Giorno: 12 Settembre 2012

"Chi boicotta la legge elettorale", di Claudio Sardo

C’è di che preoccuparsi di fronte ai ritardi, ai tatticismi, alle incertezze che minacciano di far saltare la riforma elettorale. In tanti giocano con il fuoco. Quelli che il Porcellum non è poi così male. Quelli che è meglio che si sfasci tutto. Quelli che una nuova legge potrebbe andare, purché renda improbabile una maggioranza politica e trattenga così l’Italia nella palude. Non si rendono conto questi signori che, se il Parlamento non fosse in grado di modificare la legge Calderoli, l’ondata di discredito potrebbe travolgere le stesse istituzioni democratiche, mentre l’Europa sarà ancora alle prese con la durezza sociale della crisi economica e solo una politica più forte può produrre il necessario cambiamento di rotta. Non si rendono neppure conto che, se le elezioni avessero un esito nullo, l’eventuale nuovo mandato ad un governo simil-tecnico avrebbe un effetto di delegittimazione sulla legislatura. Non è in palio soltanto una vittoria contingente (purtroppo, non si dovrebbero pensare le riforme elettorali con l’intento di manipolare le consultazioni successive).Cancellare il Porcellum è una necessità vitale della nostra democrazia. …

"Generazione tradita: non fa nulla un giovane su 4. l'Italia penultima tra i paesi Ocse: alla scuola solo il 9% della spesa pubblica totale", di Luigina Venturelli

Un Paese avaro nei confronti della scuola è un Paese avaro nei confronti dei propri giovani. Ed è un Paese destinato a pagarne pesantemente le conseguenze, in termini di istruzione, di occupazione e, in fin dei conti, di benessere economico e sociale. La fotografia dell’Italia, penultima tra le nazioni più industrializzate del mondo per spesa pubblica destinata al sistema scolastico – quella scattata dall’ultimo rapporto Ocse «Education at a glance» – è la diretta proiezione di una crisi che affonda le sue radici in anni di continui tagli alle risorse – il colpo di grazia assestato dal recente governo Berlusconi – e che, di questo passo, rischia di condannare al declino la penisola. Ai primi posti, infatti, tra i paesi più sviluppati per tasso d’inattività tra i giovani che né studiano né lavorano, 23% contro una media del 16%. FANALINO DI CODA Ad oggi l’Italia spende per l’istruzione dei suoi cittadini più giovani solo il 9% del totale della spesa pubblica, piazzandosi al 31esimo posto in una classifica di 32 paesi che vede solo il …

"Generazione tradita: non fa nulla un giovane su 4. l'Italia penultima tra i paesi Ocse: alla scuola solo il 9% della spesa pubblica totale", di Luigina Venturelli

Un Paese avaro nei confronti della scuola è un Paese avaro nei confronti dei propri giovani. Ed è un Paese destinato a pagarne pesantemente le conseguenze, in termini di istruzione, di occupazione e, in fin dei conti, di benessere economico e sociale. La fotografia dell’Italia, penultima tra le nazioni più industrializzate del mondo per spesa pubblica destinata al sistema scolastico – quella scattata dall’ultimo rapporto Ocse «Education at a glance» – è la diretta proiezione di una crisi che affonda le sue radici in anni di continui tagli alle risorse – il colpo di grazia assestato dal recente governo Berlusconi – e che, di questo passo, rischia di condannare al declino la penisola. Ai primi posti, infatti, tra i paesi più sviluppati per tasso d’inattività tra i giovani che né studiano né lavorano, 23% contro una media del 16%. FANALINO DI CODA Ad oggi l’Italia spende per l’istruzione dei suoi cittadini più giovani solo il 9% del totale della spesa pubblica, piazzandosi al 31esimo posto in una classifica di 32 paesi che vede solo il …

