Dopo anni di promesse mai mantenute, il ministro Francesco Profumo ha deciso di fare quello che i suoi predecessori non erano riusciti: rendere pubblici i dati disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Sono cifre non belle da leggere, lo stesso ministero parla di una «situazione fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire». E promette interventi, infatti: 680 milioni di euro e fondi immobiliari.
I dati sono ancora incompleti, nonostante si lavori da circa vent’anni alla costruzione dell’Anagrafe. In questo caso la responsabilità è degli istituti: su 10.219 istituzioni scolastiche hanno risposto all’appello in 9.806; gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici).
Le scuole sono vecchie: 4 su 100 risalgono addirittura all’Ottocento in particolare in Piemonte dove questa percentuale sale a 10 edifici su 100. Quasi la metà delle scuole italiane, il 44%, risale agli anni tra il 1961 e il 1980. quando si costruiva con poca sensibilità verso i criteri antisismici, come spiega il Miur che ammette: gli istituti di questo periodo andrebbero ricostruiti Il 14,8% è stato riadattato per uso scolastico e il 4% è di proprietà di enti religiosi o privati.
Soltanto una minoranza, il 17,7% degli edifici, è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Tuttavia il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio, il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza, il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico,il 63% è munito di un sistema di allarme, il 98,3% è in possesso di estintori portatili, il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza.
I maggiori problemi appaiono nelle regioni del Sud. In Calabria soltanto il 33,7% ha una scala esterna e la metà degli edifici siciliani, il 49%, ha impianti elettrici non in regola.
Altissimo il rischio sismico. Su 25.532 edifici per i quali è stata comunicata la classificazione sismica, 2.328 edifici sorgono nelle zone più pericolose dal punto di vista sismico e 11.414 si trovano in territori in cui in passato si sono avuti danni rilevanti a causa di terremoti abbastanza forti. Per quanto riguarda la certificazione 3.745 edifici sono progettati rispettando la normativa antisismica e 1.614 sono in possesso del certificato di conformità, vale a dire un certificato che attesta la perfetta rispondenza dell’opera eseguita alle norme per le costruzioni in zona sismica. La percentuale più alta di edifici scolastici classificati in Zona 1 (la più pericolosa) si registra in Calabria, 53,6%, seguita da Basilicata (33,5%) e Abruzzo (20,7%).
I primi interventi sono in arrivo per le regioni del Sud, sono 680 milioni di euro ricavati da risorse europee per interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli immobili scolastici. Saranno coinvolte 1.565 scuole: in Calabria 111,6 milioni di euro per interventi in 257 scuole, in Campania 273,5 milioni per 625 scuole, in Puglia 51,6 milioni di euro per 121 scuole, in Sicilia 244,3 milioni di euro per 562 scuole.
Ma il Miur intende anche lanciare fondi immobiliari a livello locale per costruire nuove strutture superando in questo modo i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità interno.
La Stampa 14.09.12