Giorno: 14 Settembre 2012

"Cosa c'è in quel camper", di Massimo Giannini

LA «discesa in camper» di Matteo Renzi è una novità politica oggettiva. Va giudicata senza pregiudizi. In un Paese marchiato a fuoco dal delirio di potenza berlusconiano e da un establishment impermeabile al ricambio, la sfida lanciata a viso aperto da un trentasettenne è di per sé una scossa salutare. Il problema, per l’Italia che chiede un governo credibile e per il Pd che si candida a guidarlo, è capire la natura della scossa, e la cultura che la muove. Il sindaco di Firenze comincia a dare qualche risposta. Ma i dubbi restano. Nessuno vuole rivivere gli incubi della «gioiosa macchina da guerra» di Occhetto: ma dove porta il camper di Renzi? Nessuno vuole rivangare i sogni delle antiche famiglie politiche del Novecento: ma cosa c’è oltre la «dottrina del nuovismo» purchessia? Il «manifesto di Verona», con il quale avvia ufficialmente la sua corsa per le primarie, è la cosa migliore che Renzi abbia prodotto in politica finora. Il mezzo è vecchio (il camper lo usò Craxi nei ruggenti Anni Ottanta, con esiti non proprio …

"Cosa c'è in quel camper", di Massimo Giannini

LA «discesa in camper» di Matteo Renzi è una novità politica oggettiva. Va giudicata senza pregiudizi. In un Paese marchiato a fuoco dal delirio di potenza berlusconiano e da un establishment impermeabile al ricambio, la sfida lanciata a viso aperto da un trentasettenne è di per sé una scossa salutare. Il problema, per l’Italia che chiede un governo credibile e per il Pd che si candida a guidarlo, è capire la natura della scossa, e la cultura che la muove. Il sindaco di Firenze comincia a dare qualche risposta. Ma i dubbi restano. Nessuno vuole rivivere gli incubi della «gioiosa macchina da guerra» di Occhetto: ma dove porta il camper di Renzi? Nessuno vuole rivangare i sogni delle antiche famiglie politiche del Novecento: ma cosa c’è oltre la «dottrina del nuovismo» purchessia? Il «manifesto di Verona», con il quale avvia ufficialmente la sua corsa per le primarie, è la cosa migliore che Renzi abbia prodotto in politica finora. Il mezzo è vecchio (il camper lo usò Craxi nei ruggenti Anni Ottanta, con esiti non proprio …

"Università, questi concorsi non la salveranno", di Luciano Modica

I concorsi universitari sono un argomento maledetto: piace troppo ai professori universitari e disgusta tutti gli altri. Un argomento su cui si discute da sempre e per il quale non esistono soluzioni perfette. Un argomento fonte di molti scandali, anche se di impatto effettivo minore di quanto si voglia far credere. Un argomento comunque importante perché regola lo sviluppo della ricerca e l’emergere dei migliori talenti. Sono molti anni che i concorsi universitari sono andati in tilt. Dopo diciannove anni di rari e criticati (all’epoca) concorsi nazionali, dopo otto anni di frequenti e criticati concorsi locali, la legge Moratti del 2005 aveva introdotto nuove procedure. Ma la fretta con cui furono emanati i decreti applicativi all’approssimarsi delle elezioni politiche del 2006 fece sì che questi risultassero tecnicamente inapplicabili. Così, dopo due anni di blocco, una legge del governo Prodi riaprì temporaneamente i concorsi locali per il solo 2008. Ne è seguito, dal 2009, un nuovo blocco che si sarebbe dovuto sciogliere con l’applicazione della legge Gelmini del dicembre 2010. Però, a due anni di distanza, …