"Torna la prima dei bambini stranieri", di Michele Brambilla

C’è anche qualche storia che finisce bene: la scuola più multietnica d’Italia, la statale «Lombardo Radice» di Milano, da oggi ha nuovamente la sua prima elementare. L’anno scorso era stata cancellata perché aveva «troppi stranieri». Un provvedimento che condannava di fatto la scuola, considerata un modello ben riuscito di integrazione, alla chiusura fra cinque anni. Invece questa mattina all’ingresso di via Pier Alessandro Paravia 83 – quartiere San Siro – si presenteranno, per il loro primo giorno di scuola, ventun bambini di sei anni. Diciotto di loro sono stranieri. Una quota in linea con la tradizione della «Lombardo Radice», che due anni fa aveva 93 alunni stranieri (di ventisette nazionalità diverse) su un totale di 97; e l’anno scorso 80 su 93. Quest’anno, se i conti non sono sbagliati, gli stranieri saranno l’83 per cento. Ma che cosa vuol dire, poi, stranieri? Dei diciotto bambini «non cittadini italiani» (e tutti non comunitari) della prima elementare, quattordici sono nati in Italia; e tutti hanno comunque fatto le scuole dell’infanzia a Milano. Per noi sono dei piccoli …

"Torna la prima dei bambini stranieri", di Michele Brambilla

C’è anche qualche storia che finisce bene: la scuola più multietnica d’Italia, la statale «Lombardo Radice» di Milano, da oggi ha nuovamente la sua prima elementare. L’anno scorso era stata cancellata perché aveva «troppi stranieri». Un provvedimento che condannava di fatto la scuola, considerata un modello ben riuscito di integrazione, alla chiusura fra cinque anni. Invece questa mattina all’ingresso di via Pier Alessandro Paravia 83 – quartiere San Siro – si presenteranno, per il loro primo giorno di scuola, ventun bambini di sei anni. Diciotto di loro sono stranieri. Una quota in linea con la tradizione della «Lombardo Radice», che due anni fa aveva 93 alunni stranieri (di ventisette nazionalità diverse) su un totale di 97; e l’anno scorso 80 su 93. Quest’anno, se i conti non sono sbagliati, gli stranieri saranno l’83 per cento. Ma che cosa vuol dire, poi, stranieri? Dei diciotto bambini «non cittadini italiani» (e tutti non comunitari) della prima elementare, quattordici sono nati in Italia; e tutti hanno comunque fatto le scuole dell’infanzia a Milano. Per noi sono dei piccoli …

"I referendum non ci aiutano", di Guglielmo Epifani

La situazione produttiva del Paese tende al peggio e tutte le previsioni confermano quello che sapevamo da tempo. Una caduta del Pil tra i due e i tre punti a consuntivo dell’anno in corso porta a quasi dieci punti il passo indietro del Paese in questi quattro anni di crisi.Il risultato, drammatico, è che il lavoro e l’occupazione sono la prima e fondamentale questione aperta di fronte a noi. Si tocca qui con mano l’irresponsabilità con cui il governo di centrodestra ha lasciato andare le cose, negando e minimizzando la portata della crisi in corso, ma anche il limite di fondo della politica che il governo Monti, stretto tra la crisi degli spreade la necessità di recuperare innanzitutto la credibilità del Paese nel consesso europeo e internazionale. La vertenza dell’Alcoa è l’ennesima tappa di un calvario che è destinato a proseguire, anche quando chiusure e disoccupazione non faranno notizia perché relative a piccole e piccolissime aziende o di settori diversi da quello industriale. E oltre alla responsabilità di anni e anni senza uno straccio di …

"I referendum non ci aiutano", di Guglielmo Epifani

La situazione produttiva del Paese tende al peggio e tutte le previsioni confermano quello che sapevamo da tempo. Una caduta del Pil tra i due e i tre punti a consuntivo dell’anno in corso porta a quasi dieci punti il passo indietro del Paese in questi quattro anni di crisi.Il risultato, drammatico, è che il lavoro e l’occupazione sono la prima e fondamentale questione aperta di fronte a noi. Si tocca qui con mano l’irresponsabilità con cui il governo di centrodestra ha lasciato andare le cose, negando e minimizzando la portata della crisi in corso, ma anche il limite di fondo della politica che il governo Monti, stretto tra la crisi degli spreade la necessità di recuperare innanzitutto la credibilità del Paese nel consesso europeo e internazionale. La vertenza dell’Alcoa è l’ennesima tappa di un calvario che è destinato a proseguire, anche quando chiusure e disoccupazione non faranno notizia perché relative a piccole e piccolissime aziende o di settori diversi da quello industriale. E oltre alla responsabilità di anni e anni senza uno straccio di …