Giorno: 13 Settembre 2012

"La terra di mezzo", di Massimo Gramellini

Piangere Chris Stevens significa riconoscersi nella porzione di umanità che abita la terra di mezzo. Quella striscia di civiltà che le perturbazioni dei fanatici rendono ogni giorno più sottile. E’ attraversata dai ponti su cui passeggia chi non si crogiola nell’ascolto ossessivo delle proprie ragioni, ma ha ancora voglia di comprendere quelle degli altri. Chris Stevens era un ambasciatore americano, portatore di interessi di parte. Ma sapeva l’arabo, ne aveva studiato i libri e le persone. In Libia aveva appoggiato la ribellione a Gheddafi, però non era un guerrafondaio né un nemico sprezzante. Basta guardare il video in cui si presenta alle popolazioni locali col ciuffo sbarazzino di un liceale e lo sguardo assorto di chi vuole servire a qualcosa e non solo a qualcuno. I fanatici hanno un sesto senso nello scegliersi le vittime. Non se la prendono mai coi fanatici della trincea opposta, verso i quali nutrono anzi una sorta di macabro rispetto. Si accaniscono sugli abitanti della terra di mezzo. Sui Tarantelli, sui Biagi, sui Casalegno. Il loro nemico non è il …

"La terra di mezzo", di Massimo Gramellini

Piangere Chris Stevens significa riconoscersi nella porzione di umanità che abita la terra di mezzo. Quella striscia di civiltà che le perturbazioni dei fanatici rendono ogni giorno più sottile. E’ attraversata dai ponti su cui passeggia chi non si crogiola nell’ascolto ossessivo delle proprie ragioni, ma ha ancora voglia di comprendere quelle degli altri. Chris Stevens era un ambasciatore americano, portatore di interessi di parte. Ma sapeva l’arabo, ne aveva studiato i libri e le persone. In Libia aveva appoggiato la ribellione a Gheddafi, però non era un guerrafondaio né un nemico sprezzante. Basta guardare il video in cui si presenta alle popolazioni locali col ciuffo sbarazzino di un liceale e lo sguardo assorto di chi vuole servire a qualcosa e non solo a qualcuno. I fanatici hanno un sesto senso nello scegliersi le vittime. Non se la prendono mai coi fanatici della trincea opposta, verso i quali nutrono anzi una sorta di macabro rispetto. Si accaniscono sugli abitanti della terra di mezzo. Sui Tarantelli, sui Biagi, sui Casalegno. Il loro nemico non è il …

Parma – Convegno Interregionale AIOM – Modelli organizzativi e aspetti etici delle simultaneos care

Venerdì 23 novembre 2012 MODELLI ORGANIZZATIVI E ASPETTI ETICI DELLE SIMULTANEOUS CARE a cura dell’Interregionale AIOM Lombardia-Emilia-Romagna Ore 9.45 Saluti Autorità Presidente e Segretario Nazionale AIOM Ore 10.00 Introduzione Coordinatori AIOM regionali Lombardia ed Emilia-Romagna PRIMA SESSIONE. La continuità assistenziale: aspetti normativi Ore 10.15 La Legge 38/2010 On Manuela Ghizzoni Ore 10.45 La realtà e le prospettive nella Regione Emilia Romagna Ore 11.00 La realtà e le prospettive nella Regione Lombardia

"Nichi, sul referendum sbagli", di Cesare Damiano

Non condivido l’idea di tenere un referendum sui temi del lavoro per motivi di metodo e, in parte, di merito. Vorrei chiarire che, a mio avviso, la scelta compiuta da Nichi Vendola non ha niente a che vedere con il problema delle alleanze che il Partito democratico dovrà costruire con l’obiettivo di governare il paese. Rimango dell’opinione che, per formare un fronte progressista non chiuso in se stesso e capace di dialogare con il centro moderato, si debba passare innanzitutto da un confronto con Sel. Non voglio neanche demonizzare lo strumento referendario ma, al tempo stesso, chiarire il motivo per il quale ritengo inopportuna questa scelta, soprattutto nel contesto attuale. Non sfugge ai promotori del referendum che il 2013 sarà l’anno delle elezioni politiche e che, di conseguenza, il referendum non si potrà tenere. Capisco la carica simbolica di questa iniziativa e la volontà di avere un contenuto da sbandierare ma, proprio per questo, ritengo che la scelta sia sbagliata perché abbiamo bisogno di dare soluzioni concrete alle questioni sociali che riguardano il paese, piuttosto …

