai visto in Emilia-Romagna. E non solo per il terremoto- avverte Morsia- abbiamo scuole inagibili anche non nelle zone del sisma, mancano i completamenti orari e non ci sono abbastanza docenti e Ata”.
L’ufficio scolastico. L’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna ammette: i mille docenti in più promessi dal ministero non sono mai stati assegnati. “Siamo autorizzati a dare solo quelli che ci vengono richiesti dalle scuole”, afferma Stefano Versari, vicedirettore dell’Usr. “I sindacati, legittimamente, possono chiedere conto al ministero dei posti annunciati- alza le mani Versari- questo però è un problema politico, che non riguarda la nostra amministrazione”. Poi conferma: “A noi quei mille posti non sono stati assegnati, siamo autorizzati a dare solo quelli che ci vengono richiesti dalle scuole”.
La situazione. Non ci sono solo difficoltà a Crevalcore e nel Modenese. A Bologna le materne Federzoni aprono con una settimana di ritardo, i bambini delle elementari sono stati spostati in altri istituti. Le materne Carducci saranno accolte nella struttura delle elementari. A Ferrara “ci sono 81 scuole danneggiate, 11 da ricostruire”. Nel territorio di Reggio Emilia, invece, sono una decina i plessi inagibili, con il caso piu’ grave che si registra a Reggiolo. “La scuola riapre il 24 settembre- spiega il segretario provinciale della Flc-Cgil, Roberto Rossetti- stiamo ancora aspettando il prefabbricato”. Con la mensa inagibile, aggiunge il sindacalista, “saranno serviti piatti freddi fino all’inizio di ottobre”.
Errani. Parole più ottimistiche dal commissario per la ricostruzione. ”Abbiamo fatto la scelta – commenta il governatore Vasco Errani, fotografando la situazione – di considerare la scuola come una priorità, il lavoro che stiamo facendo, con tutti i soggetti interessati è molto importante e, soprattutto, non era scontato. Entro il 15 ottobre avremo una situazione a regime, in strutture che, per quanto provvisorie, saranno di qualità La scuola è un elemento fondamentale per l’identità di una comunità e questo ci consente di andare avanti”
da repubblica.it