"Università, questi concorsi non la salveranno", di Luciano Modica

I concorsi universitari sono un argomento maledetto: piace troppo ai professori universitari e disgusta tutti gli altri. Un argomento su cui si discute da sempre e per il quale non esistono soluzioni perfette. Un argomento fonte di molti scandali, anche se di impatto effettivo minore di quanto si voglia far credere. Un argomento comunque importante perché regola lo sviluppo della ricerca e l’emergere dei migliori talenti. Sono molti anni che i concorsi universitari sono andati in tilt. Dopo diciannove anni di rari e criticati (all’epoca) concorsi nazionali, dopo otto anni di frequenti e criticati concorsi locali, la legge Moratti del 2005 aveva introdotto nuove procedure. Ma la fretta con cui furono emanati i decreti applicativi all’approssimarsi delle elezioni politiche del 2006 fece sì che questi risultassero tecnicamente inapplicabili. Così, dopo due anni di blocco, una legge del governo Prodi riaprì temporaneamente i concorsi locali per il solo 2008. Ne è seguito, dal 2009, un nuovo blocco che si sarebbe dovuto sciogliere con l’applicazione della legge Gelmini del dicembre 2010. Però, a due anni di distanza, …

"Vecchie e a rischio terremoto L’identikit delle scuole italiane", di Flavia Amabile

Dopo anni di promesse mai mantenute, il ministro Francesco Profumo ha deciso di fare quello che i suoi predecessori non erano riusciti: rendere pubblici i dati disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Sono cifre non belle da leggere, lo stesso ministero parla di una «situazione fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire». E promette interventi, infatti: 680 milioni di euro e fondi immobiliari. I dati sono ancora incompleti, nonostante si lavori da circa vent’anni alla costruzione dell’Anagrafe. In questo caso la responsabilità è degli istituti: su 10.219 istituzioni scolastiche hanno risposto all’appello in 9.806; gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici). Le scuole sono vecchie: 4 su 100 risalgono addirittura all’Ottocento in particolare in Piemonte dove questa percentuale sale a 10 edifici su 100. Quasi la metà delle scuole italiane, il 44%, risale agli anni tra il 1961 e il 1980. quando si costruiva con poca sensibilità verso i criteri antisismici, come spiega il Miur che ammette: gli istituti di questo periodo andrebbero …

"Vecchie e a rischio terremoto L’identikit delle scuole italiane", di Flavia Amabile

Dopo anni di promesse mai mantenute, il ministro Francesco Profumo ha deciso di fare quello che i suoi predecessori non erano riusciti: rendere pubblici i dati disponibili sull’Anagrafe dell’edilizia scolastica. Sono cifre non belle da leggere, lo stesso ministero parla di una «situazione fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire». E promette interventi, infatti: 680 milioni di euro e fondi immobiliari. I dati sono ancora incompleti, nonostante si lavori da circa vent’anni alla costruzione dell’Anagrafe. In questo caso la responsabilità è degli istituti: su 10.219 istituzioni scolastiche hanno risposto all’appello in 9.806; gli edifici censiti sono stati 36.220 (un’istituzione scolastica può includere più edifici). Le scuole sono vecchie: 4 su 100 risalgono addirittura all’Ottocento in particolare in Piemonte dove questa percentuale sale a 10 edifici su 100. Quasi la metà delle scuole italiane, il 44%, risale agli anni tra il 1961 e il 1980. quando si costruiva con poca sensibilità verso i criteri antisismici, come spiega il Miur che ammette: gli istituti di questo periodo andrebbero …

"Tra libertà e responsabilità", di Barbara Spinelli

Ancora una volta, come l’11 settembre 2001, il volto stupefatto dell’America s’è accampato davanti ai nostri occhi. L’ambasciatore Christopher Stevens era appena stato ucciso, e Hillary Clinton non si capacitava. «Perché è potuto succedere tutto questo? Perché in un paese, la Libia, che abbiamo aiutato a liberare? In una città, Bengasi, che abbiamo salvato dalla distruzione?» Dall’attentato alle Torri sono passati undici anni, e l’angoscia resta muta, quasi l’occhio non vedesse che orrore e buio. Ancora una volta si risponde con le armi o con i droni, ma la parola è lenta a venire. Ieri Hillary Clinton ha denunciato il video anti-Islam, ma l’attonimento iniziale è significativo. L’occidente lancia al mondo la sua domanda — Perché non ci amate? — e mai fornisce una risposta, mai lo sguardo smette d’appannarsi, disperatamente miope. Il male è nero, e il nero non è dicibile. C’è il rischio di giustificarlo, se provi a vederlo, a capirlo. C’è il rischio di sovvertire il bene di cui ti credi l’artefice: le rivoluzioni arabe, le primavere democratiche, la guerra senza screzi …