"Nichi, sul referendum sbagli", di Cesare Damiano

Non condivido l’idea di tenere un referendum sui temi del lavoro per motivi di metodo e, in parte, di merito. Vorrei chiarire che, a mio avviso, la scelta compiuta da Nichi Vendola non ha niente a che vedere con il problema delle alleanze che il Partito democratico dovrà costruire con l’obiettivo di governare il paese. Rimango dell’opinione che, per formare un fronte progressista non chiuso in se stesso e capace di dialogare con il centro moderato, si debba passare innanzitutto da un confronto con Sel. Non voglio neanche demonizzare lo strumento referendario ma, al tempo stesso, chiarire il motivo per il quale ritengo inopportuna questa scelta, soprattutto nel contesto attuale. Non sfugge ai promotori del referendum che il 2013 sarà l’anno delle elezioni politiche e che, di conseguenza, il referendum non si potrà tenere. Capisco la carica simbolica di questa iniziativa e la volontà di avere un contenuto da sbandierare ma, proprio per questo, ritengo che la scelta sia sbagliata perché abbiamo bisogno di dare soluzioni concrete alle questioni sociali che riguardano il paese, piuttosto …

"Ora l'Europa non ha più alibi", di Franco Bruni

La Corte costituzionale tedesca ha dato il semaforo verde all’Esm, il Meccanismo Europeo di Stabilità, il cosiddetto fondo salva-stati permanente che sostituirà quelli temporanei con i quali finora sono stati erogati aiuti a Grecia, Irlanda e Portogallo. Le motivazioni della Corte possono essere lette con maggiore o minore ottimismo. Viene qualche fastidio nel vedere l’insistente sottolineatura con cui è richiamata la legislazione esistente, in base alla quale il Parlamento di Berlino mantiene forti poteri di continua interferenza nelle decisioni dell’Esm, che pure è un’istituzione intergovernativa nel cui direttivo la Germania è rappresentata coi voti del «maggior azionista». E’ un richiamo che ricorda che non mancheranno residui poteri di veto nell’esercizio di una solidarietà con cui l’Europa, in fondo, salva tutta se stessa. Ma è anche un richiamo che, in Germania, rafforza la Corte nei confronti dei nemici dell’Esm e riflette i limiti del meccanismo come è stato concepito: cioè scarsamente autonomo dal concerto politico dei Paesi membri nell’affrontare le minacce alla stabilità sistemica dell’euro area; meno rapido e pronto di quanto sarebbe desiderabile per adottare …

"Ora l'Europa non ha più alibi", di Franco Bruni

La Corte costituzionale tedesca ha dato il semaforo verde all’Esm, il Meccanismo Europeo di Stabilità, il cosiddetto fondo salva-stati permanente che sostituirà quelli temporanei con i quali finora sono stati erogati aiuti a Grecia, Irlanda e Portogallo. Le motivazioni della Corte possono essere lette con maggiore o minore ottimismo. Viene qualche fastidio nel vedere l’insistente sottolineatura con cui è richiamata la legislazione esistente, in base alla quale il Parlamento di Berlino mantiene forti poteri di continua interferenza nelle decisioni dell’Esm, che pure è un’istituzione intergovernativa nel cui direttivo la Germania è rappresentata coi voti del «maggior azionista». E’ un richiamo che ricorda che non mancheranno residui poteri di veto nell’esercizio di una solidarietà con cui l’Europa, in fondo, salva tutta se stessa. Ma è anche un richiamo che, in Germania, rafforza la Corte nei confronti dei nemici dell’Esm e riflette i limiti del meccanismo come è stato concepito: cioè scarsamente autonomo dal concerto politico dei Paesi membri nell’affrontare le minacce alla stabilità sistemica dell’euro area; meno rapido e pronto di quanto sarebbe desiderabile per adottare …